2022-09-18
Ecco come possono tagliare i nostri consumi
Il razionamento dell’energia elettrica ipotizzato da Bruxelles è difficile da attuare. E potrebbe ricadere sugli Stati. Il metodo più semplice resta la riduzione di potenza massima. Che può creare seccature soprattutto alle abitazioni più automatizzate.La decisione di Bruxelles di imporre a tutta l’Ue tagli al consumo di energia elettrica è un’idea logica quanto complicata da attuare. Ogni Stato deve prevedere un piano differente in base a una moltitudine di parametri che vanno dalle sue caratteristiche climatiche fino all’organizzazione e alla tecnologia delle reti di distribuzione dell’energia elettrica. Ma la patata bollente di come attuare a livello nazionale questa riduzione cadrà nelle mani del nuovo governo, con la Commissione europea che starebbe raccomandando almeno quattro ore per giorno feriale, presumibilmente negli orari che oggi vedono il massimo della richiesta di energia, tra le 9 e le 12 e dalle 18 alle 21. E con sospensioni o riduzioni di potenza erogata si rischiano seccature quanto più sono automatizzate le abitazioni o gli uffici serviti. Sfatiamo però qualche leggenda: in nessun modo un gestore italiano potrà decidere di spegnere una lavastoviglie piuttosto che il condizionatore di un cliente. Ciò che attraverso la rete si può fare è, invece, agire sul contatore elettronico in tele-gestione riducendo in alcune fasce orarie la potenza massima erogabile. Se un contratto prevedesse una potenza massima di 6 kilowatt (tipica di una abitazione medio-grande), questo valore potrebbe ridursi impedendo di utilizzare nello stesso momento più di uno o due grandi elettrodomestici come lavatrice, forno, lavastoviglie, eccetera. Nessun pericolo per un ferro da stiro utilizzato mentre si guarda la televisione, ma se la fornitura comprende per esempio soltanto 3 kilowatt, ecco che il forno insieme all’aspirapolvere e ad altri «carichi», sommandosi, potrebbero arrivare al limite. Ogni impianto elettrico è però differente per età e architettura, e spesso nelle abitazioni la cosiddetta «forza», è collegata a un interruttore di sicurezza differente rispetto a luci e prese di corrente, ma allo stesso contatore. E se i cavi elettrici o le prese hanno qualche decina di anni, oppure sono stati soggetti a modifiche nel tempo, probabilmente le sue prestazioni non saranno ottimali e il consumo di energia potrebbe aumentare anche soltanto per un lieve surriscaldamento di conduttori e prese, seppure non ancora pericoloso. A monte occorre fare manutenzione regolare all’impianto elettrico perché sia efficiente, non limitarsi a eventuali riparazioni. Il consumo e la dispersione elettrica e termica crescono con l’assorbimento di energia richiesto. E se l’assorbimento totale di potenza supera la soglia decisa dal fornitore, ecco che il sistema stacca l’energia elettrica e il cliente potrà ripristinarlo soltanto dopo averlo ridotto. Qui nasce il problema di chi ha installato sistemi di domotica, specialmente quelli basati sulla connessione Internet casalinga. Con l’interruzione all’impianto cade anche l’alimentazione della rete e spesso nel momento del ripristino saranno necessarie diverse operazioni di riconfigurazione. Purtroppo, infatti, la maggioranza dei prodotti consumer è progettata senza prevedere alimentazione di emergenza o gruppi di continuità, come invece le norme impongono per dispositivi per uso medicale o industriale. Quindi niente più videocamera di sicurezza da controllare sullo smartphone, gestione remota del riscaldamento via Web e limitazioni all’impianto di allarme, che trovando il router spento non potrà comunicare. Da qui un consiglio: se ancora non avete una linea telefonica digitale impostate un allarme telefonico che scatti se l’energia dovesse mancare per oltre otto ore consecutive, in modo da intervenire e salvare quanto avete nel congelatore. Soltanto se nell’abitazione sono presenti due contatori, con due diversi contratti, il fornitore dell’energia, riducendo la potenza, potrebbe escludere quello più vorace, ma non potrebbe mai scegliere quale elettrodomestico spegnere perché non può conoscere che cosa sia alimentato da quell’utenza. Naturalmente a meno di spegnere il frigorifero-congelatore, tutte le utenze in stand-by e anche il router de Wifi, non si riuscirà mai a raggiungere lo zero dei consumi. Qualche attempato ricorderà i vecchi contatori dell’energia elettrica, che certamente non potevano essere controllati da remoto, ma al contempo non davano al cliente la possibilità di controllare i consumi con precisione, ma soltanto di contare quanti «giri» faceva il disco rotante. Di fatto la telegestione permette quindi di effettuare interventi a distanza sulle impostazioni, quindi variare condizioni del contratto, fare letture senza che un tecnico debba muoversi dal suo ufficio, ma consente anche al cliente di controllare in ogni momento quanto stiamo consumando, poiché a intervalli regolari l’apparato registra il livello di potenza elettrica che stiamo assorbendo dalla rete. In realtà una riduzione percentuale fissa per tutti colpirebbe in modo sproporzionato l’utenza, in quanto limitare il consumo di chi vive da solo come di una famiglia numerosa ha un impatto maggiore di una riduzione maggiore ma applicata a esercizi commerciali. Certo, sarebbero da considerare consumi giganteschi come l’illuminazione notturna di uno stadio, rivedendo gli orari degli eventi. Ovvero, se bisogna risparmiare energia, prima quella per vivere e riscaldarci. Altre realtà e infrastrutture come le Ferrovie nazionali (il maggiore cliente della rete elettrica con il 5,1% dell’assorbimento totale) oppure i grandi aeroporti, difficilmente possono rinunciare a ore di energia.