2021-07-23
Tra dubbi, timori e lusinghe è partita la grancassa per confermare Mattarella
Sergio Mattarella (Getty Images)
Il presidente che oggi compie 80 anni viene adulato ed evocato come insostituibile. Un modo per blindare Mario Draghi a Palazzo Chigi: per il Pnrr e perché l'Ue si fida di lui.Non desta sorpresa che i media trattino in guanti bianchi l'inquilino del Colle. Meno che mai, il fatto che i toni si facciano ancora più ossequiosi in occasione del compleanno di Sergio Mattarella, che oggi taglia il traguardo degli 80 anni. Il primo a omaggiarlo era stato l'altro ieri Marzio Breda, sul Corriere della Sera. Ma è politicamente più significativo il pezzo pubblicato ieri su La Repubblica a firma di Concetto Vecchio.Per un verso, c'è tutto il repertorio più prevedibile, accompagnato dalle foto di Mattarella trionfante a Wembley, quasi fosse stato lui a parare il rigore decisivo al posto di Gigio Donnarumma. La parte lirica dell'articolo descrive un Mattarella ormai «popolare come Sandro Pertini», e traccia la parabola di un presidente «partito in sordina, semisconosciuto al grande pubblico, un siciliano silenzioso che da anni non rilasciava interviste» ma che ora «è riuscito, come un padre che sa che quello che conta è l'esempio, a conquistare la stima della maggioranza degli italiani». La cavalcata encomiastica è inarrestabile: «Nel dramma del Covid Mattarella ha tenuto unita l'Italia», «la sua Bibbia è la Costituzione, il senso delle istituzioni ha fatto il resto». Per altro verso, c'è un accenno al fatto che l'avvio del semestre bianco, il 3 agosto, lo priverà del potere di scioglimento, ma non di quello di «farsi sentire». E qui Vecchio evoca lo strumento dei messaggi alle Camere.Ma attenzione alla parte più succosa del pezzo, che apparentemente parte da un dettaglio di cronaca: «Nella notte del trionfo europeo, sotto le finestre del Quirinale c'è chi ha intonato il coro: “Resta con noi, Sergio"». Ingenui noi che pensavamo che i tifosi stessero festeggiando Roberto Mancini, Jorginho, Chiellini, Bonucci e gli altri. Ma la firma di Repubblica non perde il filo: «Un desiderio che hanno in molti nel mondo politico romano. Acconsentirà quindi a una rielezione, a febbraio? Nessuno può dirlo. Nemmeno il diretto interessato, anche se ha più volte ribadito di essere fermamente contrario. Dipenderà dallo stato del paese e dagli equilibri della maggioranza tra sei mesi. E dalle ambizioni di Mario Draghi». E qui ai lettori non sarà sfuggito un aspetto tutt'altro che marginale: finora, per via diretta e indiretta, dal Quirinale erano giunti sempre e solo dinieghi. In questo articolo di Repubblica, invece, pur lasciando a verbale la contrarietà precedentemente espressa da Mattarella, tutto appare smussato («Nessuno può dirlo. Nemmeno il diretto interessato…»). Non occorre un indovino per prefigurare la narrazione. Si dirà che Mario Draghi deve restare dov'è per l'implementazione del Pnrr e perché l'Ue si fida di lui. E contestualmente partirà la campagna sull'insostituibilità di Mattarella. Va peraltro notato che, diversamente da alcuni articoli di qualche mese fa, non si fa riferimento a una rielezione a tempo, per un biennio, ma si evoca un bis pieno: sette anni più altri sette. Roba da monarchia. Spostandoci dal retroscena politico all'analisi giuridica, appare interessante - in questa chiave - anche un intervento del professor Francesco Clementi (diritto pubblico comparato, Università di Perugia) ieri sul Sole 24 Ore. Il giurista ragiona sulle caratteristiche del semestre bianco, e sull'ipotesi che proprio in quel periodo le tensioni politiche esplodano. «Se il gioco politico si facesse duro, con i partiti che fossero disposti a mettere a rischio il governo Draghi (…), sarebbe ben strano che il presidente della Repubblica rimanesse con le mani in mano a guardare la nostra autodistruzione». Fino a questo scenario: «Nulla potrebbe impedirgli, ad esempio, di dimettersi molto anticipatamente rispetto alla scadenza naturale, costringendo così le forze politiche a un'elezione anticipata dentro un clima politico rovente, che porterebbe inevitabilmente il suo successore a invocare quanto prima il ritorno alle urne». In chiusura, Clementi torna al punto di fondo: anche durante il semestre bianco, «il presidente continua a conservare» una forza da «motore di riserva». Naturalmente, nessuno sa se questa ipotesi si realizzerà (anche perché creare le condizioni oggettive di uno scioglimento anticipato delle Camere a marzo-aprile 2022, con un anno di anticipo, non accrescerebbe la popolarità di Mattarella tra gli attuali deputati e senatori), ma il solo fatto che venga evocata serve a ribadire la centralità dell'attuale inquilino del Colle. E, anche senza immaginare tensioni estreme, per far crescere l'ipotesi del bis basterà insistere sulla necessità che Draghi resti a Palazzo Chigi. L'assenza di forti candidature alternative al Colle, e un'eventuale colpevole inerzia o divisione del centrodestra (che, se unito, sarebbe a una cinquantina di voti dall'esprimere una candidatura vincente), rimetterebbe Mattarella in pole position. L'avanzare senza efficacia delle votazioni nel Parlamento in seduta comune farebbe il resto: a un certo punto salirebbe la spinta per chiudere la partita rieleggendo l'attuale presidente. È ciò su cui contano i sostenitori del bis.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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