
Disastro di Sky che fa una campagna social sul ciclo mestruale cancellando il genere. E per Eva Cantarella, Giorgia Meloni al governo «non è una buona notizia» per il gentil sesso.Matt Walsh, giornalista e attivista statunitense in forze al Daily Wire, qualche tempo fa suscitò notevole scalpore con una video inchiesta che si basava su un’unica domanda: che cos’è una donna? Walsh pose la questione a politici, accademici e militanti neofemministe e ne cavò risposte allucinanti. Un equivalente italiano risulterebbe molto suggestivo ma, in fondo, superfluo, poiché il mondo progressista continua, benché non esattamente interpellato, a fornire le sue definizioni di «donna». Talvolta si tratta di definizioni per contrasto, ma poco importa. Semmai, il problema sta nell’idea del femminile che emerge da dichiarazioni, interviste, articoli eccetera.Forniamo a riguardo due piccoli esempi che si sono manifestati sui media in questi giorni. Esempi che non ci svelano propriamente che cosa sia una donna secondo la sinistra italiana. Semmai, essi ci rivelano che cosa una donna non è (almeno a parere dei progressisti). Tanto per cominciare, una donna - una vera donna - è tale se non è di destra. Che le cose stessero così lo sapevamo da tempo, ma ora ne abbiamo autorevole conferma grazie alle affermazioni di Eva Cantarella, una delle maggiori studiose italiane di cultura greca. Intervistata da Antonello Caporale sul Fatto quotidiano, la professoressa spiega che non sempre il fatto di avere «una donna al potere» è per forza «una buona notizia per le donne».«Se Giorgia Meloni proclama in piazza di essere donna, madre e italiana, e sviluppa nel trittico Dio, patria e famiglia il proprio impegno civile, beh siamo oltre una cattiva notizia. E mi fa specie che non si capisca subito», dice Cantarella. «Legare l’identità femminile alla condizione di madre è di per sé una cintura di contenimento civile. È un’oratoria regressiva ed è un fatto che alcune donne sono dichiaratamente antifemministe».A dirla tutta, la studiosa appare vagamente contraddittoria nelle sue esternazioni. A un certo punto, per dire, dichiara che «avere un figlio dovrebbe essere una scelta libera e consapevole dei genitori e, per la donna che lo mette al mondo, la gravidanza provoca un impatto fisico ed emotivo ancor più considerevole. Invece la maternità è nei fatti proibita a migliaia (milioni?) di donne che non possono gestirla economicamente né possono ottenere il tempo che necessita per affrontarla con serenità». Ebbene, sono più o meno le stesse argomentazioni che Giorgia Meloni utilizzò quando disse che esiste un diritto a essere madri e che questo diritto troppo spesso viene negato. Insomma, la Cantarella sembra persino concordare con la donna che così cordialmente detesta.In ogni caso, il senso del suo pensiero è chiarissimo: si è donna non per nascita o per via del corpo che si possiede, ma in ragione della propria collocazione politica e delle proprie idee. Se l’esemplare umano è di sesso femminile ma simpatizza per la destra e non condivide le istanze neofemministe, allora non siamo di fronte a una donna vera bensì a una sorta di simulacro, a una brutta copia che, infatti, non sostiene la causa ma la danneggia.Altre e fondamentali informazioni ci giungono da Sky, emittente che si vuole molto raffinata e chic nonché molto rispettosa della correttezza politica. Da qualche tempo, essa pare impegnata in una battaglia molto seria sulle mestruazioni. In un articolo di fine ottobre ancora presente sul sito spiegava, ad esempio, che «i diritti mestruali sono diritti umani, ma le discriminazioni che riguardano il ciclo sono ancora molte: lo dimostra la prima indagine sulla povertà mestruale condotta in Italia da WeWorld, da cui è emerso che nel nostro Paese una persona su sei non può permettersi assorbenti o coppette».Notate qualcosa di strano nella frase? Un aiutino: la parola «persone». Risulta che non siano le «persone» ad avere le mestruazioni, ma le donne. Eppure a Sky sembrano non saperlo. Da ottobre a oggi nessuno li ha informati. Infatti ancora in questi giorni, in un articolo apparso sul sito e nei relativi post su Instagram, i bravi colleghi (anzi, colleghe) spiegavano: «Le mestruazioni sono un tabù sul lavoro e nella vita quotidiana e la ricerca sul ciclo mestruale è sottofinanziata. Ma c’è un luogo in cui le persone con utero e che hanno un ciclo mestruale possono fare “comunità”: le app di monitoraggio del ciclo». Di nuovo quella parolina: persone. Proprio non ce la fanno a dire donne, anche se le «persone con utero» altro non possono essere se non femmine. Sarà pure che lo pseudopensiero woke sta subendo batoste in ogni angolo del mondo occidentale, tuttavia sembra che resista con ostinazione in alcune roccaforti di non secondaria importanza come università e mezzi di comunicazione.Comunque sia, da una breve ricognizione del pensiero sinistrorso abbiamo appreso che una donna è un essere umano non di destra e che non necessariamente nasce con l’utero. Non sappiamo dire quale delle due caratteristiche sia più importante: votare a sinistra è più importante che avere un utero per essere donne? Ci resta il dubbio, magari a Sky possono aiutarci a fugarlo con una bella inchiesta. Qualora decidessero di farla, suggeriamo modestamente di intervistare Eva Cantarella.
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