2020-10-11
Dissenso in piazza. Il governo sfrutta chi protesta per trovare untori
Appena 1.000 persone manifestano a Roma. Ma l'esecutivo usa i pochi contestatori per spostare l'attenzione dai suoi errori.Non ce ne vogliano: i classici quattro gatti. Assembratissimi, a dispetto degli odiati e imperanti Dpcm. Chirurgiche sotto il mento, sguardi torvi e urli rancorosi. No mask, negazionisti, gilet arancioni. «Siamo il popolo!» azzarda qualcuno. Tutti, o quel che ne resta, riuniti in piazza San Giovanni a Roma per manifestare contro il governo, il comitato scientifico e pure i giornalisti lazzaroni. Insomma, quelli dell'imperante dittatura sanitaria. «Lo Stato non può imporre niente a nessuno. È una libera scelta indossare o meno la mascherina» vanno ripetendo. A corollario, l'incauto a volto scoperto portato via dalle forze dell'ordine e gli altri a gridare fino mostrare le tonsille: «Vergogna, vergogna!». E ovviamente: «Arrestateci tutti!».Se serviva un pretesto per legittimare ancor di più l'ennesima e imminente stretta, beh eccola qua: il manipolo di allergici in piazza San Giovanni è l'assist perfetto, il destro offerto, il fianco prestato. Guardateli, questi sconsiderati. Bisogna dunque rimettere le cose a posto, dopo gli sciali estivi, le discoteche e i capannelli. La colpa, ancora una volta, è degli incoscienti. E non, magari, della risibile risposta sanitaria approntata in questi mesi. Test, mascherine, terapie intensive, tracciamenti, protocolli impossibili e misure cervellotiche. Adesso perfino i virologi superstar ammettono che il caos regna sovrano. Regioni, governo, ministeri e commissario straordinario. Di chi è la colpa? Come al solito, di nessuno. Anzi, no. È di quel migliaio di persone accorso a denigrare il «regime». Esaltati che causano scontri e tensioni. Lungi da noi prendere le loro difese, per carità. Ma sono davvero loro il capro espiatorio? Questa armata Brancaleone confusa e infelice? Con i volantini «liberiamo l'Italia», le bandiere tricolori. E la signora Maria Antonietta che condensa il pensiero dei compatrioti accorsi: «Ci hanno fatto il lavaggio del cervello! Dovevamo essere 64 milioni, e non siamo nemmeno 1.000». È proprio questo il rammarico supremo: dove sono finiti tutti? Possibile che non capiscano? L'inconsapevole popolo cerca però di godersi gli ultimi scampoli di libertà. Anche se, ovunque si vada, c'è sempre qualcuno lesto a domandare: «Ma cosa ci nascondono?». E l'altro rilancia, sospirando: «Chissà che cosa c'è dietro…». Mentre l'ultimo suggella: «Ci prendono in giro!». Dalle discussioni nei bar alle festicciole di bambini, entrambe in scadenza, si continua a mugugnare. I contestatori, invece, sono per strada a metterci la faccia. Alle 14.55 un trentacinquenne romano, che tiene la mascherina alla gola, si rifiuta quindi di dare i documenti alla polizia. Sbraita per 20 minuti, poi lo portano via. Di rimando, i sedicenti «rivoluzionari del popolo» accennano la carica. Prima di cominciare a insultare chiunque capiti a tiro. Certo, si sperava che almeno a dare manforte arrivasse l'attore Enrico Montesano. Niente da fare, però. Ci sarebbe pure da rallegrarsi: simili manifestazioni, in altri Paesi, hanno avuto ben più seguito. Come quelle dei «no mascarilla» in Spagna. Ma il punto è: la piazza di San Giovanni nasce dal dilettantismo di questi mesi. Bastava qualche giorno fa ascoltare, a Piazzapulita, l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, celebrità dell'emergenza e ora assessore alla Sanità in Puglia. «Perché avete detto che le mascherine non servivano, invece di dire di non metterle perché non c'erano?» domanda la giornalista della trasmissione di La7. Il professore replica imbarazzato: «Io non l'ho mai detto, ma la priorità era darle agli operatori sanitari». Dando così forma a uno di quegli argomenti derubricati nel recente passato a negazionismo ignorantone o polemica pretestuosa. Ma, guarda un po', ogni dilemma è sciolto. Le mascherine non erano inizialmente obbligatorie solo perché mancavano. Elementare, Watson. E perché mancavano? Basta chiedere al commissario Domenico Arcuri, incaricato di fare cospicue scorte a inizio pandemia. Altro che rocamboleschi Dpcm, conferenze stampa notturne e riunioni fiume del comitato tecnico scientifico. Già. Un governo che mente su una fondamentale questione del genere, come può essere credibile quando prende opposti provvedimenti poche settimane dopo? O quando impone protocolli irrealizzabili e inverificabili, vedi l'ultimo? Ossia: protezioni sempre e ovunque, a casa e per strada. Salvo poi dare la caccia alla malcapitata quarantatreenne romana, multata ieri mentre cammina in beata solitudine. O la signora Viviana Parmigiani, ottantenne di Castelfranco, in Emilia Romagna. Due giorni fa entra al bar, abbassa la mascherina per sorseggiare un caffè e chiede al compagno: «Me lo offri tu?». Nemmeno mezzo minuto. Colta in flagrante. Tre zelanti uomini della municipale, in ossequio alle nuove regole, la sanzionano seduta stante. Con l'ottantenne che tenta invano di difendersi: «Ce l'avevo sul mento. L'ho spostata solo per il tempo del caffè». Gli agenti non vogliono sentire ragioni: 400 euro di multa alla donna e altrettanti alla barista. Poi però non sorprendetevi se, età permettendo, anche la signora Viviana la prossima volta sarà in piazza.