
L'adattamento televisivo del videogioco omonimo, al debutto su Prime Video giovedì 11 aprile, è una distopia stralunata, dove i topos del genere si mescolano a un’ironia sottile, a una forma leggera di black humor.Fallout è una distopia, meno scontata, però, dalle tante di epoca recente. Immagina un mondo post-apocalittico, devastato dal rapido diffondersi delle armi nucleari. Nulla è sopravvissuto, non i palazzi, il verde, non la bellezza di un tempo. La Terra è diventata arida, la Seconda Guerra Mondiale, Hiroshima, Nagasaki e quel che ha reso l’orrore possibile sono l’origine del Male. Di un progresso funesto, che non ha portato all’evoluzione ma all’estinzione della vita, così come la si conosceva. Le città sono cumuli di ceneri, i loro abitanti più ricchi riuniti in piccoli Vault, oasi protette, microcosmi senza più storia. È lì che i superstiti, a duecento anni dall’apocalisse nucleare, si sono reinventati un’esistenza, una civiltà. Hanno vissuto nei propri rifugi, nei Vault, senza interrogarsi sul mondo al di fuori, privilegiati di un Pianeta moribondo. Poi, d’improvviso, si sono trovati costretti ad abbandonarli, quei rifugi. I ricchi hanno dovuto lasciare i Vault e affacciarsi ad un mondo sconosciuto, violento, scosso dalle radiazioni. Fallout, da premesse, sembrerebbe nulla più di un racconto incentrato sulla lotta per la sopravvivenza. Ma le apparenze, dentro e fuori la serie Amazon, al debutto su Prime Video giovedì 11 aprile, non sono credibili.Fallout, adattamento televisivo del videogioco omonimo, è una distopia stralunata, dove i topos del genere si mescolano a un’ironia sottile, a una forma leggera di black humor. Jonathan Nolan, fratello del più famoso Christopher, l’ha sceneggiata con cura maniacale, cercando di portare nella serie tutto quel che ha visto nel videogioco. C’è violenza, dunque, c’è la lotta per la sopravvivenza, ma c’è anche il contrasto, l’ingenuità dei Vault contro la brutalità della Terra, c’è un modo quasi simpatico di raccontarla. Fallout, dove i personaggi sono stati inventati ad hoc, non è una distopia da manuale, e nemmeno ambisce ad esserlo. «La serie», anzi, «È ambientata nel mondo del videogame, ma quella che si dipana nel corso della trama è una storia nuova. Una storia che, in un certo senso, prende corpo e forma dopo gli eventi che i giocatori hanno potuto vivere», ha cercato di spiegare Geneva Robertson-Dworet, sceneggiatrice insieme a Nolan (non regista premio Oscar, ma artefice di Westworld e Interstellar). «Abbiamo pensato che la cosa migliore fosse continuare a costruire sulle fondamenta che gli ultimi venticinque anni di questo gioco hanno controbuito a costruire, piuttosto che ripercorrere storie già raccontate». Protagonista, dunque, è Lucy, ex abitante privilegiata di un Vault. Lucy è candida e pura, un’anima nuova affacciata ad un mondo che spera di poter conoscere, cambiare. Un mondo che, come Virgilio con Dante, le mostra il Ghoul, personaggio chiave dello show. Il Ghoul è una sorta di narratore onnisciente, la figura preposta a tenere insieme passato e presente, spiegando al pubblico cosa abbia portato all'apocalisse nucleare. "Il Ghoul è la guida degli spettatori attraverso un paesaggio infernale, dilaniato dalle radiazioni. È un cacciatore di taglie ed è pragmatico, spietato, ma provvisto di codici morali e di un senso dell'umorismo decisamente irriverente. È una persona molto complicata, per capire la quale è necessario analizzare che fosse prima della guerra. Aveva un nome, Cooper Howard, ed era molto diverso dal Ghoul che abita l'apocalisse», hanno detto ancora gli sceneggiatori, lasciano aleggiare sopra la serie - fra le più attese di questo 2024 - una sorta di mistero. Qualcosa che, da solo, basta a lanciare un monito a chi guardi: questo non è e non sarà The last of us.
Ansa
A Chisinau gli azzurri faticano a sfondare il muro moldavo e sbloccano solo negli ultimi minuti con Mancini e Pio Esposito. Arriva la quinta vittoria consecutiva della gestione Gattuso, ma per la qualificazione diretta al Mondiale si dovrà passare dai playoff di marzo.
Giuseppe Valditara (Imagoeconomica)
Il ministro dell’Istruzione sui nuovi programmi scolastici: «Non bisogna generare confusione nei bambini. I temi della sessualità saranno tenuti da esperti, non da gruppi di interesse, e con il consenso dei genitori. L’educazione spetta innanzitutto alla famiglia».
Ministro Giuseppe Valditara, lei con questo disegno di legge sta impedendo che si faccia educazione sessuale e affettiva nelle scuole?
«No, questo è falso. Come ho detto più volte, chi lo sostiene o non conosce o fa finta di non conoscere l’articolo 1 comma 4 che afferma “Fermo restando quanto previsto nelle indicazioni nazionali”, cioè i programmi scolastici, e nell’educazione civica, ovviamente».
E che significa?
«Che nei programmi scolastici c’è tutta l’educazione sessuale nel senso biologico, quindi la conoscenza delle differenze sessuali, degli apparati riproduttivi, delle funzioni riproduttive, dello sviluppo puberale, dei rischi relativi alle malattie trasmesse sessualmente, quindi c’è tutto quello che riguarda l’insegnamento dell’educazione sessuale in senso biologico».
Imagoeconomica
La Corte respinge il ricorso per la mancata rivalutazione degli assegni 4 volte sopra il minimo: non è un aggravio fiscale.
Anche la Consulta considera «ricco» chi percepisce una pensione di poco superiore a 2.000 euro lordi. Chi si aspetta a che la Corte Costituzionale ponesse fine a un meccanismo introdotto per risparmiare ma che penalizza quanti hanno versato contribuiti elevati per tutta la vostra lavorativa, è stato deluso. Con la sentenza numero 167, l’organo dello Stato ha confermato la legittimità della misura di «raffreddamento» della perequazione, introdotta con la Legge di Bilancio 2023 per i trattamenti pensionistici superiori a quattro volte il minimo Inps (2.400 euro lordi al mese, circa 1.800 euro netti circa). In risposta al pronunciamento della Corte dei conti, (sezione giurisdizionale per la Regione Emilia-Romagna) ha chiarito che il mancato adeguamento automatico all’inflazione dei trattamenti previdenziali di tale importo, ovvero il raffreddamento, come si dice in gergo, «non introduce un prelievo di natura tributaria», cioè non è una tassa. La magistratura contabile aveva sollevato il dubbio che tale meccanismo potesse violare i principi di «eguaglianza tributaria, di ragionevolezza e temporaneità, complessivamente presidiati dagli articoli 3 e 53 della Costituzione», trattandolo come una sorta di tassa nascosta.
Ansa
La saldatura tra Ppe, Ecr e Patrioti consente di rivedere le regole sulla due diligence che avrebbero affossato la nostra industria. Socialisti e Verdi, in fibrillazione per la nuova «maggioranza», attaccano il voto segreto.
La maggioranza Ursula si spacca sulla due diligence e per la prima volta si rompe il «cordone sanitario» a Bruxelles. Il Parlamento europeo ha approvato con 382 voti a favore, 249 contrari e 13 astenuti il compromesso promosso dal Ppe sulla semplificazione delle direttive sugli obblighi di due diligence e reportistica ambientale per le aziende. Il testo è stato approvato con una maggioranza composta dal Ppe insieme con l’Ecr e i gruppi delle destre Patrioti per l’Europa e Europa delle Nazioni sovrane. La maggioranza Ursula composta da Ppe, Socialisti, Liberali e Verdi si sgretola sul muro delle follie green. Quella rivista è considerata una delle leggi più controverse del von der Leyen I. Il testo nella versione originale impone alle imprese di verificare l’intera catena di fornitura per prevenire violazioni dei diritti umani e ambientali.






