2024-04-13
Dal packaging alle politiche agricole: tutti i rischi prima del voto europeo
Il presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola (Ansa)
Attesa a fine mese l’ultima plenaria del Parlamento Ue. La norma sugli imballaggi, negativa per le imprese, può cambiare. In discussione anche le revisioni della Pac, gli accordi con la Cina e la moneta elettronica.Dal 22 al 25 aprile si terrà la prossima plenaria all’Europarlamento. Sarà l’ultima seduta con questo assetto prima del voto di giugno. Quindi sarà anche l’ultima occasione per innescare qualche mina green - e non solo - sotto le fondamenta su cui dovrà costruire il programma la nuova maggioranza che uscirà dalle elezioni europee. Quali saranno i provvedimenti che potrebbero rendere più accidentato il futuro terreno di gioco? E quali le partite da chiudere prima dell’arrivo dei nuovi inquilini a Strasburgo? Scorrendo il fittissimo elenco che compone l’ordine del giorno delle quattro sessioni di fine aprile saltano già fuori alcuni punti caldi. Partiamo da un tema seguito con molta attenzione dalla Verità in questi ultimi mesi perché di assoluto interesse - e preoccupazione - per il sistema industriale non solo italiano: le regole europee sul packaging. Le nuove norme sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggi hanno passato lo scoglio degli Stati Ue, con un ok all’unanimità dei 27 all’intesa con il Parlamento europeo raggiunta a inizio mese. Le molte deroghe sul riuso e sui divieti alla plastica monouso hanno scongiurato uno tsunami su vari comparti, soprattutto dell’agroalimentare. Nonostante i miglioramenti ottenuti, però, il provvedimento imballaggi rimane un testo fortemente penalizzante per l’Italia. Restano, ad esempio, numerose perplessità a partire dal settore ortofrutticolo su cui l’approccio europeo introduce norme confusionarie e impone restrizioni nel mercato interno, gravando sulle imprese. Soprattutto, manca il voto finale della plenaria dell’Europarlamento, che potrebbe creare altre spaccature o inattese contromosse a colpi di emendamenti, anche da parte del fronte socialista. Nel draft dell’agenda, alla fine della mattinata di martedì 23 aprile è previsto ad esempio il voto sulla proposta di Maria Spyraki (Ppe) relativa alla classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele, mentre il giorno dopo, mercoledì 24, si vota con la relazione della belga Frédérique Ries sul regolamento Ue imballaggi (Packaging and packaging waste regulation). Insomma, l’ultima discussione - in attesa del via libera finale del Consiglio Ue - dei testi su cui era stato raggiunto l’accordo con gli Stati membri del 4 marzo confermato il 19 marzo dalla commissione Ambiente, sanità e sicurezza alimentare (Envi) con 63 voti a favore, nove contrari e tre favorevoli. Vedremo se ci saranno sorprese o nuove mine.Stessa musica per la Pac. L’11 aprile è arrivato il via libera del Parlamento europeo all’attivazione della procedura d’urgenza per approvare la semplificazione della Politica agricola comune proposta dalla Commissione Ue nelle scorse settimane, in risposta alle proteste dei trattori. Gli eurodeputati si sono espressi a favore dell’iter legislativo accelerato con 432 voti a favore, 155 contrari e 13 astensioni. Si sono opposti solo la Sinistra europea e il gruppo dei Verdi, oltre a una trentina di membri dei Socialisti e democratici e i non iscritti (tra cui la delegazione del Movimento 5 stelle). Le proposte per modificare l’architettura green della Pac sul tavolo - dalla flessibilità sugli obblighi su colture e maggese per accedere ai fondi Pac alle esenzioni dei controlli per le piccole aziende agricole inferiori a 10 ettari - verranno però votate nel concreto alla prossima, e ultima, sessione plenaria. Le modifiche dovranno essere poi formalmente adottate dal Consiglio e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue. Di tempo ce n’è poco, e l’obiettivo è modificare l’architettura dell’agricoltura Ue entro la fine della legislatura.La revisione della Pac che l’esecutivo Von der Leyen ha messo sul tavolo per rispondere alle proteste del mondo agricolo prevede di eliminare completamente la destinazione di «una quota minima di terreno coltivabile ad aree non produttive» dallo standard 8 delle «Buone condizioni agronomiche e ambientali», cioè terreni incolti, «pur mantenendo la protezione degli elementi paesaggistici esistenti». Gli Stati membri sono invece tenuti a «istituire un eco-schema» che offra un sostegno agli agricoltori «per mantenere una parte dei terreni coltivabili in stato non produttivo o per creare nuovi elementi paesaggistici» (come siepi o alberi). In questo gli agricoltori saranno «specificamente ricompensati per queste aree non produttive che sono benefiche per la biodiversità sui terreni agricoli e, più in generale, delle aree rurali». Le mine innescate lasciate in eredità al prossimo Europarlamento potrebbero però riguardare anche altri temi. In agenda per la sessione di giovedì 25 aprile c’è, infatti, anche la proposta di Iuliu Winkler (Ppe) sugli accordi con la Cina dopo la modifica delle concessioni su tutti i contingenti tariffari inclusi nell’elenco della Ue a seguito del recesso del Regno Unito dall’Unione europea. Mentre, guardando l’ordine del giorno di giovedì 23, si discuterà il report di Ondřej Kovarik del gruppo Renew Europe sui servizi di pagamento e quelli di moneta elettronica. Altri tema assai sensibile.
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)