2022-07-07
Dietro la ricostruzione dell’Ucraina c’è la gara ai suoi immensi giacimenti
Il 5% di tutte le risorse globali si trovano dentro i suoi confini. Ecco la mappa: dal petrolio all’uranio, dal ferro all’alluminio. I «ricostruttori» guardano nel sottosuolo. All’Italia una zona ricca d’oro ma... in mano a Mosca.Russi respinti (per ora) a Sloviansk. Continua l’avanzata in Donbass e verso Donetsk. A Mariupol i separatisti sequestrano due navi commerciali straniere. La Cina è «disposta a rafforzare» il legame con Mosca.Lo speciale comprende due articoli. Ora dovrebbero averlo capito tutti (anche quelli che l’hanno snobbata), che la conferenza di Lugano non è stata una semplice passerella perché durante i lavori, ma soprattutto lontano dalle telecamere e dai giornalisti, sono state scritte le prima pagine di quel gigantesco e costosissimo libro che sarà la ricostruzione dell’Ucraina.Come vi abbiamo raccontato ieri il premier ucraino, Denys Shmyhal, ha mostrato una cartina nella quale si leggeva la sua proposta evidentemente concordata con altri su chi si occuperà (zona per zona) di ricostruire l’Ucraina. Il business della ricostruzione, quando questa avverrà, sarà gigantesco perché la stima che gli stessi ucraini hanno previsto è pari ad almeno 750 miliardi di dollari, anche se gli analisti prevedono che non basteranno a ricostruire un Paese che, mentre scriviamo, è ancora sotto le bombe. Ovvio che chi si candida a ricostruire il Paese pensa anche alle sue immense risorse che di certo, in qualche caso, passeranno di mano. E non saranno quelle italiane… come vedremo.Che l’Ucraina sia un importante produttore di grano è un fatto assodato visto che ne produce decine di milioni di tonnellate mentre meno si sa di quello che c’è sottoterra. Partiamo da un dato: malgrado rappresenti soltanto lo 0,4% della superficie terrestre, ben il 5% delle risorse a livello globale sono presenti in Ucraina, per un valore di 7,2 trilioni di dollari. Sono contenute in circa 20.000 depositi di cui solo 7.800 sono stati sviluppati e 3.300 sono in fase di esplorazione con la presenza di 194 minerali.Nel sottosuolo ucraino troviamo gas (1,1 trilioni di metri cubi), petrolio (135 milioni di tonnellate), argilla (caolino, argille plastiche ed argille refrattarie), minerale di ferro (2.3 miliardi di tonnellate) e carbone (34 miliardi di tonnellate primo Paese in Europa, al 7° posto nel mondo), manganese (tra i primi dieci produttori al mondo, nel 2020 la sua produzione è stata di 550.000 tonnellate). E che dire dell’uranio? Sebbene la sua produzione sia diminuita nel 2020 e nel 2021, la società ucraina di estrazione dell’uranio VostGok ha storicamente prodotto fino a 830 tonnellate di uranio all’anno. Il piano delle autorità ucraine per l’indipendenza dall’approvvigionamento dell’uranio prevede l’utilizzo della miniera di Smolinskaya, situata nella regione di Kirovograd in Ucraina (qui troviamo i norvegesi), fino al 2023 e della miniera di Ingulskaya, la più grande delle miniere di uranio dell’Ucraina, situata nel villaggio di Neopalimovka sempre nella regione di Kirovograd fino al 2028 in attesa di rendere operativi i nuovi progetti di Severinskiy e Safonovskiy.Ma non è tutto, come ci conferma l’ingegnere minerario Giovanni Brussato: «Innanzitutto va detto che sulle riserve, cioè sui depositi non ancora coltivati, ovviamente c’è un certo riserbo sulla posizione esatta quindi, solitamente, viene fornita la regione o un’area geografica approssimativa. Poi», continua Brussato, «le riserve di ferro in Ucraina sono davvero vaste. Nel gennaio 2015, negli 80 giacimenti ucraini si potevano trovare 6,5 miliardi di tonnellate di riserve di minerale di ferro grezzo. Allo stato attuale, solo 30 di questi depositi sono in fase di sviluppo. Tuttavia, nonostante 50 giacimenti non siano stati sviluppati, l’Ucraina è il settimo produttore mondiale di minerale di ferro, con una quota totale del 3,4%. Gran parte di questo minerale si presenta sotto forma di magnetite e si trova principalmente nell’oblast di Poltava nell’Ucraina centrale». Anche il settore dell’alluminio trova importanti interessi in Ucraina e i seguenti tipi di minerali sono considerati i più preziosi per l’industria dell’alluminio: quelli di bauxite si trovano nel deposito di Vysokopillia nel centro di Dnipropetrovsk, l’alunite a Zakarpattia (sud-ovest) mentre quelli di nefelina sono vicino al Mar d’Azov (sud-est). Anche le risorse di titanio identificate in Ucraina sono economicamente interessanti: nel bacino del fiume Samotkan ci sono riserve significative da estrarre.Nella cartina presentata da Denys Shmyhal non si dice chi dovrebbe operare in questa zona, che non è certo secondaria perché è la storica regione ucraina produttrice di minerale di ferro e la più grande fonte singola di ferro nell’ex Unione sovietica come ci conferma Brussato: «È una stretta striscia lunga circa 100 km e larga 2-7 km, che si estende attraverso l’oblast di Dnipropetrovsk occidentale dalla città di Zhovti Vody a nord a Inhulets a sud, il bacino copre un’area di circa 300 kmq. La città di Kryvyi Rih è il principale centro industriale della regione. Da questo bacino sono stati estratti centinaia di milioni di tonnellate di minerale di ferro e, pur in presenza di un calo della qualità del minerale il cubaggio, resta di assoluto rilievo». E chi se ne occuperà? Il suo nome non è stato scritto, ma di sicuro c’è che non saranno più gli ucraini. Altro gigantesco business che fa gola a tutti, compreso Vladimir Putin, è quello dell’oro: il bilancio statale delle riserve minerarie dell’Ucraina tiene conto delle riserve auree in sei depositi: Muzhievskoe, Saulyak nella regione transcarpatica, Bobrikovskoe nella regione di Luhansk (dove ci saranno Svezia, Finlandia e Cechia), Sergeevskoe, Balka Zolotaya nella regione di Dnipropetrovsk e Klintsovskoe nella regione di Kirovograd. Si stima che l’Ucraina disponga di riserve per quasi 3.000 tonnellate d’oro che, secondo l’Us Geological survey, rimanendone solo 50.000 tonnellate nel mondo, rappresentano il 6% del totale. Depositi con risorse di circa 400 tonnellate sono stati identificati nella regione occidentale della Transcarpazia vicino al confine con l’Ungheria. Sono state localizzate anche altre 500 tonnellate nella regione del Donbass che è dove dovrebbero operare, secondo quanto deciso a Lugano, la Polonia e l’Italia e il tutto a questo punto ha davvero il sapore della beffa.Le operazioni minerarie sono state in gran parte concentrate nelle aree occidentali e centrali dell’Ucraina e in tre o cinque anni si prevede che l’Ucraina potrebbe produrre almeno una tonnellata d’oro all’anno.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/dietro-la-ricostruzione-dellucraina-ce-la-gara-ai-suoi-immensi-giacimenti-2657618962.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="russi-respinti-per-ora-a-sloviansk" data-post-id="2657618962" data-published-at="1657133949" data-use-pagination="False"> Russi respinti (per ora) a Sloviansk L’offensiva russa nel Donetsk prosegue come una fotocopia di quella nel Lugansk. La Russia sembra aver trovato il suo schema vincente: il fuoco incessante dell’artiglieria e i raid aerei vengono usati per sfiancare il nemico, poi si procede a sfondare nei centri abitati con le truppe di terra. La battaglia per Sloviansk sarà la prossima sfida chiave nella lotta finale per il Donbass mentre le forze russe si avvicinano e sono a 16 chilometri dalla città di Donetsk, stando al report dell’intelligence britannica. L’esercito ucraino tenta di fare ciò che può e, per ora, ha respinto l’assalto dei russi nei pressi di Dolyna, proprio in direzione di Sloviansk, come riportato dallo Stato Maggiore ucraino. «Nell’ultima settimana, le forze russe sono probabilmente avanzate di altri 5 chilometri lungo la strada principale E40 da Izyum, di fronte alla resistenza ucraina estremamente determinata», afferma il rapporto dell’intelligence del ministero della Difesa britannico. La battaglia nel Donetsk si preannuncia, dunque, durissima, tanto che il governatore della regione ha spronato le ultime persone rimaste nell’area, si calcola circa 350.000, a lasciare la zona. «Il destino dell’intero Paese sarà deciso dalla regione di Donetsk. Se ci saranno meno persone, saremo in grado di concentrarci di più sul nostro nemico e svolgere i nostri compiti principali», ha detto Pavlo Kyrylenko. Pesanti bombardamenti, come da strategia consolidata, sono intanto in corso con mortai e artiglieria lungo la linea di contatto nelle direzioni di Avdiyivka, Kurakhiv, Novopavlivka e Zaporizhia. Una notizia destinata ad influire in maniera determinante sui rapporti internazionali arriva da Mariupol. I separatisti sostenuti dalla Russia hanno sequestrato due navi (la «Smarta», battente bandiera liberiana e la «Blue Star», battente bandiera panamense) nel porto della città conquistata, affermando che ora sono «proprietà statale». Si tratta del primo atto di questo tipo contro la navigazione commerciale dall’inizio della guerra. Secondo l’Organizzazione marittima internazionale (Imo) dell’Onu, oltre 80 navi battenti bandiera straniera rimangono bloccate nei porti ucraini, molti dei quali sono sotto il controllo russo. Mentre Mosca precede nei suoi piani, Volodymyr Zelensky ha a che fare anche con l’opposizione interna, per la controversa decisione della Difesa di impedire agli uomini fra i 18 e i 60 anni di lasciare la loro residenza senza un permesso speciale dell’ufficio militare di riferimento. Il presidente ucraino ha reagito chiedendo allo Stato maggiore dell’esercito di non prendere iniziative di questo tipo senza consultarlo, in futuro. «Valuterò io sui permessi per chi è in età militare», ha detto. E la questione «servizio militare» inizia ad assumere importanza nelle nazioni che si sentono minacciate dalla crescente tensione. Il ministro della Difesa lettone, Artis Pabriks ha dichiarato che lo Stato baltico ripristinerà il servizio militare obbligatorio. E mentre tutti i Paesi che orbitano attorno alla Russia cercano di correre ai ripari, Papa Francesco tenta ancora la via diplomatica ma incontra solo freddezza. Il Cremlino, tramite il portavoce Dmitrij Peskov, ha affermato nuovamente, come davanti alle richieste passate di Bergolio, di non essere a conoscenza di contatti sulla visita del Papa. Peskov ha spiegato che «una visita dovrebbe essere elaborata al più alto livello, i preparativi dovrebbero precederla. Per quanto ne so, non ci sono contatti sostanziali su questo argomento». Nel frattempo, la Russia «incassa» l’appoggio della Cina. Il viceministro degli Esteri cinese Ma Zhaoxu, in un incontro con l’ambasciatore russo a Pechino Andrey Denisov, ha dichiarato che «la Cina è disposta a rafforzare il coordinamento strategico con la Russia e ad ampliare la cooperazione pragmatica in quadri multilaterali, tra cui il G20, in modo da promuovere lo sviluppo del sistema di governance globale in una direzione più giusta e ragionevole». Gli equilibri mondiali diventano sempre più chiari e netti.