2025-07-17
Farmaci e chip finiscono nella giostra dei dazi
Donald Trump minaccia misure ad hoc dal primo agosto. Mentre il commissario europeo Maros Sefcovic vola a Washington per trattare. Matteo Zoppas (Ice) calcola un freno all’export italiano da 19 miliardi. Adolfo Urso: «Apriamo nuove rotte commerciali».La guerra tra gli Stati Uniti e l’Ue continua senza sosta. Il presidente Usa, Donald Trump, ieri ha minacciato di introdurre dazi sui prodotti farmaceutici e sui semiconduttori a partire dal primo agosto, data limite prevista per l’avvio delle cosiddette imposte «reciproche» nei confronti dei singoli Paesi.Parlando martedì sera con alcuni giornalisti, Trump ha affermato che le tariffe sui farmaci potrebbero essere annunciate «probabilmente entro la fine del mese», spiegando che inizialmente si tratterà di una tassa ridotta per consentire alle aziende farmaceutiche un periodo di transizione di circa un anno. Successivamente, ha aggiunto, la tariffa sarà notevolmente aumentata. Il presidente ha inoltre fatto sapere di avere un piano simile per i dazi sui semiconduttori, ritenendo più semplice applicare tariffe ai chip, essenziali per tutti i dispositivi elettronici. Tuttavia, non ha fornito ulteriori dettagli in merito.Intanto, ieri il commissario europeo per il Commercio, Maros Sefcovic, è partito per Washington per un nuovo round di colloqui sui dazi con le controparti statunitensi. Lo ha annunciato il portavoce della Commissione europea, Olof Gill.La missione fa seguito alle telefonate che Sefcovic ha avuto negli ultimi giorni rispettivamente con il segretario al Commercio degli Stati Uniti, Howard Lutnick, e con il rappresentante per il Commercio, Jamieson Greer. «Vogliamo negoziati seri e mirati con gli Stati Uniti. L’Europa è unita e determinata: puntiamo a un accordo equo, ma se ciò non sarà possibile, saranno necessarie contromisure forti per proteggere l’occupazione e le imprese europee», ha dichiarato il ministro delle Finanze tedesco, Lars Klingbeil, durante un incontro con il suo omologo francese, Eric Lombard. «Le tariffe imposte da Trump danneggiano tutti: mettono a rischio tanto l’economia americana quanto le aziende europee. Per questo motivo, questo conflitto commerciale deve giungere a una conclusione», ha aggiunto Klingbeil.«C’è voglia di dialogare. Siamo ancora a posizioni che non sono coincidenti, però oggi (ieri, per chi legge, ndr) andrà Sefcovic e si ricomincia una trattativa», ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, alla discesa dell’aereo che lo ha riportato in Italia da Washington.Il tema delle tariffe a stelle e strisce ieri è emerso anche durante la presentazione del Rapporto Ice 2024/2025. «Con la svolta protezionistica degli Usa oltre 6.000 imprese, con oltre 140.000 addetti, sono esposte in modo diretto a rischi potenziali elevati», si può leggere nel rapporto in cui si sottolinea la «vulnerabilità del sistema esportatore italiano. Ne fanno parte», si legge, «numerose imprese di piccola dimensione e con governance domestica; le multinazionali, soprattutto estere, risultano molto meno presenti. I settori più esposti sono: bevande, prodotti in metallo, farmaceutica, mobili, commercio al dettaglio, mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli. Queste imprese esportano verso gli Usa oltre 11 miliardi di euro».«Se si guarda all’attuale annuncio di dazi Usa aggiuntivi del 30% per l’Europa», aggiunge, il presidente dell’Agenzia Ice, Matteo Zoppas, «la stima per l’Italia è di un costo aggiuntivo di 19 miliardi per le export verso gli Usa», cioè una parte importante dei 65 miliardi di export verso gli Stati Uniti. Tra le regioni più colpite, per macchinari e farmaceutico, aggiunge Zoppas, ci sarebbero la Toscana e l’Abruzzo. «Dobbiamo lavorare con impegno e determinazione per sostenere la Commissione europea nel raggiungimento di un accordo equo e sostenibile, volto alla riduzione dei dazi minacciati e, in prospettiva, alla creazione di un’area di libero scambio euro-atlantica a dazi zero», ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine della presentazione del rapporto. «Al momento l’obiettivo è limitare i danni. Saranno decisive le prossime ore nell’ambito del negoziato», ha aggiunto ieri. «In ogni caso, è fondamentale aprire nuove rotte commerciali attraverso accordi di libero scambio che favoriscano l’ingresso dei nostri prodotti nei mercati in espansione», ha sottolineato.Quella sui dazi «è una trattativa lunga ed estenuante, in cui da una parte c’è un negoziatore particolare e dall’altra altri che hanno degli approcci completamente diversi, quindi non è soltanto nel quantum, ma anche nel metodo dell’approccio», ha detto ieri il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in Transatlantico, alla Camera, sulla trattativa tra Ue e Stati Uniti.Sul tema, ieri, è intervenuto anche il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, parlando alla Camera al convegno Nucleare futuro. «Non si può parlare solo di dazi ma del costo dell’euro e dei dazi», ha detto. «A fronte di eventuali tariffe Usa al 30%, che varrebbero per l’Italia 37,5 miliardi di euro, dobbiamo sommare il peso del cambio dell’euro sul dollaro, il cui costo è del 13%, arriveremmo così al 43%. Per noi il cambio è già un dazio». Il numero uno di viale dell’Astronomia ha anche aggiunto che, dopo la lettera di Trump, si sarebbe aspettato che l’Ue facesse almeno la convocazione del voto del Mercosur, che può portare 5-6 miliardi alle tasche del Vecchio continente.
Auto dei Carabinieri fuori dalla villetta della famiglia Poggi di Garlasco (Ansa)
Volodymyr Zelensky (Ansa)