2023-12-07
Coppola incastrato dall’Ia a Dubai
Le telecamere con riconoscimento facciale hanno pizzicato l’affarista latitante. Nello stesso posto c’è una dozzina di italiani in fuga, tra questi Gianfranco Tulliani, cognato di Gianfranco Fini.È stata l’intelligenza artificiale a incastrare Danilo Coppola, l’imprenditore romano che da tempo risiedeva a Dubai, condannato in via definitiva lo scorso anno per il crac di Porta Vittoria a Milano. Martedì sera, mentre era in un centro commerciale degli Emirati Arabi, infatti, le telecamere di sicurezza lo hanno inquadrato, riconosciuto e segnalato alla polizia emiratina che poi ha chiamato a sua volta l’Interpol. «Non ho ancora avuto modo di parlare con il mio assistito, né di vedere il mandato di arresto. Non si trova in carcere, ma in custodia. Un collega degli emirati sta seguendo la situazione. Presumo che ci opporremo alla richiesta di estradizione» dice a La Verità l’avvocato Gaetano De Perna, che segue l’ex immobiliarista. Il legale spiega che non era di certo un segreto il fatto che Coppola vivesse da tempo a Dubai. «I figli andavano a trovarlo in aereo, lo sapevano tutti. Anche nelle interviste rilasciate alle Iene o nei suoi video su Instagram si poteva capire perfettamente dove si trovasse. Aveva scelto di stare lì anche per questioni di privacy». Dallo scorso anno Coppola era destinatario di un ordine di esecuzione pena emesso dalla procura di Milano del 2 agosto 2022, per l’espiazione della condanna residua di 6 anni, 5 mesi e 12 giorni di reclusione per bancarotta fraudolenta. A settembre era stata assolta nello stesso procedimento la moglie, Silvia Necci. Su di lui pendeva anche un mandato d’arresto europeo. In ogni caso, già nel maggio dello scorso anno la procura di Milano si era vista respingere una richiesta di estradizione della Svizzera giudicando «i fatti ascritti [...]» a suo carico di uno di quelli che fu tra i protagonisti della stagione dei furbetti del quartierino «come non punibili ai sensi del diritto svizzero». Coppola, infatti, è imputato davanti alla seconda sezione penale (sentenza il 9 gennaio), con altri tre nel processo che vede al centro accuse scaturite dall’inchiesta principale sui crac Gruppo Immobiliare 2004, Mib Prima e Porta Vittoria. Tra i casi di questo procedimento c’è la bancarotta per il fallimento nel 2015 della srl Editori per la finanza, di cui Coppola sarebbe stato «amministratore di fatto». Inoltre, in un altro processo, assieme ad un’altra persona (l’ex amministratore delegato del Banco Francesco Saviotti) che ha già patteggiato, è accusato di tentata estorsione ai danni di Prelios, società di gestione del risparmio proprietaria del complesso immobiliare Porta Vittoria, nel capoluogo lombardo. Su questo caso la Svizzera aveva negato all’epoca l’estradizione. E proprio su quest’ultima vicenda Coppola continuava a sostenere la sua innocenza postando video su Instagram. In particolare, chiedeva giustizia per la denuncia che aveva presentato nel 2016 nella stessa procura di Milano dove accusava il Banco Popolare di averlo fatto fallire, modificando gli accordi per il rientro del debito. Figlio di una famiglia siciliana, cresciuto nella periferia della borgata Finocchio, ai tempi d’oro di Stefano Ricucci e della scalata al Corriere della Sera, veniva soprannominato il Dandy» o Er Cash. Leggenda narra che i primi soldi Coppola li fece con il risarcimento per un incidente stradale. Poi rilanciò l’azienda di costruzioni del padre e divenne uno dei più importanti palazzinari romani degli anni ’90. Da lì il salto a Milano. Nel capoluogo lombardo compra alcuni stabili in Montenapoleone e in via Manzoni, acquista azioni in Bnl e Mediobanca. È tra i protagonisti delle scalate in Bnl e Antonveneta. Poi viene arrestato nel 2007. Quindi nel 2016 è di nuovo in arresto. A distanza di 15 anni sui social continua a professarsi innocente. «Non vorrei fare l’ennesimo carcere preventivo per poi essere di nuovo assolto» diceva su Instagram lo scorso anno. Nel frattempo a Dubai continuano a esserci almeno una dozzina latitanti italiani tra cui Samuele Landi, ex amministratore delegato di Eutelia condannato a 8 anni per bancarotta o l’imprenditore Gianfranco Tulliani, il cognato di Gianfranco Fini.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa del 13 ottobre con Flaminia Camilletti