2022-04-01
David Rossi, uomo di potere ma senza la corazza e finito nel posto sbagliato
Pierangelo Maurizio dedica un libro al giallo della morte del capo comunicazione di Montepaschi. I litigi con i giornalisti: «Articolo sgradito, vi togliamo la pubblicità».Pubblichiamo un estratto di Una storia sbagliata. David Rossi & Mps, un mistero italiano (Maurizio edizioni, 22 euro, 193 pagine; ordinabile sul sito www.pierangelomaurizio.it). Il volume ricostruisce la morte, il 6 marzo 2013, dell’allora capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, caduto dalla finestra del suo ufficio: un decesso ufficialmente considerato un suicidio. L’autore, che ha collaborato fra gli altri con Il Tempo, Il Giornale, Il Borghese, la Rai, La Verità e il Tg5, come inviato del programma Quarto Grado per cinque anni si è occupato a tempo pieno del giallo.È un giovedì, il 28 febbraio del 2013. Tra sei giorni David Rossi morirà. Giù da una finestra - dicono quella del suo ufficio al terzo piano - della sede storica del Monte dei Paschi a Siena. Rocca Salimbeni è un simbolo di potere, di ricchezza e di così tanti soldi che sembrano non debbano finire mai: […] La vita di David finirà in un budello senza uscita tra i palazzi della Rocca: vicolo Monte Pio. Sarà subito «suicidio». Sei giorni prima, quel giovedì 28 febbraio David incontra un suo vecchio amico e collega. Hanno cominciato questo mestiere insieme, lui è un altro David, David Taddei, e quel 28 febbraio è un giorno particolare. […] È il giorno in cui il consiglio d’amministrazione della banca in mezzo alla tempesta deve formalizzare la decisione che dovrebbe essere una specie di spartiacque. […] Una svolta nei destini di Mps sull’orlo del disastro impersonata dal presidente Alessandro Profumo, il banchiere che ha inaugurato una strana moda e per due volte si è fatto fotografare diligente in fila per scegliere il candidato premier alle primarie del Pd, il Partito democratico [...] e dall’amministratore delegato Fabrizio Viola. Domani verrà depositata la causa contro Deutsche bank e Nomura per la vicenda delle due operazioni in derivati Alexandria e Santorini. Al termine della riunione c’è una fuga di notizie e quell’informazione che dovrebbe essere riservata finisce sul Sole 24 Ore. I sospetti per la spifferata lambiscono anche David Rossi, capo della comunicazione dell’istituto […] Il 28 febbraio Taddei passa a salutare Rossi a Rocca Salimbeni. «Non voleva che parlassimo nel suo ufficio, così ci siamo messi a camminare lungo i corridoi. Aveva paura ci fossero le cimici, le microspie». […] E quel giovedì 28 febbraio cosa temeva? Era preoccupato che le mura della Rocca sentissero. Ma che cosa? Quali segreti potenzialmente per lui pericolosi avrebbero potuto carpire dai suoi dialoghi? […] Ricorda David Taddei: «Ci conoscevamo molto bene. Abbiamo condiviso la gavetta per dieci anni, praticamente abbiamo lavorato passando le giornate insieme. No, prima non era così…». Ecco: ma com’era David Rossi, chi era? Bella domanda. E chi lo sa… Nemmeno le persone più vicine, si può dire, lo hanno conosciuto fino in fondo. Riservato, introverso, intelligente, sempre in ordine, ben vestito: ecco, questo dice già qualcosa. Dava molta importanza a come appariva, alla sua connotazione pubblica, al ruolo che aveva conquistato passo dopo passo, arrivando dalla gavetta nei giornali, che non è proprio una passeggiata. Capace anche di vivere passioni viscerali: il Palio e la Lupa, la sua contrada. […] Classe 1961, aveva cominciato facendo il grafico, a disegnare volantini. Era figlio di un dipendente del Monte, che a sua volta da usciere era andato in pensione come responsabile del suo settore. […] Dicono che negli ultimi tempi con il padre in pensione i rapporti fossero ruvidi proprio a causa del Monte e del suo amico Giuseppe Mussari: «State portando alla rovina la banca», gli rimproverava il genitore e capitava che gli incontri diventassero discussioni negli ultimi mesi di vita del vecchio ex usciere. Nessuno poteva prevederlo, ma quelli saranno anche gli ultimi mesi di David. «Il tempo si è fatto breve...». Il padre muore di malattia a novembre del 2012, quattro mesi dopo la vita di David finisce sulla pietra serena di vicolo Monte Pio. «David io l’ho trovato al Cittadino, nel 1993. Allora non era giornalista, faceva il grafico perché disegnava bene». Il Cittadino esiste ancora oggi nella versione online. All’epoca personificava l’illusione che la caduta della Prima Repubblica potesse rappresentare una nuova stagione, una ventata d’aria fresca e che potessero nascere giornali liberi. Il Cittadino ha per editori la famiglia Rugani, proprietaria di una famosa e prestigiosa clinica, il direttore è Duccio Rugani che ha lasciato il Corriere di Siena e fiancheggia apertamente il sindaco, Pierluigi Piccini. Piccini, dirigente del Monte, colto [...], mente aperta, da sindaco è entrato in rotta di collisione con il suo partito, l’ex Pci. Ha capito che la spallata per via giudiziaria che ha spazzato via Democrazia cristiana, Partito socialista e partiti laici in tutta Italia, aprirà pure grandi orizzonti per il partito vestito di nuovo alla conquista del Palazzo d’inverno, ma Siena rischia di finire sotto una cappa di potere opaco, imperniato sul Monte, ma che vede il Monte come un’infinita greppia. Non fa bene alla città, non fa bene alla banca. «Il Cittadino era nato per fare il culo alla massoneria» riassume forse in modo troppo sintetico però efficace David Taddei. Ma la pubblicazione delle presunte liste degli iscritti alle logge sarà un bagno di sangue, gli editori perderanno anche la clinica per fare fronte alle cause che sommergono la testata. […] Come avviene spesso nei giornali, David Rossi viene spedito e promosso sul campo. Da grafico-impaginatore-tuttofare a giornalista, per la precisione cronista «di bianca», è lui a seguire il Palazzo comunale, la giunta e il consiglio. Ed è qui che avviene l’incontro con la politica e il potere, sotto forma del rapporto diretto col sindaco Pierluigi Piccini. […] Nel 1996 David e David lasciano Il Cittadino. Danno vita alla loro agenzia di stampa. Perché questa è la seconda grande illusione degli anni Novanta, post caduta della Prima Repubblica, ovvero che l’informazione sia territorio di chi l’informazione la fa. I giornalisti. Invece dagli anni Ottanta è diventata sempre più merce di scambio tra potere finanziario, padrone ormai delle principali aziende editoriali, e potere politico, nell’assodato do ut des del periodo [...]. Poi, dai primi anni Duemila, l’informazione a livello planetario diventa il bottino dei giganti di internet che allegramente prosciugano i contenuti, non pagano tasse e si arricchiscono in modo stratosferico. All’avventura partecipa anche Maurizio Bologni, giornalista di La Repubblica. Fondano anche Siena news, uno dei primi dieci giornali online che esiste ancora. Ma soprattutto fanno da ufficio stampa esterno per il sindaco. […] Lo stesso rapporto esclusivo David Rossi lo trasferirà al legame con Giuseppe Mussari, l’ex studente fuorisede di Catanzaro e neo avvocato, anche lui nell’orbita del partito, i Ds, e che sarà il futuro re di Siena per un decennio. Mussari da scoperta di Piccini ne diventa così il principale antagonista. A fine mandato come primo cittadino, Pierluigi Piccini dovrebbe diventare il presidente della Fondazione Monte dei Paschi che controlla la banca. Capisce di banche e di quella in particolare, invece l’avvocato Giuseppe Mussari non nasconderà di sentirsi prestato al mestiere di banchiere. Ma l’ex sindaco è un outsider, fa di testa sua, non è controllabile e si è fatto troppi nemici: dopo la crociata contro la massoneria davvero pensa di mettere piede nella stanza dei bottoni di una banca, anzi della banca più antica del mondo? Al suo posto viene scelto invece Mussari che si porta come addetto stampa David Rossi, […] il primo responsabile della comunicazione che nella secolare storia dell’istituto è assunto a tempo indeterminato. Con tanto di gratificazioni e stipendio da megadirigente, annessi e connessi, che per qualsiasi giornalista sarebbero più che soddisfacenti, ma che per un ex ragazzo partito dalla casella di grafico, non erano neppure immaginabili. Sembra la coronazione di un sogno: l’ex grafico pubblicitario, quel ragazzo sempre inappuntabile, ha in mano praticamente la stampa economica italiana. Invece è l’inizio dell’incubo. Il nuovo ruolo non gli ha dato alla testa, dentro resta quello che era: serio, rigoroso, sempre preparato. Impensabile per lui farsi cogliere meno che all’altezza, bravo nel suo lavoro. Talmente bravo che, a volte, magari a mezza bocca, si dice fosse «stronzo». Quando esce un pezzo sgradito, sempre da quello che si dice, era lui ad alzare il telefono. «Vi togliamo la pubblicità», ringhiava […] È diventato un uomo di potere, David. Ma non ha la corazza per esserlo. […] Il 6 marzo 2013, David è la persona sbagliata al posto sbagliato, nel momento sbagliato. Il protagonista, suo malgrado, di una storia sbagliata.
Thierry Sabine (primo da sinistra) e la Yamaha Ténéré alla Dakar 1985. La sua moto sarà tra quelle esposte a Eicma 2025 (Getty Images)
La Dakar sbarca a Milano. L’edizione numero 82 dell’esposizione internazionale delle due ruote, in programma dal 6 al 9 novembre a Fiera Milano Rho, ospiterà la mostra «Desert Queens», un percorso espositivo interamente dedicato alle moto e alle persone che hanno scritto la storia della leggendaria competizione rallystica.
La mostra «Desert Queens» sarà un tributo agli oltre quarant’anni di storia della Dakar, che gli organizzatori racconteranno attraverso l’esposizione di più di trenta moto, ma anche con memorabilia, foto e video. Ospitato nell’area esterna MotoLive di Eicma, il progetto non si limiterà all’esposizione dei veicoli più iconici, ma offrirà al pubblico anche esperienze interattive, come l’incontro diretto con i piloti e gli approfondimenti divulgativi su navigazione, sicurezza e l’evoluzione dell’equipaggiamento tecnico.
«Dopo il successo della mostra celebrativa organizzata l’anno scorso per il 110° anniversario del nostro evento espositivo – ha dichiarato Paolo Magri, ad di Eicma – abbiamo deciso di rendere ricorrente la realizzazione di un contenuto tematico attrattivo. E questo fa parte di una prospettiva strategica che configura il pieno passaggio di Eicma da fiera a evento espositivo ricco anche di iniziative speciali e contenuti extra. La scelta è caduta in modo naturale sulla Dakar, una gara unica al mondo che fa battere ancora forte il cuore degli appassionati. Grazie alla preziosa collaborazione con Aso (Amaury Sport Organisation organizzatore della Dakar e partner ufficiale dell’iniziativa, ndr.) la mostra «Desert Queens» assume un valore ancora più importante e sono certo che sarà una proposta molto apprezzata dal nostro pubblico, oltre a costituire un’ulteriore occasione di visibilità e comunicazione per l’industria motociclistica».
«Eicma - spiega David Castera, direttore della Dakar - non è solo una fiera ma anche un palcoscenico leggendario, un moderno campo base dove si riuniscono coloro che vivono il motociclismo come un'avventura. Qui, la storia della Dakar prende davvero vita: dalle prime tracce lasciate sulla sabbia dai pionieri agli incredibili risultati di oggi. È una vetrina di passioni, un luogo dove questa storia risuona, ma anche un punto d'incontro dove è possibile dialogare con una comunità di appassionati che vivono la Dakar come un viaggio epico. È con questo spirito che abbiamo scelto di sostenere il progetto «Desert Queens» e di contribuire pienamente alla narrazione della mostra. Partecipiamo condividendo immagini, ricordi ricchi di emozioni e persino oggetti iconici, tra cui la moto di Thierry Sabine, l'uomo che ha osato lanciare la Parigi-Dakar non solo come una gara, ma come un'avventura umana alla scala del deserto».
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