2023-11-06
È arrivata l’ora di far finire la guerra tra Russia e Ucraina
Ursula von der Leyen e Volodymyr Zelensky (Ansa)
Con la visita a Volodymyr Zelensky, Ursula von der Leyen punta alla ricostruzione. Il Cremlino chiede di riavviare il dialogo con Washington. Tutti stanchi delle armi: è il momento di tirare una linea. Anche se si poteva fare prima.La guerra contro la Russia «non è in stallo». Però «il tempo è passato e la gente è stanca». A pronunciare queste parole non è stata Giorgia Meloni, nella famosa telefonata-burla di cui è stata vittima nel mese di settembre. No, la frase è attribuita dall’agenzia di stampa Ansa a Volodymyr Zelensky, in occasione della visita di due giorni fa a Kiev di Ursula von der Leyen. A sorpresa, la presidente dell’Unione europea ha preso parte a una conferenza stampa congiunta e senza che fosse stato anticipato nulla di tutto ciò ha detto che la Ue è pronta ad accogliere l’Ucraina fra i 27. Ora, chiunque sia attento agli eventi internazionali sa che l’allargamento dell’Unione non è certo un argomento all’ordine del giorno fino a quando in quei territori si continuerà a combattere. Anche perché l’idea di un’Europa coinvolta in un conflitto senza però che Bruxelles si senta militarmente chiamata in causa è un’ipotesi irrealistica, che nessuno considera. Dunque, se Ursula von der Leyen parla di accogliere Kiev e, come ha fatto l’altro ieri, di ricostruzione, con la messa a disposizione dei fondi sequestrati alla Russia, è perché si comincia a pensare a una tregua e al dopoguerra.La missione non prevista della numero uno della Ue segna quindi una svolta. Dopo 20 mesi di conflitto e di dichiarazioni bellicose senza se e senza ma, nelle mosse della diplomazia europea si intravede lo spazio per un armistizio. Se fino a pochi mesi fa da entrambi i fronti si dichiarava che nessun cessate il fuoco sarebbe stato possibile prima di una vittoria totale degli uni sugli altri, oggi si comincia ad affacciare l’ipotesi di far tacere i cannoni a prescindere. Ursula von der Leyen parla di accogliere Kiev nella Ue. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, uomo che ci ha abituati a dichiarazioni senza mezzi termini, non esclude una possibile trattativa.Certo, siamo ancora lontani non diciamo dalla pace, ma neppure da una tregua armata. Però alla fine qualche cosa sembra muoversi. Sarà perché dopo quasi due anni di combattimenti nessuno sembra prevalere. Sarà perché la quantità di armi e munizioni usate dagli uni e dagli altri non hanno fatto la differenza. O forse più semplicemente sarà che dopo un po’ ci si abitua a tutto, anche alla morte e, se altri morti in Medio Oriente fanno dimenticare quelli che si contano in Ucraina, l’idea di un armistizio senza trionfo appare più accettabile e meno disonorevole. Una tregua non stabilisce chi ha vinto e chi ha perso. E nemmeno traccia una linea definitiva che preveda la cessione o la restituzione dei territori occupati. Tuttavia, anche senza sancire nuovi confini, lo stop significa che si accetta lo stato di fatto, fosse anche la perdita di una regione.Vista la situazione che si è venuta a creare, e riconosciuto lo stallo che Zelensky non vuole ammettere ma che dopo sei mesi di controffensiva testimonia l’impossibilità di rovesciare la situazione, lo stop appare ogni giorno che passa la sola soluzione possibile. Anche perché il nuovo fronte mediorientale richiede altre risorse e se l’Europa è già stanca di guerra, ancor di più lo sono gli Stati Uniti, che in vista delle prossime elezioni potrebbero tagliare gli aiuti.No, non ci stupiamo che si parli di tregua. Semmai, ciò che sorprende è che se ne discuta ora, cioè con grande ritardo. Chiunque avesse approfondito la questione, senza lasciarsi influenzare dalla propaganda e dal tifo, avrebbe capito che l’Ucraina non sarebbe riuscita a vincere la guerra e la Russia non avrebbe accettato di perderla. Dunque, più che chiedersi quando avverrà il cessate il fuoco, resta da domandarsi perché a queste considerazioni si è arrivati così tardi, dopo centinaia di migliaia di morti. Già un anno fa si poteva comprendere quale sarebbe stato l’esito del conflitto. Perché quindi proseguire, mettendo in conto migliaia di vittime al giorno? Fra qualche anno, storici, giornalisti e forse anche politici si interrogheranno sulle responsabilità. E si chiederanno perché una guerra che nessuno poteva vincere, ma che tutti hanno pagato, è durata così a lungo.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.