2025-07-25
Difesa, atomica, debito e tariffe: Francia e Germania mai così lontane
Emmanuel Macron e Friedrich Merz (Ansa)
L’incontro fra Merz e Macron, che doveva rafforzare l’asse fra i due Paesi, si è concluso con toni assai mesti. La debolezza Ue rinfocola le tensioni fra Stati con interessi diversi. La transalpina Naval vittima degli hacker.L’incontro di mercoledì sera tra il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz è stato presentato come un momento di riaffermazione dell’unità europea. Tuttavia, al di là delle dichiarazioni congiunte, l’analisi delle posizioni e delle situazioni interne di Parigi e Berlino rivela significative difficoltà e divergenze strategiche. Il rapporto franco-tedesco, sempre esaltato come l’architrave della costruzione europea, mostra segni evidenti di tensione. Sarà per questo che l’incontro è avvenuto un po’ in sordina e non si sono ascoltati i toni trionfalistici che normalmente accompagnano queste occasioni.Un punto di disaccordo persistente riguarda la Difesa europea. Nonostante le dichiarazioni di intenti, la cooperazione in questo settore procede a rilento e con notevoli frizioni. Berlino punta a risolvere entro fine agosto i dissidi riguardanti il jet da combattimento Fcas (Future combat air system), un programma strategico pluriennale che ha incontrato ripetuti ostacoli. Similmente, mentre si parla di «progressi» nei colloqui per una joint venture satellitare europea, il perdurare delle discussioni indica una difficoltà intrinseca nel raggiungere accordi concreti e operativi. Sul progetto satellitare Bromo, che coinvolge Airbus, Thales e Leonardo, la Francia spinge per un’alleanza spaziale in grado di competere con Starlink, ma i progressi sono lenti, ostacolati da negoziazioni su finanziamenti e ruoli, con la Germania che cerca di imporre le proprie priorità. Non giova al progetto la situazione di crisi di Airbus e Thales, che hanno annunciato migliaia di esuberi nel settore spaziale. Né appare favorevole al clima tra i due Paesi la notizia di due giorni fa secondo cui Naval group, il più grande costruttore navale francese, molto coinvolto nel settore della Difesa del paese, avrebbe subito un grave attacco hacker, con furto di dati sensibili.Parigi e Berlino continuano a discutere aspramente su progetti di armamento su larga scala, dal carro armato al jet da combattimento, evidenziando le diverse priorità. Il desiderio di Merz di condividere la deterrenza dell’arsenale nucleare francese si scontra con la volontà di Macron di conquistare il comando de facto di una ipotetica Forza militare europea. Merz vorrebbe la protezione delle armi nucleari anglo-francesi, ma Londra è fortemente integrata nella Nato, mentre la Francia è assai gelosa del proprio privilegio.Nel frattempo, incombono i dazi americani, che evidenziano l’incapacità dell’Ue di proteggere gli interessi comuni senza piegarsi alle logiche di Berlino. La contromisura europea ai dazi americani dovrebbe consistere nello stimolo alla domanda interna e nel potenziamento del mercato unico, più che in dazi reciproci. Servirebbe la cancellazione del Patto di stabilità, che invece la Germania sembra intenzionata ad aggirare come ha spesso fatto in passato. Prova ne siano la modifica della disciplina europea sugli aiuti di Stato, che danno un vantaggio a chi ha spazio fiscale, e il solito gioco dei fondi fuori bilancio praticato da Berlino.Le difficoltà interne che affrontano entrambi i leader complicano ulteriormente la loro capacità di guidare una cooperazione europea efficace. In Francia, il governo nominato da Emmanuel Macron, guidato dal mite Francois Bayrou, è estremamente debole. Questo contesto ha portato alla proposta di una manovra di bilancio da 44 miliardi di euro, volta al risanamento delle finanze pubbliche. Ovvero, quanto di più recessivo si possa immaginare, oltre che una vera e propria bomba sociale piazzata sotto la sedia della classe media, destinata a deflagrare in piazza. Considerata la storica sensibilità della popolazione francese alle politiche di austerità, Parigi va verso un autunno caldissimo: altro che riscaldamento globale. Parallelamente, lo spread tra i titoli decennali francesi e quelli tedeschi è salito da un anno sopra i 70 punti base e non accenna a scendere. In Germania Merz, in carica da pochi mesi, sta già affrontando significative difficoltà interne. La sua agenda è dominata dalle difficoltà legate alla legge di bilancio, che prevede un’emissione di nuovi debiti per 1.000 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. Questa proiezione di spesa massiccia solleva interrogativi sulla reale portata della sbandierata disciplina fiscale tedesca e sulle sue implicazioni per l’intera Eurozona. Peraltro, la Germania è ancora in esercizio provvisorio di bilancio in questo 2025.Merz è poi sotto la crescente influenza della destra rappresentata da Alternative für Deutschland (Afd), che esercita pressioni per l’adozione di misure più restrittive in materia migratoria e anche in materia di bilancio pubblico.La vera debolezza europea è il modello economico, tuttora ancorato alla soddisfazione dei bisogni della Germania e alla cura delle idiosincrasie della Bundesbank. La camicia di forza che Berlino ha imposto all’Eurozona a colpi di austerità ha soffocato il mercato unico, che non funziona da ammortizzatore degli shock della domanda esterna.Per Merz, la Francia è un partner complicato, dice Handelsblatt in un commento di ieri. C’è ben più di questo, però. Il vertice tra Macron e Merz, lungi dal segnalare la tanto declamata ripartenza dell’Europa («L’Europa riparta da…» è di solito lo slogan preferito), ha piuttosto messo in luce le enormi difficoltà dell’Unione. Un’architettura che a parole si appoggia sulla forza del rapporto franco-tedesco e che invece sta scivolando nell’irrilevanza per intrinseca debolezza e difetto di costruzione.
Ecco #DimmiLaVerità del 9 settembre 2025. Il deputato di Azione Fabrizio Benzinai commenta l'attacco di Israele a Doha, la vicenda di Flotilla e chiede sanzioni nei confronti dei ministri di Israele.