2025-04-13
Contro la Russia in Europa riarmano il Mes
La riunione informale dell'Ecofin a Varsavia (Ansa)
Ispirandosi a Bruegel, think tank già guidato da Monti, all’Ecofin la Spagna invita a coinvolgere il Fondo nei finanziamenti per la Difesa, oltre agli asset della Federazione (dunque, stop ai negoziati?). Così il Salvastati diventerà il Salvaindustrie tedesche.Per finanziare la Difesa servono «ulteriori strumenti»: lo ha detto ieri, al termine dell’Ecofin di Varsavia, il ministro polacco dell’Economia, Andrzej Domanski. Quelli sbandierati da Ursula von der Leyen sono insufficienti, se non inesistenti: i famosi 800 miliardi del ReArm sono aria fritta, mentre il fondo Safe, che dovrebbe sovvenzionare gli acquisti congiunti, tramite prestiti garantiti dalla Commissione Ue, va ancora tutto strutturato. Debito comune? Manca un accordo: «Non è un segreto», ha ammesso sempre il rappresentante della Polonia, presidente di turno dell’Unione, «che alcuni Paesi siano più disposti di altri a partecipare ad alcuni strumenti». Quello dotato della maggior disponibilità economica, la Germania, ai 1.000 miliardi in deficit ci penserà da sé. Sul tavolo resta un’ultima geniale idea. Ventilata dal think tank belga Bruegel, già guidato da Mario Monti, ieri è stata in parte sposata dalla Spagna: riesumare il Mes, mettendogli l’elmetto.La posizione di Madrid è che si debba creare uno strumento finanziario al quale possano partecipare anche Paesi terzi, a cominciare dal Regno Unito, quale passaggio intermedio che porti all’integrazione della spesa militare nel Quadro finanziario pluriennale comunitario. L’entità vagheggiata dal ministro di Pedro Sánchez, Carlos Cuerpo, verrebbe sostenuta «dai contributi degli Stati partecipanti (con modalità da definire)», nella migliore delle ipotesi dall’agognato debito comune e, udite udite, dall’ormai fantomatico Meccanismo di stabilità. Sì, sempre lui: l’organizzazione di diritto privato con sede in Lussemburgo, protagonista della stagione dei prestiti alle nazioni in crisi, strangolate da condizioni capestro che la riforma del Mes, poi arenatasi, avrebbe addirittura inasprito. Chiedere denaro al Fondo significava, in pratica, stringersi da soli un cappio attorno alla gola e invitare i burocrati ad attivare la forca. Adesso, l’esecutivo spagnolo, faro della sinistra italiana, suggerisce di tirarlo di nuovo in ballo, inserendolo all’interno di una cassa dalla quale si potrà attingere per il riarmo. Una trovata grazie alla quale il cosiddetto Salvastati si trasformerebbe nel Salvaindustrie tedesche, messe in ginocchio dal Green deal e dal divorzio dal gas russo, minacciate dalle politiche protezioniste di Washington e bisognose di una via per la riconversione. La recente proposta formulata da Bruegel era più dettagliata e, anziché puntare a un coinvolgimento del decotto Mes, ambiva a realizzarne una specie di doppione: il Med, Meccanismo europeo di Difesa, da impiegare per gli acquisti congiunti di «mezzi strategici», che poi verrebbero affittati a chi dovesse richiederli. Con una differenza sostanziale - va riconosciuto - rispetto alle clausole-ghigliottina del Fondo lussemburghese: nelle intenzioni degli studiosi, non dovrebbero essere previste condizionalità particolari.L’altro elemento chiave della mozione madrilena riguarda il proposito di attingere agli asset russi congelati. Un’opzione che già si era rivelata difficilmente percorribile in sede di G7, nonostante i diktat della precedente amministrazione americana, e che avrebbe la conseguenza di allontanare l’Europa da qualunque tavolo diplomatico, ancor più di quanto essa non sia già. Occupata ad assicurarsi che le ostilità continuino, è stata relegata al margine da Donald Trump e Vladimir Putin. Il quale sarà pure un criminale di guerra, ma non è mai stato uno stupido: voi trattereste con chi sequestra i soldi dei vostri connazionali investitori e poi li spende al posto loro?Ovviamente, tutto è ancora allo stato embrionale, alla faccia dell’«urgenza» ribadita dal commissario per il Commercio, Valdis Dombrovskis. L’aleatorietà dei programmi discussi la confermano le parole di Giancarlo Giorgetti, anche lui a Varsavia, ieri, per la due giorni informale dei ministri dell’Economia. Sul Safe, l’inquilino di via XX settembre ha sottolineato i dubbi di Bruegel sull’«effettiva convenienza di questo strumento», che «dovrà essere ben valutata. Non abbiamo ancora capito, non solo per colpa nostra, in che cosa consiste effettivamente». L’Italia, per il momento, si è posta l’obiettivo di arrivare a spendere il 2% del Pil nella Difesa, «senza attivare la clausola nazionale» per la sospensione del Patto di stabilità. Un’ipotesi cui l’esponente del Carroccio non è ostile a priori, ma rispetto alla quale ritiene sia meglio aspettare: «Credo che la Commissione debba valutare il fatto che a giugno c’è un vertice Nato in cui si definiranno gli impegni. Forse sarebbe anche il caso di valutare una certa flessibilità», tenendo presente che «serve un po’ di tempo per coordinarsi».Il doppio binario sui vincoli di bilancio è l’altra bizzarria dell’Ue: Dombrovskis è disposto a rimuoverli per il riarmo, anzi, esorta gli Stati a comunicare le loro esigenze entro aprile, però si oppone a metterli in pausa per fronteggiare l’impatto dei dazi. «Se sono vere le previsioni di disastro economico», ha notato giustamente Giorgetti, «mi sembra abbastanza scontata» la sospensione del Patto di stabilità. Ma a Bruxelles il pallottoliere lo mollano solo per fare i comodi di Berlino.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.