
La vittoria di Lega e M5s fa cambiare il vento: il Mef e l'Anac stanno studiando un decreto per rendere più semplici i risarcimenti per i risparmiatori rovinati dal crac delle Venete. Ma i 100 milioni già stanziati non bastano. I fondi in più dovranno entrare nel Def.La dimostrazione che era possibile aiutare gli sbancati arriva dal ministero dell'Economia e dall'Anac, l'autorità di vigilanza tutto fare guidata da Raffaele Cantone. Adesso che sono state perse le elezioni dal Pd e i due partiti di riferimento sono Lega e 5 stelle, il governo uscente si siede e discute per scrivere un decreto in grado di allargare a tal punto le maglie dei risarcimenti agli sbancati veneti che quasi tutti i risparmiatori rimasti a bocca asciutta potranno sperare in un rimborso. Almeno minimo. A darne notizia è il Messaggero spiegando come il governo dimissionario sia al lavoro per mettere a punto il provvedimento amministrativo necessario a indicare le regole con cui l'Anac «stabilirà in che modo indirizzare i risarcimenti in favore delle vittime dei reati finanziari delle banche venete poste in liquidazione coatta amministrativa dal decreto legge 99 nell'estate dello scorso anno». «È il ministero dell'Economia a occuparsi della delicata pratica in un contesto reso più complicato, appunto, dal fatto che il governo Gentiloni è in carica solo per gli affari correnti e non può assumere scelte politiche», si legge sul quotidiano romano. Per questa ragione, «i tecnici che stanno maneggiando il dossier operano in stretto contatto con tutti i partiti politici».In quest'ottica il decreto che sta prendendo forma punta a non inserire troppi vincoli al Fondo di ristoro (che ha una dotazione di 100 milioni nell'arco di quattro anni) per consentire a chiunque di presentare domanda e dimostrare di aver subito un danno ingiusto. Toccherà poi a Cantone valutare la possibilità di rimborso sulla base del danno accertato. Se questa impostazione verrà confermata, l'accesso al fondo sarà libero e, per dirla con le parole di una fonte impegnata nell'operazione, «in linea teorica tutti i risparmiatori potrebbero avere soddisfazione ma in linea pratica dipende dalle risorse. Banalizzando: se il danno riconosciuto a ciascun risparmiatore fosse di 1.000 euro, in media, con i 100 milioni disponibili verrebbero rimborsate fino a 100.000 persone».Prima di cantare vittoria gli sbancati dovranno attendere il prossimo Def o alla peggio la manovra che andrà a delinearsi a settembre. Infatti, da un lato c'è l'aspetto legislativo, la cornice dentro la quale dovranno muoversi i ristorni. Dall'altro c'è l'aspetto economico. L'attuale dotazione da 100 milioni non porta da nessuna parte. I fondi dovranno essere almeno triplicati per poter fare un ragionamento capillare. Come aveva già suggerito La Verità ai fini di un governo di scopo, i quasi 4 miliardi di utili versati da Bankitalia allo Stato potrebbero essere un buon basket da cui pescare. Anche solo un 20% risolverebbe una serie di problemi tecnici a livello di contabilizzazione. Una provocazione? Fino a un certo punto perché come dimostra il cambio di bandiera del Mef, volere è potere. Poi, spetterà eventualmente al primo governo della nuova legislatura il compito di trovare più fondi contro i reati bancari, a partire da quanti hanno «perso denaro investito in azioni e obbligazioni di Popolare di Vicenza e Veneto Banca (cedute a Intesa Sanpaolo al prezzo simbolico di un euro e con dote pubblica di 17 miliardi) e nelle altre crisi bancarie. Tra l'altro il dicastero di Via XX Settembre», spiega ancora il Messaggero, «ha dovuto faticare non poco per conservare la propria autonomia sulla stesura del decreto». «Nei giorni scorsi una parte politica ci ha anche chiesto di fermarci ma invece dobbiamo andare avanti», aggiunge il quotidiano. «La prossima maggioranza, poi, avrà piena facoltà di aggiustare la misura».Le coperture attuali arriveranno per due terzi dai conti dormienti, quelli non movimentati da oltre dieci anni, e per un terzo dal fondo speciale di Garanzia. A rendere meno gravoso il quadro generale, c'è il fatto che la scorsa settimana Intesa Sanpaolo ha completato le possibili operazioni di riacquisto dei titoli obbligazionari emessi da Popolare di Vicenza e Veneto Banca e assistiti da garanzia dello Stato e ha proceduto all'annullamento di questi titoli in suo possesso. La rinuncia alla garanzia sarà valida solo ed esclusivamente per i titoli detenuti dalla Banca (pari a circa 9,3 miliardi euro), mentre non produrrà effetti per i titoli rimasti in circolazione (pari a circa 800 milioni euro), ancora detenuti da altri obbligazionisti perché non portati in adesione alle predette operazioni di riacquisto.La mossa è chiaramente politica e serve al governo uscente per alleggerire il Def in via di definizione. Un modo semplice per ridurre il valore di indebitamento e di deficit. Ciò che conta sarà capire quanto Lega e 5 stelle decideranno di unire le forze su questo tema. Un governo impegnato non solo su una nuova legge elettorale, ma anche alla tutela economica degli sbancati, potrebbe convergere nel breve e trovare soldi e soluzioni per rimpinguare il fondo di Garanzia.
Roberto Gualtieri (Ansa)
Gualtieri avvia l’«accoglienza diffusa», ma i soldi andranno solo alla Ong.
Aiutiamoli a casa loro. Il problema è che loro, in questo caso, sono i cittadini romani. Ai quali toccherà di pagare vitto e alloggio ai migranti in duplice forma: volontariamente, cioè letteralmente ospitandoli e mantenendoli nella propria abitazione oppure involontariamente per decisione del Comune che ha stanziato 400.000 euro di soldi pubblici per l’accoglienza. Tempo fa La Verità aveva dato notizia del bando comunale con cui è stato istituito un servizio di accoglienza che sarà attivo dal 1° gennaio 2026 fino al 31 dicembre 2028. E ora sono arrivati i risultati. «A conclusione della procedura negoziata di affidamento del servizio di accoglienza in famiglia in favore di persone migranti singole e/o nuclei familiari o monogenitoriali, in possesso di regolare permesso di soggiorno, nonché neomaggiorenni in carico ai servizi sociali», si legge sul sito del Comune, «il dipartimento Politiche sociali e Salute comunica l’aggiudicazione del servizio. L’affidamento, relativo alla procedura è stato aggiudicato all’operatore economico Refugees Welcome Italia Ets».
2025-12-03
Pronto soccorso in affanno: la Simeu avverte il rischio di una crisi strutturale nel 2026
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iStock
Secondo l’indagine della Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza, dal 2026 quasi sette pronto soccorso su dieci avranno organici medici sotto il fabbisogno. Tra contratti in scadenza, scarso turnover e condizioni di lavoro critiche, il sistema di emergenza-urgenza rischia una crisi profonda.
Il sistema di emergenza-urgenza italiano sta per affrontare una delle sue prove più dure: per molti pronto soccorso l’inizio del 2026 potrebbe segnare una crisi strutturale del personale medico. A metterne in evidenza la gravità è Alessandro Riccardi, presidente della Simeu - Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza - al termine di un’indagine che fotografa uno scenario inquietante.
Ansa
Secondo indiscrezioni Stellantis valuta di usare l’alleato Leapmotor per produrre vetture elettriche a basso costo in Spagna da rivendere poi con lo storico brand italiano. La stessa operazione può riguardare Opel.
Perché Stellantis dovrebbe spendere tempo e risorse per sviluppare modelli full electric, quando ha a disposizione le vetture a batteria di Leapmotor che per costi e tecnologia sono le «migliori» in circolazione? La domanda circola da tempo negli ambienti più vicini alle cose della casa automobilistica italo-francese ed è diventata ancor più pertinente dopo il susseguirsi dei dati poco lusinghieri per le e-car in Italia.
2025-12-03
Dimmi La Verità | Elena Bonetti (Azione): «Manovra, riforma della giustizia e situazione politica»
Ecco #DimmiLaVerità del 3 dicembre 2025. Il presidente di Azione Elena Bonetti commenta la manovra, la riforma della Giustizia e la situazione politica generale.






