
Marty Makary ai vertici dell’ente: ha criticato la somministrazione di sieri per il coronavirus anche ai bambini e ha chiesto limiti all’obbligo di mascherine. Al Tesoro, Scott Bessent, a favore dei dazi: «Sono un mezzo per difendere gli americani».Le nuove nomine di Donald Trump fanno emergere sempre più chiaramente la linea politica che la nascente amministrazione americana ha intenzione di portare avanti: revoca delle politiche di Joe Biden sul Covid, approccio commerciale duro con Pechino e tutela della working class.A capo della Food and drug administration il presidente in pectore ha messo Marty Makary: chirurgo, è prof presso la Johns Hopkins university, è stato ai vertici dell’Oms. Oltre a essere un collaboratore di Fox news, è anche membro della National academy of medicine. Nel 2021, ha criticato l’obbligo delle mascherine per i bambini e, nel 2023, si è mostrato freddo verso il booster per i giovani. Ha inoltre biasimato l’obbligo generalizzato di vaccino, ritenendo che dovesse essere limitato ai soli operatori sanitari. Sostenitore dell’immunità naturale, non ha risparmiato critiche all’amministrazione Biden. «Il più grande autore di disinformazione durante la pandemia è stato il governo degli Stati Uniti», dichiarò.La nomina di Makary è strategica per Trump. Il presidente in pectore dà innanzitutto un segnale chiaro a quella fetta di elettorato che non ha affatto apprezzato le politiche pandemiche di Biden. In secondo luogo, la scelta di Makary va anche letta alla luce della sospetta politicizzazione a cui l’amministrazione Usa uscente aveva sottoposto la Fda. «Le decisioni dell’amministrazione Biden su quando somministrare i richiami del vaccino contro il coronavirus stanno scatenando scompiglio all’interno della Food and drug administration, frustrando gli enti regolatori e alimentando il timore che le pressioni politiche possano ancora una volta prevalere sulle competenze dell’agenzia», aveva scritto Politico il 31 agosto 2021. Il mese dopo, due alti esponenti dell’agenzia si dimisero: secondo la Cnn, probabilmente lo fecero in polemica con le interferenze di Biden. Insomma, nominando Makary, Trump punta a sradicare le influenze politiche dei democratici sulla Fda.L’altra nomina significativa delle scorse ore è poi quella di Scott Bessent a segretario al Tesoro: una nomina tanto più centrale soprattutto alla luce dell’importanza che Trump notoriamente attribuisce a questo incarico. L’annuncio è tardato ad arrivare: Bessent era finito in shortlist con Howard Lutnick, la cui designazione era caldeggiata da Elon Musk. Alla fine, il presidente in pectore ha sciolto il noto, mettendo Lutnick al Commercio e Bessent al Tesoro. Quest’ultimo ha lavorato per il Soros fund management negli anni Novanta e si avvia a essere il secondo ministro americano apertamente gay della storia dopo l’attuale segretario ai Trasporti, Pete Buttigieg. Dal punto di vista della strategia politica, Trump punta a due obiettivi. Primo: sconfessare chi lo accusa di essere un intollerante. Secondo: sottolineare il fatto che un ex socio di George Soros, oltre che un ex finanziatore dem, si sia «convertito» al trumpismo.Ma che tipo di linea possiamo attenderci da Bessent? È interessante un suo editoriale, apparso lo scorso 15 novembre sul sito di Fox news, in cui ha difeso la politica dei dazi. «Gli Stati Uniti hanno aperto i loro mercati al mondo, ma la conseguente crescita economica della Cina ha solo cementato la presa di un regime dispotico», ha scritto, per poi aggiungere: «Le tariffe sono un mezzo per difendere finalmente gli americani». Bessent ha proseguito, sostenendo che i dazi sono anche utili per «raggiungere gli obiettivi di politica estera». «Che si tratti di convincere gli alleati a spendere di più per la propria difesa, di aprire i mercati esteri alle esportazioni statunitensi, di garantire la cooperazione per porre fine all’immigrazione illegale e interdire il traffico di fentanyl, o di scoraggiare aggressioni militari, le tariffe possono svolgere un ruolo centrale», ha continuato. In altre parole, Bessent, come molti altri profili che Trump ha nominato, ha intenzione di rivelarsi un falco anti cinese. Non solo. Il segretario al Tesoro in pectore certifica che il tycoon userà i dazi anche come forma di pressione su alleati e avversari nell’ambito dei più disparati dossier politici. Il che è un elemento interessante per capire come si muoverà la nuova amministrazione americana sul piano internazionale.Un’altra nomina significativa è infine quella della deputata Lori Chavez-DeRemer a segretario al Lavoro. Secondo Abc News, si tratta di uno dei pochi parlamentari repubblicani ad aver votato a favore del Protecting the right to organize act: un disegno di legge che punta a rafforzare i diritti sindacali dei lavoratori. Non solo. La diretta interessata gode anche dell’appoggio del presidente del sindacato degli autotrasportatori, Sean O’Brien. Con la sua nomina, Trump ha quindi lanciato un segnale positivo non solo alla comunità ispanica ma anche alla working class. Non dimentichiamo che, alle ultime elezioni, il tycoon ha guadagnato significativamente terreno tra l’elettorato latino, espugnando inoltre i tre Stati operai di Michigan, Wisconsin e Pennsylvania.
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