2020-04-24
Finanza alla Regione Lazio. Zingaretti rischia il posto
Le Fiamme gialle acquisiscono documenti sui dispositivi sanitari pagati ma mai arrivati: c'è già un indagato. Giunta pd nel panico anche per la polizza stipulata con la società di una persona sotto processo per camorra.Svolta nella vicenda delle mascherine fantasma. Mentre la Regione Lazio attende fiduciosa l'arrivo da Shanghai, con un mese di ritardo, di 7,5 milioni di mascherine con filtro, ordinate tra il 16 e il 20 marzo al prezzo di 34,7 milioni di euro, la Procura di Roma, dopo aver acquisito documenti attraverso un ordine di esibizione d'atti presso gli uffici della Protezione civile della Regione Lazio, ha aperto un fascicolo d'indagine con almeno un'indagata, rappresentante legale della Eco Tech Srl, Anna Perna, accusata di «inadempimento di contratti di pubbliche forniture», dopo aver incassato un sontuoso anticipo da 15.285.000 euro. In realtà l'amministratore di fatto ci risulta essere il marito Sergio Mondin, il quale dopo il fallimento della sua Kable srl non ricopre ruoli segnalati alla Camera di commercio, soprattutto nel settore degli impianti elettrici.La pm Elena Neri, il procuratore aggiunto Paolo Ielo e nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Roma hanno acceso i riflettori anche su Andrea Battaglia Monterisi, broker di Barletta, classe 1964, l'uomo che con la sua Seguros Dhi Atlas, una società dominicana con un ufficio a Londra (dove ha costituito una ltd, una specie di srl, del valore di 1.000 sterline) ha firmato la doppia garanzia fideiussoria da 14 milioni di euro che avrebbe dovuto coprire la lauta caparra versata dalla Regione, un documento arrivato il 20 aprile sera dall'Inghilterra per provare a cavare dall'impaccio in extremis il vicepresidente della Regione Daniele Leodori, il quale poche ore prima aveva dichiarato: «Per la fretta di ordinare non abbiamo chiesto polizze assicurative per nessun ordine. Ma abbiamo avuto problemi solo con questa Eco Tech e quando abbiamo rinnovato il contratto abbiamo chiesto una polizza fideiussoria (…) Le polizze assicurative richieste sono di Itc broker e abbiamo il bonifico effettuato a Itc broker rispetto alla garanzia assicurativa richiesta». In realtà la Itc Broker alla 16.03 di lunedì aveva restituito il bonifico alla Eco Tech, non essendo in grado di dare le garanzie richieste, e allora dal cilindro della Regione era uscita la Seguros, che, come ci ha riferito l'Ivass, l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, «non risulta abilitata all'esercizio dell'attività assicurativa in Italia né in regime di stabilimento né in regime di libera prestazione di servizi». Insomma, in Italia non poteva firmare nessuna polizza assicurativa e nemmeno garanzie fideiussorie come ci ha confermato ieri la Banca d'Italia: «La società Seguros Dhi Atlas ltd non risulta iscritta nell'albo degli intermediari finanziari ex articolo 106 Tub, né risulta aver effettuato alcuna comunicazione di avvio di operatività in Italia». Ma come è possibile che la Regione Lazio si sia messa in questo pasticcio? Deve esserselo chiesto anche il governatore Nicola Zingaretti, il quale mercoledì sera, dopo aver letto un po' di articoli della Verità, si dice abbia indetto una riunione ristretta con Leodori, con l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato, con il capo della Protezione civile Carmelo Tulumello (ex comandante dei vigili di Rieti ed ex candidato sindaco per il centro-sinistra di Fara Sabina) e con il capo di gabinetto di Zingaretti, Albino Ruberti. Ieri giravano alcune ricostruzioni dell'accesa discussione che si sarebbe trasformata rapidamente in una specie di scaricabarile, in cui il cerino rischiava di rimanere in mano a Tulumello, che ha firmato contratti e fideiussioni. Tanto che ieri mattina ha iniziato a girare insistentemente la voce che fossero imminenti le sue dimissioni, che, però, ieri sera non erano ancora state confermate. Nella vicenda è anche coinvolta la società svizzera Exor, riconducibile all'imprenditore Paolo Antonio Balossi. Il 19 marzo la Exor ha fatto un'offerta per le stesse mascherine vendute dalla Eco Tech e marchiate 3M, solo che le aveva offerte a 2,53 euro l'una, anziché a 3,90 e 3,60. Un'offerta che, per 4 milioni di mascherine, avrebbe comportato un risparmio di 4.880.000 rispetto ai prezzi attuati dalla Eco Tech. Assicurazione, spedizione e costi doganali non erano, però inclusi neanche dalla Exor. Giusto ieri la Protezione civile nazionale ha messo online i propri contratti, svelando così di aver acquistato dalla stessa 3M 110.000 Ffp2 a 1,30 euro l'una. Eppure la Regione il 20 marzo ha riscelto la Eco Tech, ordinandole altri 3 milioni di protezioni. Ma, nei giorni successivi, dopo non che la Eco tech non era riuscita a consegnare le mascherine e la Protezione civile aveva revocato due contratti, l'8 aprile, l'avvocato Giorgio Quadri, informava la Regione che la stessa Eco Tech si era rivolta al proprio «fornitore esclusivo Exor».Balossi è un personaggio degno d'interesse. Milanese, classe 1975, in Italia risulta essere amministratore unico della BI international, di cui detiene il 74% delle quote, del valore di quasi 1,5 milioni. È liquidatore della Intimax Srl, di cui era stato amministratore unico, società con un capitale di 600.000 euro dichiarata fallita nel 2019 e di proprietà dell'ottantottenne Mario Terenzio.Secondo le nostre fonti a segnalare la Eco Tech alla Seguros di sarebbe stato proprio Balossi.Come abbiamo già raccontato Monterisi Battaglia è imputato in un'inchiesta di camorra a Benevento, per cui a giugno è atteso il giudizio. La Procura di Napoli aveva chiesto per lui anche la carcerazione per il reimpiego di capitali illeciti «perché (…) reimpiegava nella Puntofin Spa i proventi economici dell'attività delittuosa del clan Pagnozzi, egemone nel territorio della Valle Caudina. Con l'aggravante di aver commesso il fatto nell'esercizio di un'attività professionale, consistita nell'attività di garanzia espletata mediante rilascio di polizze fideiussorie. Con l'aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare il clan camorristico Pagnozzi». Per l'avvocato difensore di Battaglia Monterisi, Pasquale Misciagna, «il pm è giunto a contestare tale incredibile accusa male interpretando il contenuto, invero scarno e di totale irrilevanza giuridica, di alcune intercettazioni effettuate a carico del coindagato Umberto Fiore, che era a sua volta consulente di Battaglia Monterisi». Fiore, commercialista romano, condannato a 11 anni in via definitiva, per i suoi legami con il clan, di cui ospitava le riunioni nel suo studio professionale a Roma.Fiore e Battaglia Monterisi sono stati soci in affari, ma i loro rapporti sono poi degenerati, con tanto di cause civili, dopo il passaggio dall'uno all'altro della carica di amministratore della società Indipendenza Srl, di cui Battaglia Monterisi era stato socio unico sino al 2013.Ieri diversi esponenti politici hanno chiesto lumi sulla questione dei rapporti di Battaglia Monterisi con il clan Pagnozzi. «La vicenda delle mascherine “fantasma" assume una dimensione inquietante» ha affermato il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, di Fdi. Il parlamentare trova gravissimo che la Regione si sia «precipitata a trovare un'ulteriore copertura assicurativa attraverso un'altra società che risulterebbe di proprietà di un personaggio - come riportato dalla stampa - imputato in un processo di camorra». E conclude: «Ci sono gli elementi sufficienti per chiedere le dimissioni del presidente della Regione Lazio Zingaretti».
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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