2021-03-13
Draghi accelera sulle vaccinazioni ma non dà i numeri dei vaccinatori
Mario Draghi (Alessandra Benedetti - Corbis/Corbis via Getty Images)
Il premier punge Giuseppe Conte e sfodera nuovi dati: «Ritmo doppio rispetto alla media dei due mesi precedenti». Poi fissa l'obiettivo dei 500.000 sieri al giorno. Sul personale necessario, però, ancora mancano cifre precise.Tra gli indagati per la morte del militare appena immunizzato anche l'ad dell'azienda Intanto continua la querelle con Bruxelles circa i presunti ritardi sulle consegne.Lo speciale contiene due articoli.«Se ci sono delle strozzature nella logistica non sono qui». Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha esordito con questa battuta prima di leggere il suo intervento - il primo, pubblico, dalla sua elezione - durante l'inaugurazione del centro vaccinale anti Covid dell'aeroporto di Fiumicino. Per poi sottolineare il «nuovo vigore», rispetto al passato, promesso ai cittadini sul fronte della campagna vaccinale: «Solo nei primi undici giorni di marzo è stato somministrato quasi il 30% di tutte le vaccinazioni fatte fino all'inizio di questo mese: è il doppio della media dei due mesi precedenti. Il ritmo giornaliero attuale è di circa 170.000 somministrazioni al giorno», ha detto Draghi. Assicurando che «l'obbiettivo è triplicarlo presto». In che modo? Ieri il presidente del Consiglio ha spiegato che verranno utilizzati tutti gli spazi utili disponibili per le vaccinazioni - «non solo negli ospedali, ma anche nelle aziende, nelle palestre e nei parcheggi come questo di Fiumicino» - e che in Italia sono già operativi 1.694 siti vaccinali fissi, mentre altri verranno individuati. Il governo dovrà però dare una sveglia al contatore GitHub del ministero della Salute che ieri pomeriggio attorno alle 17 segnava ancora solo 297 punti di somministrazione per altro fermi, come dati caricati, a diciotto giorni fa. Lo stesso contatore che, lo abbiamo scritto più volte, viene aggiornato velocemente sul numero di dosi somministrate ma meno sulle dosi di vaccino che vengono consegnate dalle case farmaceutiche a ogni Regione. Complicando, così, il calcolo delle scorte di vaccini che ancora giacciono in frigo. Ieri, ad esempio, sono arrivate all'aeroporto di Pratica di Mare altre 295.200 dosi del vaccino Astrazeneca. Dopo la suddivisione da parte del personale del ministero della Salute, è iniziata la distribuzione nelle varie Regioni, in 101 farmacie (ospedaliere) e 11 siti stoccaggio della Difesa, a cura delle forze armate. Con queste, ovviamente non ancora registrate, sul cruscotto digitale del ministero (alle 19 di ieri sera), mancano all'appello quasi 1,6 milioni di dosi già arrivate per un totale di oltre 3 milioni di scorte.«Abbiamo già ricevuto 7,9 milioni di dosi, ma contiamo su una forte accelerazione nelle prossime settimane, anche a seguito della recente approvazione del vaccino Johnson & Johnson», ha comunque spiegato ieri Draghi aggiungendo che è di ieri la conclusione del «primo contratto tra un'azienda italiana e un'azienda titolare di un brevetto» (senza però fare nomi). Quanto al futuro, «continueremo a sviluppare la capacità produttiva di vaccini in Italia. L'Unione europea ha preso degli impegni chiari con le case farmaceutiche e ci aspettiamo che vengano rispettati. In queste settimane abbiamo preso decisioni forti nei confronti delle aziende in ritardo con le consegne», ha proseguito, riferendosi indirettamente al blocco delle 250.000 dosi di Astrazeneca dirette verso l'Australia deciso nei giorni scorsi dall'Italia. Se i vaccini non mancheranno, così come abbonderanno i punti vaccinali, bisogna capire quali e quante forze verranno messe in campo per somministrarli. Ieri Draghi ha detto che ci sarà bisogno dell'aiuto dei «medici generali, specialisti e specializzandi, con cui abbiamo già sottoscritto accordi a tal fine» ma anche dei «medici competenti delle aziende, medici sportivi e odontoiatri». Una sorta di chiamata alle armi, dunque. Che però non mostra ancora cifre precise sulla effettiva disponibilità dei nuovi rinforzi. Il terzo elemento della catena logistica della campagna sono i vaccinandi. Cioè le persone da immunizzare, con la precedenza data ai soggetti «vulnerabili» e ai cosiddetti «fragili» sulla base delle cosiddette fasi previste nelle «raccomandazioni ad interim sui gruppi target di vaccinazione» elaborate da ministero della Salute, commissario straordinario, Iss, Agenas e Aifa. Un ordine che ha visto inserire di recente nei «vulnerabili» anche avvocati e docenti universitari. «L'Italia ha scelto di cominciare la sua campagna vaccinale dal personale delle strutture sanitarie, che deve poter operare in sicurezza, nell'interesse di tutti. Abbiamo poi proceduto a vaccinare nelle Rsa, dove vivono i nostri concittadini più fragili. Infine, abbiamo dato priorità agli ultra-ottantenni, insieme a chi opera nella scuola, nell'università e nel soccorso pubblico. Mentre completeremo la vaccinazione di queste categorie, procederemo rispettando un ordine dato dall'età e dalle condizioni di salute», ha detto Draghi. Chiedendo poi «a tutti, di aspettare il proprio turno, come ha fatto in maniera esemplare il presidente della Repubblica». In realtà, più che chiedere, va trovato un modo per imporre il rispetto delle regole ai furbetti pronti a saltare la fila. Resistendo anche a eventuali pressioni delle lobby professionali. Nel suo intervento a Fiumicino, ieri Draghi ha anche diffuso i numeri sui contagi che hanno imposto la nuova stretta sulle chiusure: nell'ultima settimana, si sono registrate 150.175 nuove infezioni, a fronte delle 130.816 della settimana precedente - un aumento di quasi il 15%. In queste due settimane, l'incremento dei ricoverati positivi al virus è stato di quasi 5.000 persone, e il numero di pazienti in terapia intensiva è cresciuto di oltre 650 unità. Così ha aperto il suo discorso. Che si è concluso con una promessa: «Questo governo vi accompagnerà con la stessa intensità mostrata nel suo primo mese di lavoro». Speriamo.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/draghi-accelera-sulle-vaccinazioni-ma-non-da-i-numeri-dei-vaccinatori-2651038077.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="pm-e-ue-all-assalto-di-astrazeneca" data-post-id="2651038077" data-published-at="1615578971" data-use-pagination="False"> Pm e Ue all'assalto di Astrazeneca «L'Agenzia italiana del farmaco ha bloccato un lotto di vaccini Astrazeneca, dopo la segnalazione di alcuni gravi eventi avversi. È una decisione precauzionale, in linea con quanto fatto in altri Paesi europei, e che dimostra l'efficacia dei sistemi di farmacovigilanza», ha detto Mario Draghi nel suo discorso tenuto dopo l'inaugurazione del nuovo hub vaccinale di Fiumicino. Il parere dell'Aifa, condiviso dagli scienziati, è che non ci sia alcuna prova che questi eventi siano legati alla somministrazione del vaccino. «L'Agenzia europea per i medicinali sta esaminando i casi sospetti, ma ha anche consigliato di proseguire col suo utilizzo. Qualunque sia la decisione finale dell'Ema, posso assicurarvi che la campagna vaccinale proseguirà con rinnovata intensità», ha detto il premier. In Italia l'autorità di vigilanza sui farmaci si è quindi mossa in seguito all'inchiesta aperta dalla Procura di Siracusa sulla morte del sottufficiale della Marina militare Stefano Paternò, 43 anni, deceduto tre giorni fa a Misterbianco (Ct), che il giorno prima si era sottoposto alla prima dose di vaccino. La stessa Procura ha iscritto nel registro degli indagati quattro persone, tra cui anche l'ad di Astrazeneca, Lorenzo Wittum, con l'accusa di omicidio colposo. La procura parla di un «atto dovuto» prima di eseguire l'autopsia fissata per oggi. Le altre tre persone raggiunte dall'avviso di garanzia, notificato da carabinieri del Nas di Catania, sono un medico e un infermiere dell'ospedale militare dove è stato somministrata la dose, e un medico del 118. Va precisato che l'Aifa ha sospeso in via precauzionale la somministrazione sul territorio nazionale di un unico lotto, il numero ABV2856. Il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, ha sottolineato che per ora «non è stato dimostrato alcun nesso di causalità» ricordando anche che in Inghilterra sono state inoculate 8-9 milioni di dosi, «e non sono stati riportati eventi avversi di particolare gravità». Anche Margaret Harris, portavoce dell'Organizzazione mondiale della sanità, durante una conferenza stampa delle Nazioni unite a Ginevra ha assicurato ieri che «non c'è alcun motivo per smettere di usare il vaccino Astrazeneca contro il Covid». Intanto l'azienda resta nel mirino della Ue. La Commissione europea continua infatti a esercitare la massima pressione sul gruppo affinché rispetti gli impegni previsti sul fronte delle consegne. La notizia rilanciata dall'agenzia Reuters - ma non confermata dall'azienda - che le dosi di vaccino attese entro marzo sarebbero 30 milioni, un terzo di quanto indicato nel contratto, ha offerto l'ennesimo assist a Bruxelles con il commissario all'Industria Thierry Breton che ieri ha chiamato direttamente in causa anche il cda del gruppo anglo-svedese («si assuma la sua responsabilità fiduciaria e faccia ciò che serve per adempiere agli impegni»). Nel frattempo, la commissaria agli Affari interni della Ue, Ylva Johansson, ha detto che il certificato digitale Ue (il cosiddetto passaporto vaccinale) con le informazioni su test, anticorpi o vaccinazione terrà conto solo dei vaccini anti Covid-19 approvati dall'Unione europea dopo la valutazione positiva dell'Ema. Ciò implica che, almeno sulla base della situazione attuale, siano esclusi il vaccino cinese Sinopharm usato in Ungheria e il vaccino russo Sputnik V ordinato da Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia. Infine, una buona notizia: ieri l'Aifa ha dato il via libera al vaccino Johnson & Johnson già approvato dall'Ema. Si tratta del quarto vaccino anti-Covid approvato in Italia dopo quelli di Pfizer-Biontech, Moderna e Astrazeneca.