2022-11-28
DeSantis continua a guardare alla nomination del 2024
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Il governatore della Florida potrebbe presto scendere in campo per le primarie presidenziali repubblicane.Non è un mistero che Ron DeSantis potrebbe presto candidarsi alla nomination presidenziale repubblicana. Secondo un recente sondaggio di Harvard, il governatore della Florida avrebbe ultimamente guadagnato ben undici punti in un’ipotetica corsa per le primarie repubblicane, attestandosi attualmente al 28% dei consensi. Dall’altra parte, per quanto ancora in testa, Donald Trump ha perso nove punti, scendendo al 46%. Numeri che fanno riflettere. Lo scorso 8 novembre, DeSantis è stato trionfalmente rieletto a governatore della Florida, mentre il suo Stato – tradizionalmente in bilico – sembra ormai essersi solidamente trasformato in un bastione del Gop. D’altronde, che DeSantis abbia serie chances è testimoniato anche dall’atteggiamento dello stesso Trump che, nelle scorse settimane, ha criticato e finanche minacciato il governatore. Un ulteriore segnale della sua potenziale forza risiede nel fatto che, a sinistra, è già partita una campagna di demonizzazione. Appena la scorsa settimana, un commento pubblicato dal Washington Post si intitolava significativamente: “Attenzione, DeSantis è una minaccia per l’America tanto quanto Trump”. Il governatore può inoltre contare su un deciso carisma, oltre che su quel “modello Florida” che teoricamente potrebbe riproporre a livello nazionale. Al momento, il diretto interessato non ha ancora formalmente sciolto le riserve: secondo The Hill, è verosimile che l’eventuale annuncio di una candidatura possa avvenire tra marzo e maggio del prossimo anno. Tra l’altro, va rilevato un dato interessante: la rivalità tra Trump e DeSantis è di natura generazionale, non politico-ideologica. Il governatore della Florida è sempre stato infatti un convinto trumpista ed è improbabile che, a livello di agenda programmatica, effettuerà chissà quali virate. Certo: la strada per lui non è tutta in discesa. E, qualora cercasse di concretizzare le sue ambizioni presidenziali, dovrà fare molta attenzione. Crescere nei sondaggi così presto non è sempre una buona notizia, in quanto l’eventuale candidato deve poi riuscire a mantenere e (possibilmente) a incrementare questo livello di consenso per un periodo molto lungo. Inoltre è bene che DeSantis cominci presto a porsi la questione della trasversalità politica: non per annacquare il proprio messaggio, ma per riuscire ad essere attrattivo nei confronti degli indipendenti e dei democratici delusi. In questo senso, il governatore deve, sì, spingere il “modello Florida”, ma deve al contempo concentrarsi sulla classe operaia della Rust Belt: è infatti quasi impossibile oggi per un candidato repubblicano arrivare alla Casa Bianca senza gli Stati di Michigan, Pennsylvania e Wisconsin. In definitiva, il governatore dovrà in caso evitare di commettere gli errori di Trump: farsi, cioè, definire dai suoi avversari e impostare la campagna elettorale come un referendum su sé stesso. L’elefantino oggi ha disperato bisogno, sì, di una figura carismatica, ma anche di un federatore che sappia coordinare e valorizzare le varie anime al proprio interno. DeSantis le carte in regola per riuscire nell'impresa le ha.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)