2020-09-08
De Luca indagato per la «promozione» dei suoi quattro chauffeur di fiducia
Un gruppo di vigili spostato dal Comune di Salerno alla Regione con stipendi e ruoli aumentati. La difesa: «Ma l'ente risparmia». Ora è chiaro il motivo per il quale Vincenzo De Luca non ha firmato il patto per le liste pulite che gli avevano proposto i pentastellati: è indagato da tre anni per truffa e falso. Lo «Sceriffo», passato alla Regione Campania dopo aver fatto per 20 anni il sindaco a Salerno, si portato dietro quattro vigili urbani che gli costano una somma di poco inferiore ai 170.000 euro (per l'esattezza 169.383,18 euro) l'anno a titolo di rimborso degli emolumenti accessori dei dipendenti in comando. Nonostante ciò De Luca sostiene che il suo staff faccia risparmiare l'ente.«L'indagine», spiega il governatore campano sul suo profilo Facebook, «verte su questo interrogativo, gli autisti che a turno accompagnano il presidente della Regione, erano solo autisti o facevano anche lavoro di segreteria? Nel frattempo si comunica che l'organizzazione dell'Ufficio di segreteria della presidenza attuale, rispetto a quella precedente, ha comportato un risparmio di 84.000 euro l'anno». I quattro autisti, infatti, avevano anche mansioni ben precise: Gianfranco Baldi, l'unico che è tornato al Comune di Salerno, all'epoca si occupava dei rapporti con la conferenza Stato-Regioni, a Giuseppe Muro erano toccati i rapporti con i consiglieri regionali, Giuseppe Polverino è l'uomo di raccordo con la presidenza del consiglio regionale della Campania e Claudio Postiglione gestisce i rapporti con strutture regionali e istituzioni locali. Il rimborso degli emolumenti anticipati dall'amministrazione comunale salernitana per gli stipendi dei quattro, come si legge nella determina dirigenziale numero 154 della Regione Campania, è stata richiesta dalla ragioneria del Comune di Salerno nel settembre 2018. Ed è da quella nota che è possibile ricavare una parte dei costi sostenuti dal governatore per i suoi uomini. Con un suo decreto, poi, De Luca ha stabilito che ai responsabili della sua segreteria spettasse un emolumento accessorio da 4.600 euro, oltre al trattamento economico da funzionario. Nonostante i quattro non avessero alcuna qualifica. E infatti, il governatore campano avrebbe «favorito» i suoi quattro autisti, «promossi indebitamente nello staff delle relazioni istituzionali», secondo Repubblica, «soltanto per consentire loro di percepire uno stipendio più cospicuo». L'inchiesta giudiziaria, condotta dal pm Ida Frongillo e coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, ipotizza che, nel 2017, i quattro vigili, autisti del governatore campano oggi ricandidato alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre, sono stati trasferiti da Salerno a Napoli, ricevendo incarichi da addetti o responsabili di segreteria, pur non avendo un pezzo di carta per giustificare quegli incarichi. I quattro, comunque, non sono indagati. De Luca, invece, sarebbe stato ascoltato dai magistrati a ridosso del lockdown. E mentre l'inchiesta è in corso, l'Ansa fa un titolo furbo: «Inquirenti non escludono archiviazione». Sostenendo che «secondo quanto si apprende, gli inquirenti stanno valutando anche la possibilità di archiviare l'indagine». Come molto probabilmente stanno anche valutando la possibilità contraria, ovvero quella di chiedere il rinvio a giudizio del governatore. È presto insomma per tirare le conclusioni. E al momento bisogna restare ai fatti. L'auto di De Luca, nel 2017, nel percorrere un tratto contromano nelle vicinanze dell'abitazione del governatore, investì una ragazza di 22 anni che era in sella a un motorino. Si scoprì che alla guida c'era uno degli autisti, Postiglione. E che da dipendente della polizia municipale di Salerno, quest'ultimo, era stato elevato, insieme ai tre colleghi, al ragno di esperto dello staff dello Sceriffo con quattro distinti decreti in sequenza: il 62, 63, 64 e 65 del 10 marzo 2016. Acquisiti dai magistrati napoletani dopo un'interrogazione del consigliere regionale di Forza Italia Severino Nappi (candidato con la Lega).Nell'interrogazione Nappi, che ora definisce De Luca un «guappo di cartone», chiedeva di sapere per quali ragioni l'auto della Regione veniva condotta stabilmente da personale diverso dai 20 autisti dipendenti in capo all'ente. Ma, soprattutto, in forza di quali disposizioni normative era consentita «l'attribuzione al dipendente pubblico di un trattamento economico corrispondente a quello di dirigente». La difesa del governatore replica: «È errato definirli vigili promossi», chiosa il legale del presidente campano, l'avvocato Andrea Castaldo, secondo il quale quella scelta rientrerebbe nell'ambito di «una riorganizzazione che ha consentito un risparmio di spesa». E ora De Luca sbotta: «Indagate su di lui». Ma è l'ennesimo autogol. Prende le distanze persino il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: «Non c'è bisogno di questa vicenda per marcare il mio distanziamento politico ed etico da De Luca». La candidata pentastellata Valeria Ciarambino lo definisce «il primo degli impresentabili». Mentre Giorgia Meloni commenta: «L'unica cosa che l'attuale governatore ha saputo fare è mettere in piedi un sistema di potere dalle tinte estremamente opache, in un mix di clientelismo e trasformismo che ha paralizzato la Campania».