2019-10-05
Due poliziotti trentenni uccisi in Questura a Trieste da rapinatori dominicani
I balordi sono due fratelli, arrestati per il furto di uno scooter: uno ha sottratto l'arma a un agente e ha aperto il fuoco. Entrambi sono stati fermati. Cordoglio dalle istituzioni.Proprio nel giorno in cui il capo della polizia, Franco Gabrielli, ha ammesso che gli stranieri sono coinvolti in un crimine su tre, a Trieste sono morti due poliziotti, Pierluigi Rotta (agente scelto, 34 anni, napoletano) e Matteo Demenego (agente, 31 anni, di Velletri) in una sparatoria con due fratelli dominicani: Alejandro Setphan Meran (29 anni, affetto da disagio psichico) e Carlyle Stephan Meran (32 anni). A fare fuoco sarebbe stato il più giovane dei due.Il fattaccio è avvenuto nella Questura del capoluogo friulano, tra via Tor Bandena e via del Teatro Romano, poco prima delle 17 di ieri. I due fratelli erano i sospetti responsabili della rapina di uno scooter messa in atto nelle prime ore del mattino ed erano stati perciò arrestati. Da una nota della Questura si apprende che «per motivi in fase di accertamento, uno dei due ha distolto l'attenzione degli agenti e ha esploso a bruciapelo più colpi verso di loro». Nel tardo pomeriggio hanno iniziato a circolare versioni più dettagliate della dinamica. Uno dei fermati, probabilmente Alejandro, avrebbe chiesto di andare in bagno. All'improvviso, l'uomo avrebbe aggredito un poliziotto, gli avrebbe sfilato la pistola e avrebbe iniziato a fare fuoco, ferendo a morte Rotta e Demenego e colpendone in modo lieve altri due agenti (uno dei quali raggiunto di striscio da un proiettile alla mano). Anche il fratello dell'aggressore è rimasto ferito nella sparatoria che si è innescata con i poliziotti. La zona della Questura è stata immediatamente circondata da un cordone . I due balordi sono stati fermati. La conferma della morte degli agenti è arrivata alle 18.21. Le loro condizioni erano apparse fin da subito disperate. Lo prova l'agghiacciante audio di una comunicazione interna diffuso in serata: «Hanno smesso di fare il massaggio cardiaco ai colleghi nell'atrio. Hanno smesso perché sono morti tutti e due».Secondo le testimonianze dei passanti e dei titolari di alcuni esercizi commerciali nei dintorni, si sono sentiti diversi spari, che hanno seminato il panico tra la gente. Un negoziante ha riferito anche di aver visto un giovane correre fuori dalla Questura e tentare di aprire un'auto della polizia, senza però riuscirvi. Alcuni agenti, infatti, gli sono piombati addosso e lo hanno bloccato. L'altro uomo avrebbe tentato di scappare attraverso i sotterranei dell'edificio, ma poco dopo sarebbe stato catturato. Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che si trovava a un convegno per la presentazione di un libro nell'ateneo friulano, dopo aver appreso telefonicamente della sparatoria, è subito partito per Trieste «per incontrare il questore e chiarire le dinamiche di questo evento drammatico». Fedriga ha espresso la sua vicinanza «alle famiglie e alle forze dell'ordine. Penso sia un fatto drammatico per tutta la comunità e per tutto il Paese».Anche il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese e il capo della polizia Gabrielli si sono recati nel capoluogo friulano per seguire gli sviluppi della tragica vicenda. Il sindaco di Trieste, Roberto Di Piazza, ha dichiarato il lutto cittadino. Il premier, Giuseppe Conte, ha twittato: «La morte dei due agenti suscita grande dolore. Questa tragedia ferisce lo Stato. A nome mio e del governo esprimo la commossa vicinanza ai familiari delle vittime e a tutto il corpo della polizia di Stato» Si è fatta sentire anche la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati: «Esprimo il mio più sentito cordoglio e tutto il mio sdegno per quanto avvenuto. Ai familiari dei due ragazzi che hanno perso la vita, mentre con coraggio e abnegazione svolgevano il loro dovere, giunga tutta la mia vicinanza». Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha espresso «profonda tristezza». È intervenuto anche il leader leghista, Matteo Salvini: «Sconcerto e dolore per quanto accaduto a Trieste. Sempre e comunque da parte delle forze dell'ordine. Per gli assassini, nessuna pietà». Giorgia Meloni ha parlato di «sgomento e rabbia. I bastardi assassini marciscano in galera». Il Sindacato autonomo di polizia, da sempre sulle barricate per denunciare i rischi cui sono esposti gli uomini in divisa, spesso nell'impunità dei delinquenti, ha diramato un comunicato: «Esprimiamo il nostro profondo cordoglio alla famiglia dei due colleghi uccisi a Trieste. Siamo addolorati». Stefano Paoloni, segretario generale del Sap, è stato perentorio: «Siamo continuamente vittime di balordi. Abbiamo bisogno di maggiori tutele mentre siamo in strada. La consapevolezza di restare impuniti alimenta condotte come questa, che ci porta a piangere due giovani colleghi». In effetti, quello delle aggressioni ai membri delle forze dell'ordine è un fenomeno che ha raggiunto dimensioni preoccupanti. E l'incremento della popolazione straniera in Italia ha indubbiamente contributo ad ampliarne la portata. In base alle elaborazioni del Sap, dei 184 assalti subiti da poliziotti, carabinieri e vigili urbani tra il primo giugno e il primo ottobre 2019 (cui va ormai aggiunto l'episodio di ieri), il 75% ha visto come responsabili stranieri irregolari. E intanto le divise contano già quattro caduti.
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