2025-06-05
«Tariffe, l’Ue fa progressi nella trattativa»
Il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic (Ansa)
Il commissario Sefcovic, che ieri ha parlato con il rappresentante al Commercio della Casa Bianca: «È possibile una zona di atterraggio dell’accordo». La Von der Leyen: «Il presidente americano va preso molto sul serio ma non sempre alla lettera».Auto, in Europa Byd sorpassa Tesla. Difficoltà anche per Mercedes, Bmw e Volkswagen. Indice Pmi tedesco sotto le stime.Lo speciale contiene due articoli.Mentre l’industria europea fa i conti dell’impatto dei nuovi dazi del 50% imposti dall’amministrazione Trump sulle importazioni di alluminio e acciaio dal resto del mondo, continuano i negoziati tra Bruxelles e la Casa Bianca. Il clima oscilla tra l’ottimismo e la cautela. L’aumento delle tariffe è stata una doccia fredda, un colpo che l’Ue non aveva messo in conto soprattutto nel mezzo del negoziato. Bruxelles ha reagito rimarcando che questa ennesima forzatura mina le trattative in corso e ribadendo la propria disponibilità ad attuare contromisure, se necessario. Una minaccia che, allo stato dei fatti, pare più retorica che reale. Bruxelles sa bene di non poter usare l’arma delle ritorsioni, magari colpendo i servizi digitali, perché sarebbe come fare harakiri.Nessuno è in grado di prevedere se la nuova misura tariffaria rientrerà a breve, se ci sarà un ripensamento come è stato per i dazi su altri prodotti. «Conosco Donald Trump da qualche anno: quando ho iniziato il mio primo mandato, lui era nel suo ultimo anno. È importante prenderlo molto sul serio. Ma non bisogna prendere ogni sua parola alla lettera, anche questo è fondamentale», ha detto il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un’intervista a Politico.eu. Come a far capire che lo scenario potrebbe cambiare, perché l’uomo è imprevedibile. Il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic continua a lanciare messaggi di ottimismo. Ieri mattina ha incontrato il rappresentante al Commercio americano, Jamieson Greer, e nel fine settimana ci sono stati colloqui con il segretario al Commercio Usa, Howard Lutnick. Sefcovic, incontrando la stampa, ha parlato di un «progresso» nel negoziato che gli fa sperare di «raggiungere un risultato positivo. So da dove siamo partiti, conosco le posizioni iniziali e vedo che oggi le discussioni sono molto concrete. Stiamo parlando di settori specifici, aree precise, e anche di una possibile zona di atterraggio dell’accordo».A distendere il clima ieri è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Tra Stati Uniti e Europa c’è un rapporto di reciproco e rispettoso arricchimento, di restituzione, un rapporto profondo che va reso sempre più saldo, fondato su un patrimonio condiviso di valori e di principi: libertà, uguaglianza, diritti, libertà di mercato», ha detto il capo dello Stato. Trump, intanto, prosegue con la sua linea dura. In un post su Truth il presidente ha rivendicato il suo diritto di imporre le tariffe contro quei Paesi che lo fanno nei confronti degli Usa. «Se ad altri è consentito usare dazi contro di noi e a noi non è consentito contrastarli, rapidamente e agilmente, con altre misure, il nostro Paese non ha nemmeno una piccola possibilità di sopravvivenza economica», ha attaccato il tycoon, che entro la fine della settimana dovrebbe avere un colloquio telefonico con Xi Jinping.I dati dell’economia però non rispecchiano l’ottimismo del presidente americano. Il settore dei servizi statunitense si è contratto a maggio per la prima volta in quasi un anno, mentre le imprese hanno pagato prezzi più alti per i fattori produttivi, sintomo di un’economia che rischia di vivere un periodo di crescita molto lenta e di inflazione elevata per effetto dei dazi. Secondo l’Institute for supply management (Ism), l’indice Pmi non manifatturiero è sceso a 49,9 il mese scorso da 51,6 in aprile. Si tratta del primo calo sotto la soglia dei 50 e la lettura più bassa da giugno 2024. Gli economisti intervistati dall’agenzia Reuters avevano previsto che il Pmi dei servizi sarebbe salito a 52 a seguito di un allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Una lettura inferiore a 50 indica una contrazione del settore dei servizi, che rappresenta più di due terzi dell’economia.Altro effetto dei dazi è l’aumento del prezzo dell’acciaio, che ha guadagnato subito oltre l’1%, dopo che Donald Trump ha firmato l’ordine esecutivo sulle tariffe al 50%. I prezzi erano crollati all’inizio di questa settimana a causa dei crescenti timori di una domanda più debole.Ma l’inquilino della Casa Bianca ha assicurato che con l’incremento dei dazi «renderò le nostre industrie dell’alluminio e dell’acciaio più forti che mai e ridurrà o eliminerà la minaccia alla sicurezza nazionale rappresentata dalle importazioni dei prodotti con questi componenti».Mentre Trump continua a chiedere all’Europa di rafforzare i dazi sui prodotti cinesi, Francia e Germania continuano a fare affari con Pechino. Secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg, sarebbe in fase avanzata un accordo per la vendita di 300-500 aerei Airbus se, che potrebbe arrivare alla fase conclusiva quando i leader europei voleranno a Pechino il prossimo luglio per celebrare i 50 anni di relazioni diplomatiche tra Cina e Unione europea. Francia e Germania sono i due maggiori proprietari di Airbus. Questo accordo consentirebbe al presidente cinese Xi Jinping di mandare un messaggio alla Casa Bianca. La rivale di Airbus, l’americana Boeing, avrebbe tutto da guadagnare dalla risoluzione della guerra commerciale.Intanto negli Usa prosegue l’indagine sui componenti degli aerei importati. «Prevediamo che, probabilmente entro la fine del mese, avremo un’analisi e stabiliremo lo standard per i dazi sui componenti degli aerei», ha detto il segretario al Commercio Usa Howard Lutnick in un’audizione al Congresso. «La chiave è proteggere il nostro settore e garantire che coloro che commerciano con noi ci trattino equamente».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/dazi-ue-usa-2672310483.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="in-germania-vendite-di-byd-a-824-sorpasso-su-tesla-in-tutta-lunione" data-post-id="2672310483" data-published-at="1749110958" data-use-pagination="False"> In Germania vendite di Byd a +824% Sorpasso su Tesla in tutta l’Unione Ad aprile, il mercato europeo delle auto elettriche ha registrato un cambio di passo storico: per la prima volta Byd ha superato Tesla nelle vendite. Secondo i dati forniti da Jato dynamics, il produttore cinese ha venduto 7.231 veicoli elettrici a batteria in Europa, contro i 7.165 di Tesla. Un sorpasso simbolico, aggravato dal calo del 49% nelle vendite del marchio americano rispetto allo stesso mese del 2024. Byd, al contrario, ha messo a segno un impressionante +169% anno su anno, nonostante le barriere commerciali imposte dall’Unione europea alle auto cinesi. A rafforzare la propria posizione nel continente, l’azienda avvierà a breve la produzione in un nuovo stabilimento in Ungheria, che ospiterà anche la sede europea e un centro di ricerca e sviluppo. Ancora più impressionanti i dati della Germania a maggio, dove Tesla è crollata del -36% mentre le vendite di Byd sono schizzate del +824%. Il successo europeo di Byd si inserisce in un quadro di espansione globale già evidente nel 2024. L’azienda è attiva in diversi settori: produce batterie, autobus, treni elettrici ed è coinvolta nelle energie rinnovabili. Lo scorso anno, il gruppo ha generato un fatturato di 107,2 miliardi di dollari, superando i 97,7 miliardi dichiarati da Tesla. Anche l’utile netto ha segnato un divario significativo: 5,55 miliardi di dollari per Byd contro i 7 miliardi di Tesla, che però ha visto i profitti calare del 53% rispetto al 2023. Nel primo trimestre del 2025, Byd ha venduto quasi un milione di veicoli nel mondo, confermando l’obiettivo di raggiungere i 5,5 milioni entro la fine dell’anno, un traguardo che consoliderebbe la sua posizione di leader nel mercato elettrico globale. Il punto è che Byd continua a distinguersi per la sua capacità di combinare produzione su larga scala a prezzi bassi e innovazione tecnologica. L’unico campo dove Tesla riesce ancora a battere la concorrenza di Byd è in Borsa. Nonostante questi risultati, la distanza da Tesla sul piano della capitalizzazione resta ampia: 157 miliardi di dollari per Byd contro gli 800 miliardi del gruppo guidato da Elon Musk. Tuttavia, la traiettoria di crescita di Byd appare solida e costante, anche a fronte della volatilità dei mercati. Lunedì scorso, ad esempio, il titolo ha perso l’8,6% dopo l’annuncio di una nuova politica di sconti in Cina, ma gli analisti vedono nella strategia un chiaro segnale della volontà dell’azienda di rafforzare ulteriormente la propria quota di mercato. Certo, va detto che Tesla non è l’unico costruttore occidentale che non se la passa bene. Nel primo trimestre del 2025, i tre grandi gruppi automobilistici tedeschi - Volkswagen, Mercedes e Bmw - hanno registrato un calo complessivo delle vendite pari al 2,3%, accompagnato da una riduzione dei profitti di circa un terzo. Lo rivela uno studio condotto dalla società di consulenza e revisione Ey, che ha analizzato le performance dei 20 maggiori produttori automobilistici a livello globale. Non stupisce, dunque, che l'indice composito Pmi della Germania sia sceso oltre le stime da 50,1 a 48,5 punti, contro i 48,6 previsti, nel mese di maggio. Il vero problema è che è tutta l’industria occidentale delle quattro ruote a essere in crisi, schiacciata dall’ideologia dell’Unione europea che vuole un mercato automobilistico solo a batteria entro il 2035. Peccato che manchino le infrastrutture e le tecnologie giuste per offrire alla clientela europea modelli che garantiscano una esperienza d’uso simile a quella offerta dalle auto termiche. Così i cinesi si sfregano le mani, consapevoli di avere a disposizione un mercato pronto ad accogliere le loro vetture.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.