2021-11-10
In Europa non ci stanno imitando. Solo Macron sorpassa l’Italia
Emmanuel Macron (Getty Images)
L'Eliseo: «Booster a over 65 collegati alla card». Londra obbliga i sanitari all'iniezione.Dal 15 dicembre in Francia la validità del green pass per chi ha più di 65 anni sarà condizionata al terzo richiamo del vaccino contro il Covid. E da inizio dicembre verrà avviata una campagna per la terza dose nella fascia 50-64 anni. Lo ha annunciato ieri sera Emmanuel Macron, che è tornato in tv con un discorso a reti unificate rinnovando un appello ai 6 milioni di francesi non vaccinati dinanzi all'aumento dei contagi, fissando una tabella di marcia sui booster e sorpassando, soprattutto in termini di chiarezza, l'Italia. Checché ne dica la narrazione pandemically correct e pro green pass, il nostro Paese non è un modello da seguire. Nemmeno per le strette varate da altri Paesi stranieri che partono comunque da dati sulla percentuale di popolazione vaccinata assai più bassi dei nostri. Prendiamo il caso austriaco, che qui da noi viene definito il «lockdown» dei non vaccinati, quando in realtà si tratta di un divieto di accesso per i non vaccinati (anche se testati) in luoghi pubblici o aperti al pubblico come ristoranti, cinema, hotel, palestre eccetera. In sostanza, un obbligo vaccinale per chi vuole piena libertà di circolazione. Per svolgere qualunque attività sociale in Austria non basta il green pass, ma serve il vaccino. In altre parole, il pass è solo lo strumento che comprova l'avvenuta vaccinazione. La «sanzione» è data dai limiti alla libertà di circolazione.Va inoltre considerato il punto di partenza, ovvero che la percentuale di vaccinati in Austria era molto più bassa della nostra: il modello 2G, che sta per «Geimpft oder Genesen» (vaccinato oppure guarito) e che in sostanza esclude i non immunizzati dalla vita sociale, ha fatto salire il tasso dei vaccinati in pochi giorni di due punti ma comunque al 65%. Le code degli austriaci per vaccinarsi immortalate ieri, qui in Italia ce le hanno fatte vedere al momento dell'introduzione del green pass, e abbiamo anche visto che queste code non sono state indicative di un successo, anzi. Il nocciolo duro di chi non ha alcuna intenzione di vaccinarsi, in Italia, è rimasto. E così probabilmente succederà anche oltre il Brennero. Nel frattempo, a Bolzano, il governatore altoatesino, Arno Kompatscher, ieri si è lamentato che «l'andamento della pandemia in Alto Adige non è soddisfacente» e quindi ha chiesto a Roma di «prevedere dei vantaggi per i vaccinati, come già avviene in alcuni Paesi europei». Bolzano, con l'ok del governo, vorrebbe anche poter applicare regole più severe in occasione di grossi eventi, come le gare di sci di Coppa del mondo, che in dicembre fa tappa in Val Gardena e Val Badia. In realtà, se l'Alto Adige dovesse entrare in zona gialla, la capienza degli eventi sportivi si ridurrebbe automaticamente al 50%. Intanto nella vicina Germania, passata ormai la campagna elettorale durante la quale era assai difficile annunciare nuove restrizioni, è stato registrato un nuovo picco di incidenza dei nuovi casi, oltre 213 su 100.000 abitanti e l'incidenza dei ricoveri è in aumento in particolare nella fascia d'età dei fragili: over 60. L'85,5% degli over 60 tedeschi è però completamente vaccinato (in Italia siamo al 92,1%). Berlino pensa a più controlli dei pass nei ristoranti, nei musei e nei luoghi pubblici in cui è richiesto, come in Italia. Ma con una differenza rispetto a noi: presto potrebbe infatti tornare la possibilità di testarsi gratuitamente contro il Covid per tutti. Al provvedimento si è detto favorevole il ministro della Salute, Jens Spahn, in accordo con i partiti del cosiddetto «semaforo», che lavorano alla formazione di una coalizione per il futuro governo di Spd, Verdi e Fdp. Quanto all'Inghilterra, ieri Sajid Javid, ministro della Salute del governo di Boris Johnson ha confermato l'obbligo di vaccino per il personale del servizio sanitario nazionale britannico (Nhs) in prima linea. Il provvedimento varrà in Inghilterra, con il vincolo per chi lavora negli ospedali o nell'assistenza agli anziani di sottoporsi a partire da aprile 2022 alla doppia dose del vaccino anti Covid, pena la sospensione o un trasferimento. Javid ha precisato che la misura riguarderà 1,2 milioni di impiegati dando anche le stime sul totale delle vaccinazioni somministrate al momento a medici, infermieri e altri operatori sanitari in Inghilterra: pari al 93% del totale con la prima dose, al 90% con la seconda, ma con una platea residuale di 100.000 «refrattari». Fuori dall'Europa si registra, infine, il caso di Singapore dove le persone che non sono vaccinate per scelta e si ammalano di Covid dovranno pagarsi le spese mediche dall'8 dicembre prossimo. Il ministro della Sanità, Ong Ye Kung, ha parlato della necessità di dare un «segnale importante» ai no vax. Le spese mediche per le persone non idonee alla vaccinazione - come i bambini sotto ai 12 anni o le persone che per problemi di salute non possono vaccinarsi - restano invece a carico del governo. Attualmente, come spiegato in conferenza stampa dal ministro di Stato, Janil Puthucheary, su 280 posti disponibili nei reparti di terapia intensiva 134 sono occupati, la maggior parte da pazienti che non hanno ricevuto dosi di vaccino. «Dobbiamo continuare a tenere questo numero ridotto il più possibile», ha osservato il ministro della piccola città Stato, dove per altro sono già in vigore da prima del Covid sanzioni salatissime anche per chi fuma all'aperto, chi mangia sui trasporti pubblici e chi mastica un chewing gum per strada. Non per nulla il famoso scrittore William Gibson la definì una «Disneyland con la pena di morte».