2024-06-29
Woke, fuffa verde e battaglie dem: l’evento della Cei diventa un covo pd
Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga (Ansa)
La «Settimana sociale» dedicata ai valori della Chiesa si trasforma in un manifesto del pensiero progressista. Sul palco di Trieste sfileranno infatti i prezzemolini della sinistra targata Elly Schlein. Tutto con i soldi di Massimiliano Fedriga.«Lo stile è anche il messaggio». Presentando il nuovo sito della Caritas diocesana, dieci giorni fa il vescovo di Trieste, Enrico Trevisi, aveva ricordato una frase chiave della comunicazione sociale, lontana dal sotterfugio e dalla provocazione. Uno stile completamente dimenticato nell’organizzazione della «Settimana sociale» prevista dal 3 al 7 luglio con una concentrazione di star: sarà inaugurata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e chiusa da Papa Francesco. E si concretizzerà in quattro giorni di incontri, dibattiti, lezioni, prolusioni con un denominatore comune: la diffusione del pensiero progressista, il trionfo dell’armamentario ideologico del Pd gruppettaro a trazione Elly Schlein.La trasformazione dello storico e prestigioso evento (che si tiene ogni due anni da oltre un secolo per riaffermare la dottrina sociale della Chiesa) in una superfesta de l’Unità, con l’unica assenza del profumo delle salamelle, sta facendo molto discutere a Trieste. Una cosa è servire la Chiesa, un’altra è servirsi della Chiesa. È vero che alcuni temi sono passepartout da curia vescovile: «Azioni in rete per la custodia del Creato», «Le città viste dai margini», «Mondo giovanile e progetto di vita». Ma è altrettanto vero che altri approdano sulle sponde del turbo-socialismo europeista: transizione green con una strizzatina d’occhio alle derive del dogmatismo woke. I principi fondativi ecclesiastici non abitano più qui.Il 5 luglio c’è una conferenza dal titolo: «Tutti in gioco. Per una democrazia capace di inclusione». Surreale, perché alla cinquantesima edizione la «Settimana sociale» lancia una novità rivoluzionaria: l’inclusione che esclude. Infatti dal nutrito programma è esclusa la rappresentanza governativa, da sempre considerata partner della diocesi. E dai panel sono esclusi coloro che non diffondono il pensiero unico, considerato più sacro del Vangelo. Tutti i relatori sono di area dem, alcuni con la targa sulla schiena. Ecco perché il titolo della Settimana «Al cuore della democrazia» viene storpiato dai maligni in «Colpo al cuore della democrazia».Se il titolare dell’iniziativa è il vescovo Trevisi, arrivato a Trieste un anno fa con la nomea di essere «il cappellano del Pd», l’organizzatore politico dell’evento è l’ex senatore dem Francesco Russo, vicepresidente del Consiglio regionale, primo oppositore del governatore Massimiliano Fedriga. Dietro le quinte c’è lui, come confermò il quotidiano Il Piccolo (ex gruppo Gedi) raccontando di un incontro preparatorio in maggio «fra le migliori espressioni dell’associazionismo cattolico, convenuto a Trieste da diverse parti d’Italia, alla presenza di autorevoli vescovi, assise coordinata da Francesco Russo». L’uomo che sussurra alle tonache non può che essere soddisfatto: la kermesse sarà una rimpatriata di colleghi di partito. Con l’avallo del vescovo. E nonostante il Pd sostenga condotte - come maternità surrogata, eutanasia, aborto - lontane anni luce dai valori non negoziabili della Chiesa, definite recentemente da Papa Francesco «cultura dello scarto». A parlare delle sfide del presente sarà chiamato Michele Nicoletti, docente universitario a Trento, già deputato piddino e capogruppo del Pse nell’assemblea del Consiglio d’Europa. A moderare il panel sulla famiglia sarà Fabiana Martini, ex vicesindaco Pd di Trieste, che nel 2019 chiese a gran voce, senza ottenerlo, il patrocinio del Comune di centrodestra al gay pride. Amico degli amici è Luca Grion, professore di filosofia morale a Udine e presidente dell’istituto Maritain di Trieste (fondato da Russo), che parlerà sul tema immaginifico «Palestre di inclusione». Come fa notare La Nuova Bussola Quotidiana, non poteva mancare un tuffo nella sanità che soffre: microfono a Silvio Brusaferro, ex presidente dell’Istituto superiore di sanità che durante la pandemia ha avallato tutte le decisioni politiche del ministro Roberto Speranza, oggi colonnello del Pd. Poiché è obbligatorio uno sguardo «alto» sulla scuola, ecco puntuale l’editorialista di Avvenire Alberto Pellai, consulente dell’ex ministra Elena Bonetti (allora Pd, oggi Italia viva), ma soprattutto titolare del «Progetto Porcospini» per i bambini sulla sessualità libera dagli stereotipi di genere. Anche sui temi evangelico-ecologici il parterre è blindato. Simone Morandini, il moderatore, ha scritto due libri presentati alla festa del Pd di Modena. L’argomento è pregnante, quindi è giusto che ci siano pareri a confronto. Infatti ne parlerà Gabriella Chiellino, che quattro anni fa ritirò la candidatura a sindaco di Venezia con il Pd e a inizio giugno era in lista per andare a Bruxelles con Matteo Renzi. Il suo contraltare (per modo di dire) sarà Giovanni Mori, ingegnere verdissimo, ex portavoce dei Fridays for Future di Greta Thunberg, candidato alle Europee con Bonelli & Fratoianni. Qui l’unica conversione ammessa è quella green. Sembra un programma stilato su misura per don Mario Vatta, sacerdote sessantottino che riesce a fare politica e a discettare di Pil anche nelle lettere di Natale. Beffata dal golpe di sacrestia, la Regione Friuli Venezia Giulia incassa in silenzio per dovere istituzionale. Il presidente Fedriga era stato informato un anno fa della presenza di Papa Francesco e di Mattarella, quindi si era adoperato per la miglior riuscita dell’evento (concessi un finanziamento di 500.000 euro e spazi pubblici), immaginandolo super partes. Non sospettava che si sarebbe trasformato in una kermesse politica. L’operazione Russo è completata da un tocco di classe famigliare: la comunicazione della «Settimana sociale» è affidata a Rosy Russo, sua sorella. Battuta sentita nei corridoi della Regione: «Se tutto ciò fosse avvenuto a parti invertite, oggi ci sarebbe il finimondo». Rosy Russo è nota - non solo a Trieste - per essere l’autrice del manifesto del politicamente corretto «Parole Ostili», nel quale si elencano principi per migliorare la comunicazione in Rete. Il vescovo Trevisi l’ha firmato subito, senza chiederle di spiegargli la parola più ostile di tutte: pluralismo.
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