2022-12-06
«Denaro elettronico? Palazzo Koch sta facendo l’interesse delle banche»
Francesco Filini (Imagoeconomica)
Il deputato di Fdi Francesco Filini: «Via Nazionale difende la giostra multimiliardaria delle commissioni, che supereremmo solo con l’euro digitale. Sui limiti al cash parlano i dati: quando è stato aumentato, il nero ha toccato i minimi».Sul tema del Pos si è creato uno tsunami di proteste. Oltre alle opposizioni, interventi come quello della Corte dei conti e, da ultimo anche quello di Bankitalia, lo giudicano non coerente con gli obiettivi del Pnrr. Francesco Filini, deputato di Fratelli d’Italia, membro della commissione Finanze e responsabile dell’Ufficio studi, non è sorpreso dalla presa di posizione di Palazzo Koch.«L’unica moneta a corso legale è il contante, la moneta elettronica è una moneta privata offerta come servizio a pagamento dal circuito bancario e finanziario e rappresenta un giro d’affari molto importante per le banche. È quindi abbastanza scontato che Bankitalia, entità partecipata dalle stesse banche, la sostenga. La diffusione del Pos in Europa avviene per scelta, per abitudine. Nessuno si è sognato di imporre l’obbligo. È il Pd che ragiona con obblighi e coercizioni». Secondo Enrico Letta, l’innalzamento a 60 euro sull’obbligo di accettare il Pos favorisce l’evasione fiscale.«L’evasione fiscale, quella vera, è favorita ad esempio dagli esercizi apri e chiudi su cui noi siamo intervenuti. Le imprese che agiscono in questo modo, oltre a levare miliardi alle casse dello Stato, provocano anche un danno al nostro sistema commerciale per la concorrenza sleale: è evidente che se non paghi le tasse puoi permetterti di fare prezzi più bassi e gli altri commercianti, che invece le tasse le pagano, vengono danneggiati». A proposito di commissioni. Non si poteva intervenire su quelle?«Lo Stato non può obbligare i privati a offrire un servizio gratuitamente. Siamo in un regime di libero mercato. Se la moneta elettronica è così comoda ed essenziale, perché non può diventare moneta a corso legale? Si parla di euro digitale già da un po’ di tempo, ma sul dossier non si registrano progressi. Forse perché si tratta di una misura a costo zero che farebbe morire la giostra multimiliardaria delle commissioni».Dobbiamo fare come i cinesi? Loro stanno già facendo le prove generali dello yuan digitale; peccato che lì non siamo proprio in democrazia. «Lì c’è un’entità statalista, che accentra tutto e quindi controlla anche il mercato della moneta elettronica. Noi siamo una cosa diversa, ovviamente, ma si potrebbe fare anche qui. Non si fa perché danneggia le banche e la sinistra strizza l’occhio al sistema bancario, non sarebbe la prima volta». Giorgia Meloni ha detto che la soglia dei 60 euro può scendere. Viene da pensare che il braccio di ferro sul Pos e sull’innalzamento del tetto al contante, visti i discutibili vantaggi, possano essere una moneta di scambio per ottenere dell’altro. «Non è assolutamente così. Questo intervento è stato fatto perché è nel programma come quello dell’innalzamento al tetto del contante. Anche lì, non è vero che favorisce l’evasione. Lo dimostrano i dati: nel 2010 con il tetto al contante a 5.000 euro si è registrata l’evasione fiscale più bassa dell’ultimo decennio».Sul Pnrr adesso anche Paolo Gentiloni dice che si può ridiscutere. «Le condizioni, rispetto a quando è stato discusso il Pnrr, sono cambiate, l’inflazione soprattutto. Con i rincari delle materie prime che ci sono oggi e i soldi stanziati dal Pnrr, c’è il rischio che le aste vadano deserte. Quale impresa partecipa a una gara con il dubbio che gli investimenti possano non coprire la messa a terra dell’opera?».Si riuscirà a ottenere una proroga su queste scadenze che effettivamente sono dietro l’angolo?«Se non si riuscirà a completare gli obiettivi, non sarà certo colpa del governo Meloni, che è in carica da un mese. Questa è una situazione che andiamo a ereditare. Tuttavia, sono convinto che si possa fare. Il Pnrr, in ogni caso, va rivisto non solo nei tempi e nei numeri, ma anche nei contenuti. L’Europa con l’Italia, ad esempio, ha l’opportunità di trovare uno sbocco a Sud per risolvere il problema dell’approvvigionamento energetico. L’Italia è un hub naturale». Adesso si riparla di Mes. Fdi è sempre stato sul no, anche oggi?«Andare parlare di Mes oggi è da irresponsabili, la sinistra è irresponsabile. Il Mes serve ad aiutare quei Paesi che hanno difficoltà a finanziarsi sui mercati, con tutto ciò che questo comporta. Oggi l’Italia riesce a finanziarsi sui mercati come mai aveva fatto prima. Non abbiamo bisogno di questo strumento, c’è grande fiducia nel sistema Italia. Soltanto parlandone, si fa del male al nostro Paese». La manovra di bilancio riporta il deficit al 3% in tre anni, il fiscal compact è sospeso però. Perché tornare a vincoli così stringenti se l’Europa in questo momento non ce lo chiede? «Il problema qui è di sostenibilità del sistema italiano. Bisogna stare attenti ai conti perché ereditiamo una situazione pesante e fare il passo più lungo della gamba pregiudicherebbe tutta una serie di situazioni. Il piano è rimettere in piedi la produttività perché il segnale è: “Lavorate, verrete premiati”. Bisogna aumentare il Pil attraverso il lavoro e la produttività. Il modello opposto rispetto a quello che abbiamo visto fino ad oggi. Il problema del debito non si risolve con l’austerità, ma alzando il Pil».
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)