2024-01-17
Decreto per tenere in vita l’ex Ilva. Trattativa in salita con gli indiani
Il cdm approva le norme per rafforzare la Cig per le aziende commissariate mentre Arcelor chiude alle proposte Invitalia.Un decreto che permetta all’ex Ilva di «resistere», in attesa che la trattativa con ArcelorMittal arrivi a una conclusione positiva. Dal Consiglio dei ministri di ieri pomeriggio è arrivato il veicolo normativo per consentire ad Acciaierie d’Italia, ai suoi impianti e ai suoi lavoratori di evitare la paralisi in vista del nuovo assetto societario. Dopo una riunione ristretta tra i ministri competenti, presieduta dal premier Giorgia Meloni, che a sua volta aveva fatto seguito alla cabina di regia sul Pnrr, la riunione dell’esecutivo ha licenziato infatti il dl che, come ha fatto sapere subito dopo l’approvazione, si prepara a fronteggiare lo scenario più problematico. «Il Consiglio dei ministri», si legge nella nota, «ha approvato un decreto legge che rafforza alcune misure già presenti nell’ordinamento, a tutela della continuità produttiva e occupazionale delle aziende in crisi, fra cui l’ex Ilva, e prevede garanzie di cassa integrazione straordinaria durante l’eventuale amministrazione straordinaria. Vengono esclusi dalla cassa integrazione i lavoratori impegnati nella sicurezza e nella manutenzione degli impianti, per consentire che restino operativi. L’incontro con le organizzazioni sindacali è fissato per giovedì 18 gennaio alle ore 15, per proseguire il confronto avviato da tempo sul futuro dell’acciaio in Italia».Una lotta contro il tempo, dunque, per non far morire l’impianto di Taranto, in attesa che venga definito il conquibus del divorzio tra ArcelorMittal e Invitalia. Occorrerà, tra l’altro, scongiurare il taglio delle forniture di gas, ora che il Tar della Lombardia ha riconosciuto a Snam il diritto di «staccare» in virtù dei cospicui crediti vantati nei confronti di Acciaierie d’Italia, quindi garantire l’approvvigionamento di materie prime - anche in quel caso i creditori «mordono» - e infine far ripartire la macchina sia sotto il punto di vista produttivo sia da quello della dirigenza.Per quanto riguarda il divorzio, negli ultimi giorni aveva preso quota la voce secondo cui ArcelorMittal fosse disposta ad accettare come buonuscita tra i 250 e i 300 milioni. L’esperienza insegna, però, che tra le indiscrezioni e la finalizzazione di una trattativa corrono molte incognite, ed è per questo che l’esecutivo è corso ai ripari, ben sapendo che la deadline fissata sotto la pressione dei sindacato a oggi era in realtà impossibile da rispettare. Il fatto che le cose siano tutt’altro che facili è confermato dalla «velina» che la multinazionale ha fatto filtrare ieri poco prima che avesse inizio il Consiglio dei ministri, mentre si stava svolgendo il vertice ristretto. «ArcelorMittal», hanno affermato gli indiani, «continua a cercare una soluzione costruttiva, ma nelle negoziazioni Invitalia rimane sulle proprie posizioni. Obiettivo di ArcelorMittal», hanno proseguito, «è quello di trovare una soluzione negoziata come alternativa all’amministrazione straordinaria, Invitalia sta proponendo una diluizione di ArcelorMittal al 34%, attraverso un aumento di capitale di 320 milioni di euro e la conversione in capitale del finanziamento soci di euro 750 milioni. Queste due proposte sono in linea di principio accettabili ma Invitalia richiede che ArcelorMittal, in qualità di azionista di minoranza senza alcuna partecipazione alla gestione, continui a finanziare Adi in futuro, e questa richiesta non è accettabile».L’altra complicazione, stando alla campana indiana, è che «il governo ha espresso la volontà che ArcelorMittal esca da Acciaierie d’Italia e ArcelorMittal ha anche avanzato la proposta di cedere le proprie azioni rimanenti direttamente a Invitalia o a un altro investitore gradito al governo. Tuttavia Invitalia non è disposta ad acquisire la quota di A.Mittal».I sindacati, guidati dalla Cgil, si preparano all’incontro di domani con il governo, spingendo per una nazionalizzazione di fatto, piuttosto che per la ricerca di un nuovo socio privato. Maurizio Landini ha infatti dichiarato che «il pubblico deve essere presente, deve indirizzare e deve essere un soggetto che controlla. Di fronte a quello che sta succedendo», ha concluso, «è il momento di un cambiamento».Sul fronte Pnrr, la cabina di regia ha consentito al premier di ribadire tutta la propria soddisfazione per i risultati ottenuti: «Abbiamo toccato un doppio primato, essere la prima nazione in Europa non solo a presentare la richiesta e a ricevere dalla Commissione europea la quarta rata, ma anche a presentare entro il 2023 la richiesta per la quinta rata. Il 2024», ha concluso, «è un anno decisivo ed è necessario assicurare il massimo presidio dell’attuazione di tutte le misure concordate per il raggiungimento degli obiettivi previsti, anche in vista della presentazione della sesta e della settima richiesta di pagamento». Infine, da Palazzo Chigi fanno sapere che l’election day per europee e amministrative, verosimilmente, sarà indetto in uno dei prossimi cdm. Capitolo balneari, è attesa oggi la risposta dell’Italia alla lettera Ue recapitata a Roma lo scorso 16 novembre come parte della procedura di infrazione. La Commissione è pronta a valutare la risposta e a continuare il dialogo.
(Totaleu)
Lo ha dichiarato l'europarlamentare della Lega Roberto Vannacci durante un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles.