2024-01-06
Fari accesi pure sulla bambola della Ferragni
Chiara Ferragni (Ansa). Nel riquadro la bambola Trudi
Dopo il pandoro-gate, gli investigatori pronti a verificare se gli incassi della mascotte siano andati, come promesso, all’ente che combatte il cyberbullismo. E continua la fuga delle aziende: dopo gli occhiali Safilo, adesso si smarca pure la Coca-Cola.«Occhioni azzurri e sguardo sognante». Su Amazon è ancora in vendita. Il prezzo è sceso da 34,99 euro a 24,99 (non sappiamo se lo sconto sia dovuto alle polemiche), ma la presentazione della Trudi-limited edition della bambola alta 34 centimetri di Chiara Ferragni resta degna di nota: «La bambola più dolce e morbida dei social, tessuti morbidi e velour soffici al tatto, dettagli di cotone e finta pelle, mini dress azzurro fiordaliso». Non c’è nulla che, di primo acchito, possa apparire più innocuo e coccoloso, ma i pm milanesi e la Guardia di finanza che indagano sulla presunta truffa del pandoro Pink Christmas sfornato dalla Balocco e dell’uovo di Pasqua della Dolci preziosi con effigie e logo dell’influencer hanno messo gli occhi anche su questa iniziativa del maggio 2019, avviata poche settimane prima che il marchio Trudi entrasse a far parte del gruppo Giochi Preziosi. Un’idea lanciata così dalla stessa Ferragni sui suoi canali social: «Visto che molti di voi hanno amato la bambola Chiara Ferragni che creammo per il nostro matrimonio (con il rapper Fedez, nome d’arte di Federico Leonardo Lucia, ndr) abbiamo deciso di creare un’edizione limitata della Chiara Ferragni Mascotte: si vende ora su The Blonde Salad e tutti i profitti andranno a Stomp out bullying, un’organizzazione no profit per combattere contro il cyberbullismo, un argomento molto vicino al mio cuore». L’associazione si occupa anche di lotta all’omofobia, alla discriminazione Lgbtq, al razzismo e all’odio.Il sito «femminista» Roba da donne chiese di non fare polemiche «perché il Chiara Ferragni peluche di Trudi è una bella idea». E aggiunse: «Si tratta di un’iniziativa di beneficenza […]. E altrimenti non potrebbe essere. La moglie del rapper è molto sensibile a questa tematica, perché è costantemente attaccata da hater per ragioni spesso pretestuose. Non solo: Chiara è a tutti gli effetti un role model, perché può insegnare ai bambini che si può creare il lavoro dei propri sogni impegnandosi e studiando per rincorrere i desideri».Ma visto come è andata con il pandoro e con l’uovo, agli investigatori è venuta voglia di controllare come sia andata la redistribuzione dei denari incassati anche dalla bambolina. Le ipotesi su cui si lavora sono quelle già individuate dalle associazioni che hanno denunciato la presunta vendita ingannevole dei dolci delle feste, cioè truffa e frode in commercio. Lunedì dovrebbe essere un giorno cruciale per le indagini. Infatti il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e la Guardia di finanza dovrebbero stilare il primo bilancio delle indagini, all’esito delle quali potrebbe essere decisa l’iscrizione sul registro degli indagati della Ferragni e di chi ha lavorato a questi progetti.Le Fiamme gialle al momento hanno acquisito tutte le carte che l’Antitrust aveva nel fascicolo istruttorio sul pandoro che ha portato a una sanzione da oltre un milione di euro per due società della Ferragni e oltre 400.000 euro per la Balocco per pratica commerciale scorretta, avendo erroneamente lasciato intendere ai consumatori che acquistandolo avrebbero donato denaro per un ospedale. Il garante sta ancora esaminando il caso dell’uovo, che veniva venduto con la promessa di devolvere parte del ricavato a un’associazione che si occupa di bambini autistici.Nei prossimi giorni verrà richiesta ulteriore documentazione alle parti in causa. Infatti anche se le società coinvolte hanno già consegnato molto materiale al garante, agli investigatori serve documentazione suppletiva necessaria allo sviluppo delle contestazioni penali e non tanto alla tutela della concorrenza.Nel frattempo gli uomini della Guardia di finanza hanno iniziato a passare in rassegna attraverso fonti aperte e banche dati tutti i contratti simili a quelli sotto osservazione per capire se rientrino o meno in una casistica analoga a quella contestata. Per questo gli investigatori andranno ad acquisire anche i documenti relativi alla bambolina.Ma in quest’attività di analisi del contesto in cui è esploso il pandoro-gate, a quanto risulta alla Verità, verranno effettuati approfondimenti anche su iniziative che, apparentemente, non dovrebbero configurare la fattispecie di reato evidenziata da Codacons, ma che certamente interessano l’aspetto reputazionale. Infatti, anche se non si parla di vendite associate ad opere pie, gli investigatori stanno analizzando tutte le occasioni in cui le parole charity e Ferragni siano state accomunate e se questo sia stato fatto correttamente.Per esempio verrà certamente approfondito se il cachet elargito dalla Rai per consentire alla fashion blogger di propinarci il pistolotto su come lei ce l’abbia fatta (e gli altri no) sia effettivamente stato devoluto in beneficenza. Il sito Buonenotizie esultò: «È recente l’annuncio di Chiara Ferragni che ha deciso di devolvere il suo cachet come co-conduttrice del Festival di Sanremo alla rete nazionale antiviolenza D.i.Re. (Donne in Rete contro la violenza). Ancora una volta la famosissima influencer ha dimostrato il suo impegno sociale e la sua sensibilità». Il cachet sembra ammontasse a 100.000 euro e qualcuno obiettò che la beneficenza si fa in silenzio. La presidente di D.i.Re, Antonella Veltri, spiegò: «Con il gruppo Ferragni abbiamo condiviso la nostra idea e siamo liete del sostegno economico, che ci consentirà di offrire a sempre più donne strumenti di empowerment fondamentali perché raggiungano l’autonomia economica e finanziaria».La prima a cercare la Rete sarebbe stata proprio l’influencer che, secondo la presidente, avrebbe garantito a D.i.Re un notevole ritorno di immagine, aumentando «esponenzialmente» i suoi follower. Gli investigatori non sanno ancora se la Rai abbia devoluto direttamente l’importo o se abbia pagato quanto stabilito nel contratto all’imprenditrice e poi sia stata la Ferragni a dirottare la cifra.Si tratta comunque di soldi dei contribuenti e i dirigenti della tv di Stato potrebbero aver accettato di pagare l’ingente compenso anche per la buona causa a cui era destinato. Per questo è assai probabile che anche questo beau geste finisca sotto osservazione.Di certo non è un bel momento per la Ferragni. Dopo il piagnisteo in tuta grigia e la pausa dai social è tornata alla sua attività pubblico-promozionale sorridente, con mamma e figlia a spasso per Milano, al cinema con Leone e Vittoria o abbracciata al cane sul divano di casa. Il suo mondo tutto reel e storie di Instagram, però, si sta sgretolando: ieri, nel primo giorno di saldi, il suo negozio, a due passi da corso Como e piazza Gae Aulenti, era vuoto. All’interno c’erano solo due commesse, vestite in total look Ferragni, che si muovevano un po’ annoiate tra gli scaffali dorati. La storiaccia della beneficenza con i pandori Balocco ha prima prodotto la fine della collaborazione con l’azienda di occhiali Safilo, che ha comunicato la rottura dell’accordo di licenza per il design, la produzione e la distribuzione delle collezioni eyewear a marchio Ferragni per «violazione di impegni contrattuali assunti dalla titolare del marchio». E ora la Coca-Cola ha congelato lo spot con la influencer che sarebbe dovuto andare in onda a partire dalla fine di gennaio, poco prima dell’inizio del prossimo Festival di Sanremo. Periodo non casuale, visto che l’imprenditrice digitale lo scorso anno era stata scelta da Amadeus come co-conduttrice per la prima e per l’ultima serata. La Ferragni è stata liquidata con poche frasi di circostanza: «Abbiamo lavorato con Chiara in Italia nel 2023, anche per alcune riprese tenutesi lo scorso dicembre. Al momento non prevediamo di usare questi contenuti». Dal Codacons hanno applaudito, rilanciando: «Ora tutte le altre aziende che hanno contratti di sponsorizzazione con influencer famosi devono adottare analoghe misure o scatteranno inevitabili provvedimenti da parte dei consumatori. Stiamo studiando la possibilità di un boicottaggio internazionale dei loro prodotti», scrive l’associazione dei consumatori che, insieme ad Assourt, l’associazione utenti dei servizi radiotelevisivi, ha prima presentato un esposto nelle cancellerie di 104 Procure d’Italia per il Balocco-gate (oltre a Milano, hanno già risposto Trento, Cuneo e Prato) e, poi, una seconda denuncia anche per le uova di cioccolato, per le quali, sostengono Codacons e Assourt, «non ci sarebbe stata nessuna correlazione fra le vendite dell’azienda e l’entità della donazione, come invece la comunicazione dell’influencer avrebbe lasciato intendere; un messaggio equivoco che faceva supporre che l’acquisto dei prodotti avrebbe aiutato a finanziare l’associazione». E sarebbe stato lo stesso Franco Cannillo, l’imprenditore che qualche tempo fa ha acquisito Dolci Preziosi, a spiegare che effettivamente non era così: «Ferragni è stata pagata per aver ceduto la sua immagine. Noi abbiamo fatto una donazione, per lei non era prevista da contratto». Risultato? Per le due associazioni la Ferragni «ha intascato 1 milione e 200 mila euro, mentre all’associazione che attiva e finanzia progetti di inclusione sociale per bambini e ragazzi con autismo sono andati 36.000 euro». La collaborazione è terminata dopo due anni, perché, ha spiegato ancora Cannillo, l’influencer «ha chiesto una cifra esorbitante e non abbiamo più chiuso il contratto».Chiara Ferragni è un’azienda che fattura milioni di euro e che prova a non fermarsi. Nelle scorse ore ha rotto il silenzio con un messaggio di apparente positività: «Le persone che ti vogliono veramente bene si vedono nel momento del bisogno, e io vi ho visti, letti e sentiti». Chissà se basterà a far ripartire la sua industria.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.