2019-12-29
Emiliano vive in casa di chi ha fatto saltare per aria i bilanci della Popolare di Bari
Il governatore in affitto a 1.200 euro al mese in un loft dei Fusillo. Quattro di loro sono indagati assieme ai funzionari della banca.Il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, è inquilino della famiglia che avrebbe contribuito all'affondamento della Banca Popolare di Bari. Stiamo parlando della schiatta dei Fusillo, alle cui imprese, è l'accusa dei pm, l'istituto di credito pugliese avrebbe continuato a erogare prestiti, nonostante queste fossero già in crisi. Al momento del commissariamento della Popolare le società della dinastia di costruttori sono risultate esposte per una cifra di poco inferiore ai 140 milioni di euro, a seguito delle ingenti linee di credito (stimate in 400 milioni di euro) aperte negli anni. Il gruppo, già in grave difficoltà, avrebbe ottenuto un ultimo finanziamento di 40 milioni ancora nel marzo del 2019.Il prestigioso appartamento dei Fusillo è in via Nicola De Giosa, al quinto piano di un palazzo con una bellissima facciata in stile liberty, con annesso garage. È un open space di almeno 150 metri quadrati (misura 9,5 vani catastali) con grandi e luminose finestre, nel cuore del quartiere Umbertino, un'area centrale delimitata dal lungomare e da corso Cavour che nel Novecento i baresi definivano «il miglio dei teatri». Perché, proprio a due passi dall'abitazione di Emiliano, c'è il Petruzzelli ma, all'epoca, c'erano anche il Kursaal, il Margherita e l'Oriente. Quest'ultimo, già di proprietà dei Fusillo e citato nelle carte giudiziarie, è oggi un elegante hotel e si trova nello stesso isolato di casa Emiliano, ma sul lato opposto. Il governatore è entrato nella sua attuale dimora con contratto d'affitto nel gennaio 2018. Prezzo pattuito: 1.200 euro al mese (un ottimo prezzo per zona e metratura) che Emiliano paga ogni trimestre bonificando 3.600 euro alla Ambasciatori immobiliare Srl, con sede legale a Noci, azienda controllata al 100% dal Maiora Group, di cui detengono la metà delle quote Vito, Emanuele e Giovanni Fusillo, mentre l'amministratore è Giacomo, figlio di Vito. I quattro sono attualmente indagati per bancarotta insieme con due amministratori e un funzionario della Popolare. Il governatore, oltre all'affitto a questi signori, paga anche 250 euro al mese di spese condominiali. È stata la portavoce di Emiliano, Elena Laterza, a precisare, con trasparenza e velocità, che «il contatto per l'affitto è avvenuto tramite l'amministratore della società Ambasciatori, signor Vito Fusillo». Allo stesso civico della residenza di Emiliano, oltre alla casa del governatore, l'immobiliare Ambasciatori possiede altri due ampi appartamenti, mentre nell'adiacente via Imbriani ha intestata un'intera palazzina (93,5 vani) e altri due grandi locali commerciali. Altri 24 vani si trovano in via Gimma, non distante dal «quartiere» Fusillo. Gli immobili di via De Giosa, invece, l'Ambasciatori li riporta nel suo ultimo bilancio alla voce «rimanenze» per un valore di 2.885.000 euro. I bilanci di questa e di altre società dei Fusillo sono finiti sotto osservazione nell'ambito di un'inchiesta denominata «operazione Kant» che ha portato i finanzieri dentro agli uffici della Popolare di Bari già l'estate scorsa. Durante le indagini sono state perquisite la Maiora (quella che possiede il 100% delle quote della Ambasciatori immobiliare) e la Fimco, destinatarie di 140 milioni di euro di credito da parte dell'istituto di credito barese. Le due società, una volta incassato il denaro, avrebbero distratto beni e fatto istanza per accedere al concordato preventivo (la Procura ha invece chiesto il fallimento e il 13 gennaio è prevista l'udienza presso il Tribunale fallimentare). Tra le cessioni che, secondo gli inquirenti, destano «forte sospetto» quelle di due complessi alberghieri di lusso e dell'ex hotel Ambasciatori di Bari, «oggetto di trasformazione in unità immobiliari ad uso residenziale e commerciale»: operazioni che, per i magistrati, avrebbero portato al dissesto della Fimco e della Maiora. In particolare i beni intestati alla Maiora sarebbero stati distratti in favore della Logistica Sud, sempre dei Fusillo (anche per questa società la Procura ha chiesto il fallimento), e da qui sarebbero stati trasferiti in un fondo con sede a Gibilterra. Tornando a Emiliano, la vicenda della casa di via De Giosa ne ricorda un'altra raccontata da Massimiliano Scagliarini sulla Gazzetta del Mezzogiorno nel 2012. Il giornalista scoprì che un altro costruttore, Lorenzo De Santis, aveva dato in affitto una casa di 118 metri quadri a Emiliano al prezzo di 1.000 euro al mese più spese condominiali. Successivamente De Santis venne nominato dall'allora sindaco vicepresidente, in rappresentanza del Comune, della Fiera del Levante. In realtà il primo cittadino firmò un 4 più 4 con De Santis, ma la casa venne ceduta nel 2011 ad un altro proprietario. Per questo l'imprenditore disse al cronista per dissipare le polemiche sulla sua nomina: «Tecnicamente non sono più il padrone di casa del sindaco […] Mandarmi in Fiera credo sia stato un riconoscimento alle mie qualità manageriali». I rapporti tra Emiliano e gli imprenditori pugliesi sono al centro anche di un'inchiesta giudiziaria: il governatore è indagato con l'accusa di abuso d'ufficio, induzione indebita (per questo reato è sotto inchiesta anche il suo capo di gabinetto Claudio Stefanazzi) e concorso in emissione di false fatture per operazioni inesistenti, per aver spinto, stando a quanto sostiene l'accusa, due società, «entrambe in rapporti con la Regione Puglia per finanziamenti, contributi e concessione di servizi» a pagare due fatture da 24.000 e 59.000 euro per un debito con la Eggers 2.0, agenzia di comunicazione che curò la campagna elettorale del governatore per le primarie Pd del 2017.