2025-08-17
        Divieto di espatrio per i tre minorenni rom
    
 
        Il punto di via Saponaro, nel quartiere Gratosoglio di Milano, dove Cecilia De Astis è stata investita. Nel riquadro, i quattro bambini che si trovavano sull’auto che ha ucciso la donna (Ansa)
    
Irreperibile il quarto ragazzino coinvolto nella morte di Cecilia De Astis. Beccaria sovraffollato, Ilaria Salis frigna.Si cerca il quarto ragazzino che era a bordo dell’automobile che ha investito e ucciso Cecilia De Astis, la pensionata di 71 anni deceduta a Milano. Il giudice del Tribunale per i minorenni ha disposto il divieto di espatrio per tre dei quattro ragazzini. È stato inoltre convalidato, come richiesto dal sostituto procuratore del Tribunale dei minori, il provvedimento d’urgenza eseguito dalla polizia locale tra mercoledì e giovedì notte per il collocamento in una struttura protetta dei fratelli di 13 e 12 anni e della loro cugina di 11. Gli investigatori sono al lavoro per ricercare il quarto componente del gruppo di minorenni che era nell’automobile rubata con la quale è stata travolta e uccisa la pensionata.I ragazzini, dopo l’incidente avvenuto lunedì scorso, erano stati rintracciati nel campo rom di Selvanesco, nella periferia di Milano. I quattro erano stati individuati anche grazie alle immagini di alcune telecamere che ritraevano i minori, riconosciti per alcune magliette che indossavano. Erano stati raggiunti dalle forze dell’ordine in attesa di provvedimenti adeguati perché i quattro non sono imputabili essendo minori di 14 anni. Inizialmente si erano mostrati collaborativi, ma poi si sono dati alla fuga assieme ad alcuni familiari. Però, le forze dell’ordine sono riusciti ad acciuffarne tre. Nello specifico, la ragazzina è stata fermata, con la collaborazione della polizia stradale del compartimento Piemonte, sull’autostrada A6 Torino-Savona all’altezza del casello di Fossano in direzione Ventimiglia. Mente i due fratelli, tra cui il conducente dell’automobile che ha provocato la morte della pensionata, sono stati fermati in Piemonte in un terreno agricolo nel Comune di Beinasco. Avevano detto di essersi allontanati per vietare il clamore mediatico ma, invece, avevano organizzato una vera e propria fuga assieme alle loro famiglie. Tutti e tre sono stati già trasferiti in comunità protette in attesa che vengano valutati specifici e adeguati provvedimenti. Intanto, proseguono le indagini non solo per individuare il quarto minorenne, ma anche per ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto.Non si placa, intanto, il dibattito politico su quanto accaduto e sulle condizioni in cui vivono i rom nei numerosi accampamenti dislocati in Italia molti dei quali abusivi. «Il problema», ha detto il ministro Matteo Salvini dopo la visita fatta al carcere di Rebibbia, «è il contesto sociale in cui sono cresciuti, vuol dire che ci sono dei genitori che non sono in grado di esserlo e bisogna salvare quei ragazzi affidandoli a istituzioni o famiglie che offrano a loro un futuro. Sono ipocriti quelli che chiudono gli occhi: i campi rom nel 99% dei casi sono luoghi di educazione all’illegalità. Quindi che ci siano campi rom ancora tollerati nel 2025 è incredibile».Una situazione insostenibile è anche quella che ha raccontato sui social Ilaria Salis, europarlamentare di Avs, dopo aver fatto un blitz nel carcere Beccaria di Milano nel giorno di Ferragosto. «Ferragosto in carcere significa caldo opprimente, sovraffollamento e la disperata sensazione di essere abbandonati»: con queste parole la Salis ha commentato su Instagram l’ispezione a sorpresa al Beccaria di Milano, dove sono presenti 66 ragazzi. «La struttura», ha ricordato l’europarlamentare, «è tra le più grandi e sovraffollate d’Italia. In celle già anguste, alcuni dormono su materassi a terra. Concentrare tanti minori fragili nello stesso luogo, invece di inserirli in contesti educativi e di supporto è un errore annunciato. Il risultato è scontato: incuria, tensioni quotidiane, uso diffuso di psicofarmaci e sedativi, frequenti episodi di autolesionismo. Un carcere per minori, praticamente identico a uno per adulti, non dovrebbe esistere. E ciò che accade a Milano è parte di un problema nazionale perché nonostante il calo dei reati minorili, le misure restrittive sono aumentate e sempre più giovani finiscono dietro le sbarre. Quando questo governo si è insediato, negli Ipm c’erano 392 detenuti; oggi sono 611, con un incremento del 55%. Una crescita senza precedenti. Viene da chiedersi», ha concluso la Salis, «se l’obiettivo sia davvero risolvere i problemi o piuttosto gonfiarli, per poi speculare politicamente su propaganda e paura». Il problema del sovraffollamento nel carcere Beccaria di Milano esiste da tempo e da tempo è al centro di dibattito e polemiche politiche. Nel penitenziario si registra un elevato numero di detenuti di origini straniere, molti dei quali anche islamici. Intanto, la vigilia di Ferragosto si sono svolti i funerali della pensionata travolta e uccisa a Milano in cui si respirava un’area di dolore e rabbia. Don Paolo Steffano, il sacerdote che ha celebrato il funerale della donna, ha rivolto un messaggio a tutta la comunità: «Non servono i discorsi, i proclami, né lo scaricabarile e lo scarico di responsabilità. È sempre colpa di un altro, di un’altra istituzione. Non servono neppure i documenti sulle periferie, nemmeno le encicliche sulla convivenza pacifica. Servono fatti concreti. Ecco di che cosa abbiamo bisogno».