Dovremo pagare le case e la sanità ai clandestini. Dl sicurezza sbriciolato

Nel 2002, quando il governo di allora guidato da Silvio Berlusconi, annunciò una regolarizzazione per quasi 700.000 stranieri, i militanti antagonisti che allora venivano chiamati no global protestarono dinnanzi ai palazzi del potere, gridando che si stava facendo un favore ai mercanti di esseri umani. Luigi Malabarba, esponente di Rifondazione comunista, era furente. Parlò di una «sanatoria padronale», che avrebbe dato «alle imprese i poteri di assumere e di cacciare in qualsiasi momento i lavoratori migranti, di taglieggiarli nel salario, per pagare le quote di regolarizzazione e di affitto; mentre si moltiplicano i licenziamenti dei lavoratori al nero a cui è negato il diritto di denunciare l'esistenza del rapporto in atto».
Erano osservazioni in gran parte giuste, anche se allora il provvedimento di regolarizzazione si rivolgeva per lo più a colf e badanti e a persone che già lavoravano, non a irregolari spuntati da chissà dove. Inoltre, le sanatorie passate sono state fatte in parallelo a nuove leggi sull'immigrazione e all'introduzione del reato di clandestinità. Comunque sia, oggi a sinistra la pensano molto diversamente, e celebrano le virtù del condono per clandestini (perché di condono si tratta).
Ci dicono che la regolarizzazione varrà anche per gli italiani, ma è una presa in giro, dato che un cittadino può essere assunto anche oggi senza bisogno di permessi di soggiorno. Dicono che non esiste scudo per gli sfruttatori dei braccianti in nero, ma è un'altra bugia. Vero: chi ha condanne passate o guai con la giustizia ancora pendenti non potrà beneficiare della norma. Ma è vero pure che chi - da incensurato - ha sfruttato fino a ieri i clandestini viene graziato, e può risolvere tutto con il pagamento di 400 euro circa. C'è poi da considerare, come notava Malabarba nel 2002, che non necessariamente chi oggi lavora illegalmente domani inizierà a farlo in regola. Magari, semplicemente, perderà il posto. A esprimere dubbi è addirittura Guido Savio della sorosiana Asgi, organizzazione tra le più immigrazioniste in circolazione. «Se la badante peruviana che lavora con mio padre da 5 anni e non è mai stata beccata, che interesse ho per metterla in regola? Lo stesso discorso vale anche per il bracciante: senza incentivi, la misura servirà a poco».
E queste sono soltanto le prime fregature. Di fatto, l'attuale decreto va a smantellare il lavoro fatto dai decreti sicurezza. Gli stranieri a cui non è stato riconosciuto, prima dell'8 marzo 2020, il diritto di restare in Italia come profughi, vengono in qualche modo ripescati. Lo ha spiegato persino Matteo Villa, studioso di immigrazione non certo amico di Salvini. Coloro che hanno perso il diritto di rimanere in Italia dallo scorso autunno, dice, potrebbero «reinventarsi» e «chiedere un permesso temporaneo per trovare lavoro nei campi o nelle case, e sperare così in un nuovo percorso di regolarizzazione». Non a caso, la notizia della sanatoria già ieri pomeriggio circolava su numerosi siti nordafricani: il passaparola fra chi pensa di partire è iniziato.
Da un lato, i migranti potrebbero trovare un impiego e rendere permanente il permesso temporaneo concesso dal dl rilancio. Oppure, potrebbero tenersi il permesso di 6 mesi e darsi alla macchia. Ma gli aspetti peggiori sono quelli economici. Al punto 17, il decreto stabilisce: «Le amministrazioni dello Stato competenti e le Regioni adottano soluzioni e misure urgenti idonee a garantire la salubrità e la sicurezza delle condizioni alloggiative». Significa che Regioni e Comuni dovranno farsi carico di un «piano alloggi» per i clandestini regolarizzati. Le dichiarazioni soddisfatte della Flai-Cgil di ieri lo confermano. Avete idea di quanto possa costare?
A questo fine, si prevede «l'implementazione delle misure previste dal Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato 2020-2022», che solo al ministero del Lavoro richiede un contributo da 89 milioni di euro. Case da costruire, dunque. Ma anche servizi da fornire: e infatti è previsto un aumento di fondi per milioni di euro alla sanità a beneficio degli stranieri.
Infine, onde velocizzare le procedure di regolarizzazione, si potranno fare nuove assunzioni a tempo: fino a 900 persone (assunte per 6 mesi più altri 6) «da ripartire nelle sedi di servizio interessate nelle procedure di regolarizzazione».
Tutto questo per una misura che, agli agricoltori, serve davvero a poco. Anche perché gli stranieri potranno regolarizzarsi dal primo giugno al 15 luglio, alla faccia degli ortaggi che marciscono nei campi...





