2019-08-14
«È forte il sospetto che sia un’adozione gay»
Il senatore leghista Simone Pillon commenta il caso del professore pisano che il Tribunale dei minorenni di Roma ha riconosciuto come padre di due bambini sudafricani. «È una forzatura della legge. Dica chiaramente che ci sono in gioco i diritti arcobaleno».«Ho il forte, fortissimo sospetto che questo non sia il primo caso di adozione a un single, ma il primo caso di adozione gay». Il senatore leghista Simone Pillon commenta così la vicenda di cui nei giorni scorsi hanno parlato tutti i quotidiani italiani, ovvero la storia di Giona Tuccini, professore di 44 anni, pisano d'origine ma residente da anni a Città del Capo, in Sudafrica, dove insegna italianistica. Affermato studioso e docente, Tuccini ha la doppia cittadinanza italiana e sudafricana. E da qualche giorno è «il primo babbo single riconosciuto in Italia», come lui stesso si è definito in una intervista al Corriere della Sera. Tuccini ha adottato due bellissimi bambini sudafricani, Dario e Achille, di 5 e 8 anni. In Sudafrica l'adozione per i single è permessa sin dal 1994, in Italia no. Ma per decisione del Tribunale dei minorenni di Roma, il brillante professore adesso è ufficialmente papà adottivo dei due piccoli anche nel nostro Paese. Secondo Pillon, tuttavia, qualcosa non torna nel modo in cui tutta la faccenda è stata presentata. «Sì, ho il forte sospetto che si tratti di una adozione gay. Basta vedere le immagini che compaiono sul profilo social del padre: mi pare evidente che conviva con un altro uomo. Si vedono foto dei due assieme sul divano con i bimbi in braccio e sotto ci sono commenti dei loro amici che dicono cose del tipo “siete una vera famiglia" oppure “ma che bravi i genitori". Si capisce chiaramente che questi commenti fanno riferimento a un nucleo famigliare e non a un singolo». Non è tutto. In aggiunta, ci sono le dichiarazioni di Tuccini ai giornali: «Dalle parole che ha pronunciato emerge il fatto che l'adozione gay sia per lui un nervo scoperto. Si lamenta del fatto che qui non è permessa dalla legge mentre in Sudafrica c'è libertà, diversità eccetera... A questo punto mi chiedo perché non lo dica. Perché non dice esplicitamente che si tratta del primo caso di adozione gay in Italia? Perché nascondersi dietro a un dito e farla passare come adozione a un single?». La domanda, in parte, è retorica. Perché se le cose stessero davvero come dice Pillon, ci troveremmo al cospetto di un caso di palese forzatura della legge italiana, che appunto non consente le adozioni arcobaleno. «Se siamo di fronte a una adozione gay», dice Pillon, «allora dovremmo chiederci se è lecito che un bambino già in situazione di abbandono, invece di trovarsi un papà e una mamma, si trovi immerso in dinamiche ben diverse. In ogni caso», continua il senatore leghista, «che il grimaldello per forzare la legge fosse quello dell'adozione ai single era chiaro sin dalla discussione sulla Cirinnà. Ovvero da quando ci fu la stesura ipocrita che lasciava spazio di intervento alla magistratura sulla adozione dei single. Era chiaro che sarebbe andata così: si comincia con l'adozione per i single poi dopo qualche anno la si estende all'altra parte dell'unione civile grazie all'articolo 44, cioè quello sulle adozioni in casi speciali, facendo leva sulla continuità affettiva». È ovvio: non si sta discutendo di un singolo caso, non è certo una questione personale riguardante il professore pisano (che per altro si è molto esposto a livello mediatico). In discussione c'è molto di più: può una sentenza scavalcare nei fatti il Parlamento? Per altro, potrebbe anche darsi che quella del professor Tuccini non sia affatto un'adozione gay: il solo fatto che sorga il forte sospetto, tuttavia, dimostra che l'adozione ai single è a tutti gli effetti l'anticamera di quella arcobaleno. «Questa è una vera e propria forzatura», ribadisce Pillon. «La magistratura si è sostituita al legislatore, e anche a quello che pensa la gente. Credo che se facessimo un referendum scopriremmo che l'adozione gay è lontana anni luce dal sentire degli italiani. Però ci sono minoranze che si ritengono illuminate e che pensano di potersi sostituire al popolo bue. Mi chiedo se Bibbiano davvero non ci abbia insegnato nulla. In quella vicenda abbiamo visto gli esperimenti sociali sulla pelle dei bambini, e abbiamo visto pure come siano andati a finire». Secondo il senatore leghista, con la scusa della adozione ai single, si è «cercato di fare l'esperimento perfetto per poi inaugurare un nuovo filone giurisprudenziale. Tutto questo senza tenere conto del fatto che il legislatore abbia esplicitamente proibito - nella legge del 1983 - le adozioni arcobaleno. Non solo: anche il legislatore del 2016, nella norma sulle unioni civili, ha ribadito il divieto. Significa che il Parlamento si è pronunciato per ben due volte a distanza di 30 anni e in entrambi i casi ha vietato le adozioni gay. Eppure qualcuno si sostituisce al legislatore forzando, anzi violando la norma». Forse, a questo punto, tanto verrebbe giocare a carte scoperte. Se davvero siamo davanti al primo caso di adozione gay in Italia, sarebbe il caso di affrontare la questione di petto, lasciando che a decidere nel merito sia chi ha il compito di fare le leggi. Leggi che ovviamente possono essere cambiate, ma di certo non forzate dall'azione di un tribunale. Specie se a pagare rischiano di essere i più deboli.
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