2025-03-17
I droni «piccoli come vermi» con cui Israele raccoglie informazioni di intelligence a Gaza
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Dopo le operazioni dei «cercapersone» e poi dei «walkie-talkie» esplosivi che hanno ferito gravemente quasi 4.000 membri di Hezbollah, gli israeliani, in un'impresa tecnica di tipo diverso, hanno disseminato minuscoli dispositivi di raccolta di informazioni in vari siti della Striscia.L'impresa sta nella miniaturizzazione di questi dispositivi, rendendoli «piccoli come un verme», che sono difficili da localizzare. Israele ha recentemente intensificato le operazioni di intelligence nella Striscia di Gaza, utilizzando droni per installare dispositivi di spionaggio e raccogliere informazioni su potenziali obiettivi futuri. Lo riporta il quotidiano arabo Asharq al-Awsat ripreso dal Jerusalem Post. Secondo il rapporto alcuni di questi droni vengono impiegati per ottenere informazioni sugli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia. Inoltre, altre fonti legate a organizzazioni terroristiche locali sostengono che i droni utilizzati da Israele trasportino avanzati strumenti di sorveglianza, tra cui microtelecamere e dispositivi di intercettazione di dimensioni estremamente ridotte, paragonabili a quelle di un verme. Questi strumenti sarebbero nascosti in borse collocate in zone remote, cimiteri e persino in quartieri densamente popolati.Secondo le fonti, agenti di gruppi terroristici hanno identificato e neutralizzato alcuni tentativi di spionaggio. Un rapporto rivela che le forze di sicurezza di Gaza hanno monitorato i siti di consegna per verificare se agenti israeliani si recassero sul posto per recuperare i dispositivi. Questa attività di sorveglianza avrebbe portato all'arresto di diversi palestinesi. Inoltre, Israele sta raccogliendo il maggior numero possibile di informazioni per aggiornare il proprio database sugli obiettivi a Gaza. Sono state individuate diverse località in cui sono stati osservati droni intenti a dispiegare dispositivi di spionaggio. Tra queste figurano il centro di Khan Yunis, Deir al-Balah, il campo profughi di al-Nuseirat, quello di al-Bureij, il campo profughi di al-Zawaida e vari quartieri di Gaza City. Le organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza sarebbero in stato di massima allerta, temendo un'operazione improvvisa delle Forze di difesa israeliane via aria o via terra. Secondo le fonti, Israele starebbe impiegando un tipo di drone suicida, già utilizzato in passato per eliminare mirate di terroristi e comandanti sul campo durante il conflitto.In risposta a queste segnalazioni Hamas ha adottato nuove misure di sicurezza, mettendo in guardia contro i presunti tentativi dell'intelligence israeliana di monitorare le attività a Gaza, in particolare nelle zone in cui avvengono le consegne di ostaggi. Un canale Telegram affiliato a Hamas, Al-Hares (Il Guardiano), ha riportato la dichiarazione di un comandante dell'organizzazione all'interno della Sicurezza Nazionale di Gaza, secondo cui Israele avrebbe intensificato le operazioni di intelligence nella Striscia, con particolare attenzione al periodo del Ramadan, nel tentativo di raccogliere informazioni. «A causa degli sforzi di intelligence e della raccolta di informazioni da parte di Israele, le famiglie dei combattenti della resistenza devono procedere con estrema cautela ed essere pronte a qualsiasi situazione di emergenza», è stato scritto sul canale. Nel messaggio si invitavano inoltre gli abitanti di Gaza a evitare di condividere informazioni sui membri di Hamas, a limitare l'esposizione ai media e ad astenersi dal pubblicare dettagli privati sui social media. Questo è un ulteriore esempio di come gli scienziati israeliani continuino a superare in astuzia i nemici dello Stato ebraico. Dall'attacco informatico con il worm Stuxnet, che ha compromesso le centrifughe iraniane per l'arricchimento dell'uranio, fino alle operazioni contro Hezbollah, con «i cercapersone esplosivi» che hanno colpito migliaia di suoi agenti.Ora, l'attenzione è rivolta ad Hamas che sta disperatamente tentando di individuare i sofisticati dispositivi di raccolta dati, «piccoli quanto un verme», rilasciati dai droni israeliani in tutta Gaza. Sempre in ambito tecnologico, Pavel Ginzburg, professore presso la facoltà di Ingegneria Elettrica dell'Università di Tel Aviv, ha sviluppato un metodo innovativo per semplificare il rilevamento di droni estremamente piccoli, talmente minuscoli da poter essere scambiati per uccelli. Lo ha spiegato il professor Brian Rosen, vicepresidente per gli Affari Internazionali della stessa facoltà. In un'intervista a ILTV, Rosen ha sottolineato che il metodo sviluppato dal professor Ginzburg permette inoltre a Israele di distinguere con precisione tra droni nemici e alleati.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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