2023-12-16
Famiglia Soumahoro a processo
Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo, moglie e suocera di Aboubakar Soumahoro (Imagoeconomica)
La moglie e la suocera del deputato fatto eleggere da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni sono accusate di aver evaso oltre 2 milioni di euro con le cooperative, finite nella bufera per come trattavano i migranti: incassavano i soldi per fare la bella vita e li lasciavano nel degrado.Andranno a processo Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo, moglie e suocera del deputato con gli stivali di gomma Aboubakar Soumahoro. È il filone dell’inchiesta sui reati fiscali nella gestione di cooperative pontine dell’accoglienza. Ieri pomeriggio il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Pierpaolo Bortone, ha accolto la richiesta della Procura e rinviato a giudizio i sei imputati, tra i quali compaiono i figli di Mukamitsindo Michel Rukundo e Richard Mutangana. E con loro Ghislaine Ada Ndongo e Christine Kabukoma Ndyanabo Koburangyira. Mutangana e Koburangyira sono risultati irreperibili. I sei sono accusati di operazioni contabili irregolari finalizzate a evadere le tasse. Complessivamente le fatture false utilizzate contestate alla Mukamitsindo supererebbero i 2,3 milioni di euro. Il processo comincerà il 24 gennaio 2024 davanti al giudice Simona Sergio. Mentre per i due irreperibili sono stati disposti nuove ricerche e rinvio al 26 aprile 2024. Rukundo aveva chiesto di accedere allo stato passivo come se fosse una vittima, ma ovviamente l’istanza è stata rigettata («non ammesso allo stato passivo in quanto connesso alle eventuali responsabilità derivanti dalla carica ricoperta») ed è seguito il suo rinvio a giudizio. Comincerà così il processo a carico di tutto il consiglio di amministrazione della Coop Karibu e del Consorzio Aid, «la cui mala gestio è emersa grazie alle denunce del sindacato UilTucs di Latina», rivendica il sindacato. Fu Gianfranco Cartisano, che ha assistito i lavori dipendenti della cooperativa e del consorzio rimasti per mesi senza retribuzione, a denunciare pubblicamente la situazione dei lavoratori. «Nel corso del processo il sindacato e i lavoratori, costituitisi parti civili», fanno sapere gli avvocati di parte civile Giulio Mastrobattista e Atena Agresti, «avranno modo di dimostrare il danno patrimoniale e non conseguente ai reati tributari contestati agli odierni imputati». «Faccio affidamento sul dibattimento per dimostrare l’innocenza e l’estraneità ai fatti di Liliane Murekatete», replica Lorenzo Borrè, il legale della moglie di Soumahoro. Sono costituiti parte civile, inoltre, sia la cooperativa Karibù sia il consorzio Aid, con i commissari liquidatori Jacopo Marzetti per il consorzio, che ha già presentato la relazione sullo stato passivo, e Francesco Cappello (nominato dal ministero dello Sviluppo economico su indicazione di Legacoop) per la coop, che ancora non ha depositato la documentazione.Nei libri aziendali il commissario Cappello, come aveva anticipato La Verità, ha trovato «svariate anomalie», tra cui, «saldi negativi, saldi elevatissimi per oltre 400 mila euro, ecc.», volte «esclusivamente alla «riduzione» «aggiustamento - quadratura» della «incongruente» cassa contanti». Per esempio, in un bilancio, è stato registrato un credito «nei confronti di un «fantomatico» cliente denominato «soggetto attuatore». E «alcuni bonifici», inoltre, «risultano», sottolineava Cappello, «peraltro, disposti in un periodo di conclamato dissesto finanziario».Murekatete e Mukamitsindo, nel secondo filone d’indagine, erano anche state arrestate (ai domiciliari) assieme a un altro parente, per frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale e autoriciclaggio. Secondo le indagini della Guardia di finanza, sarebbe stato portato alla luce un «sistema fraudolento» che tra il 2017 e il 2022 avrebbe dirottato verso acquisti personali (borse, vestiti e accessori di lusso, ma anche soggiorni in hotel da capogiro e sedute dall’estetista) il denaro destinato alle casse delle cooperative dell’accoglienza gestite dai familiari di Soumahoro, mentre i migranti, secondo gli inquirenti, vivevano invece in condizioni di degrado e in edifici fatiscenti. «Quegli acquisti non li ho effettuati io, non ho mai avuto in uso carte di credito della cooperativa», si era difesa Murekatete durante le dichiarazioni spontanee davanti al gip nel novembre scorso, aggiungendo che «gli unici pagamenti da lei effettuati sono stati gli stipendi, più le spese per acquistare il cibo per gli ospiti della struttura».Una struttura criminale a conduzione «familiare» in cui il ruolo di Mukamitsindo e Murekatete, secondo l’accusa, sarebbe stato centrale. La Procura di Latina contesta operazioni contabili irregolari, finalizzate a evadere le tasse anche mediante false fatture. Nella richiesta di rinvio a giudizio i magistrati pontini definiscono «spregiudicata e opaca» la gestione dei fondi. E sono emerse «tutte le disposizioni bancarie prive di congrua giustificazione causale e comunque per finalità diverse da quelle alle quali era preposta la Karibù». Fondi inviati all’estero con «casuali risibili», sostiene l’accusa, «probabilmente per giustificare ipotetici progetti fuori dall’Italia, non previsti dalle convenzioni». In totale la cifra trasferita oltre confine si attesta sui 472.909 euro. Talvolta le operazioni «sono giustificate con la voce «rimborso spesa anticipato» per somme mai anticipate dal beneficiario dell’accredito». Un quadro «allarmante di distrazioni patrimoniali», aveva evidenziato il gip nell’ordinanza di custodia cautelare, «idonee a svuotare» la Karibù (anche per il tramite della Jumbo Africa, soggetto giuridico fittizio) e a «portarla allo stato di insolvenza, dichiarato con sentenza del Tribunale di Latina del maggio 2023». Il tutto mentre proprio Soumahoro, che difendeva la moglie accampando un inedito «diritto all’eleganza», è inciampato nelle spese per la campagna elettorale. I fondi, stando alle valutazioni del Collegio regionale di garanzia elettorale della Corte d’appello di Bologna che ha contestato ben nove violazioni (che rendono molto probabile la decadenza da parlamentare), sembrano essere stati gestiti anche peggio di quelli della Lega braccianti, il sindacato fondato dal parlamentare di origini ivoriane. Un pasticcio degno dei bilanci creativi delle cooperative guidate dalla suocera e dalla compagna.
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)