2022-11-19
Dall’Anpi a Prodi e Boldrini. La rete di amici vip della coop degli scandali
Aboubakar Soumahoro e la moglie. Nel riquadro, Romano Prodi e Marie Therese Mukamitsindo (Ansa)
La Karibu, amministrata da moglie e suocera di Aboubakar Soumahoro, era pluripremiata dalle istituzioni e coccolata dalle tv. Intanto faceva milioni e accumulava debiti.Sembrava essere riuscita a costruire una Riace alla pontina Marie Therese Mukamitsindo, suocera del già sindacalista di origine ivoriana Aboubakar Soumahoro (che non è indagato né coinvolto nella gestione delle coop di famiglia), eletto deputato con la lista Alleanza Verdi e Sinistra italiana. La sua Karibu (coop che vede nel cda anche Liliane Murekatete, la moglie di Soumahoro) è finita sotto il fuoco incrociato degli investigatori della Guardia di finanza e dei carabinieri, come ha confermato ieri il procuratore di Latina Giuseppe De Falco con una nota in cui sostiene di svolgere «accertamenti in ordine a eventuali profili di rilievo penale (l’ipotesi di truffa, ndr) connessi ai diversi temi di rilevanza della complessa vicenda». Karibu e il consorzio Aid, collegato alla cooperativa, erano diventati un colosso del sistema dell’accoglienza, prima che saltassero fuori le grane con i dipendenti e la pessima qualità dei servizi offerti ai loro ospiti. Come hanno denunciato i lavoratori e i minori stranieri non accompagnati al sindacato Uiltucs. Affari per 1.700.000 euro nel 2021 (come dimostrano i bilanci), ma fatturati da capogiro negli anni d’oro dell’accoglienza (Casapound Latina parla di 11 milioni di euro nel 2017). Di certo ne ha incassati 4 nel 2019. Cas e Sprar disseminati per la provincia di Latina, 8 per mille con progetti della presidenza del Consiglio dei ministri, progetti per il contrasto al caporalato, corsi di formazione e chi più ne ha più ne metta. Con al fianco la Regione Lazio e alcuni Comuni, tra i quali quello di Latina. E una rete politica nella sinistra. In una foto del 2019 la Grande signora di Umuganda (così Marie Therese viene soprannominata sul quotidiano locale Latina tu) è seduta accanto a Romano Prodi. Il post sulla pagina social della cooperativa Karibu è del 30 ottobre 2019. La foto è accompagnata da un riassunto del pensiero di Mortadella, che, a dire di Karibu, «ha voluto rammentare lo stretto nesso che esiste tra i complessi processi migratori e il cambiamento climatico. A questo riguardo, si ipotizza che ci saranno circa 200 milioni di rifugiati climatici nel 2050». Probabilmente la coop già si sfregava le mani. Per ritrovarsi, però, sbugiardata da Casapound che svelò che la foto era di sette mesi prima e che l’incontro non si era tenuto a Bruxelles, come sosteneva Karibu, ma a Montesilvano (Pescara). Le motivazioni dietro a quella trovata propagandistica non sono mai state molto chiare. Certo è che proprio in quel periodo si attiva un cordone mediatico a difesa della coop. Carta Bianca, la trasmissione condotta da Bianca Berlinguer su Rai 3, per esempio, dedica un servizio alle attività di Karibu legate all’assistenza ai minori stranieri non accompagnati di Monte San Biagio. E quella con Prodi non è l’unica foto della quale fa bella mostra Karibu sui suoi social. Sempre a ottobre 2019 c’è Marie Therese accanto al parlamentare europeo dem Pierfrancesco Majorino (candidato del centrosinistra lombardo alla carica di governatore). La foto, questa volta, è scattata davvero a Bruxelles. E la coop fa sapere che la Grande signora di Umuganda ha tenuto con Majorino «una fruttuosa riunione sul sistema d’accoglienza». Peccato che già in quel periodo erano state documentate le prime proteste degli ospiti dei centri d’accoglienza di Karibu (compreso un sit-in davanti al palazzo vescovile). Inoltre Karibu era già stata sfrattata per presunte morosità dalla curatela fallimentare dell’Hotel de la Ville, un albergo a quattro stelle andato a gambe all’aria qualche anno prima. Una società privata, non si sa come, avrebbe concluso con la coop un contratto di locazione. E a fine del 2016 dalle recensioni su Tripadvisor risulta che i villeggianti, a sorpresa, si sono ritrovati nella struttura con i richiedenti asilo. Nonostante sulla stampa locale cominciassero a circolare notizie contrastanti sulla bontà dell’accoglienza col metodo Karibu (con tanto di intervento della prefettura per carenze igieniche riscontrate nel Cas di Aprilia), però, Marie Therese viene premiata dall’ex presidente della Camera Laura Boldrini come «imprenditrice immigrata dell’anno» (giugno 2018) durante un evento organizzato dalla multinazionale Money Gram (servizi di money transfer). Pochi giorni dopo è ospite della trasmissione di La 7 Tagadà condotta da Tiziana Panella. E a dicembre dello stesso anno interviene a Foggia al Tedx, evento organizzato dalla multinazionale del no profit Sapling Foundation. Marie Therese ormai è nell’olimpo dei cooperatori. Dem e cooperative rosse sembrano pendere dalle sue labbra. Tanto da indicarle un uomo di partito, fidato, Emiliano Scinicariello, consulente fiscale e ai vertici della Lega Coop. Ma anche consigliere comunale d’opposizione a Gaeta col Pd. Avrebbe dovuto risanare i bilanci disastrosi della coop di Mukamitsindo. Dieci lunghi mesi trascorsi tra le scartoffie della Karibu. Fatture, estratti conto, note spese, stipendi e tributi non pagati. Una giungla. «Sì è vero, sono stato chiamato da Mukamitsindo per cercare di trovare una strada per sistemare i bilanci», conferma Scinicariello alla Verità. Poi, però, oppone la riservatezza deontologica richiesta dal rapporto con la coop. Ma una cosa importante le sottolinea: «Il mio compito era quello di sanare i bilanci. Trovare soluzioni a una situazione economica contabile disastrosa». E precisa: «Quando il consulente non viene ascoltato e, cosa non marginale, neanche pagato per il lavoro svolto, tanto vale rimettere l’incarico». Ed è finito pure lui nell’elenco di chi non avrebbe ricevuto le spettanze dalla coop dalla suocera dell’onorevole con gli stivali di gomma. Ma nella rete che sostiene Karibu non ci sono solo politici dem e multinazionali. A gennaio 2019, appena approvato il decreto Sicurezza di Matteo Salvini, la coop si ritrova in partnership con l’Anpi (l’associazione dei partigiani) a spiegarne gli impatti: «Cancella i servizi per i richiedenti asilo ed elimina le figure professionali del sistema d’accoglienza». Le stesse figure professionali (compresi i mediatori culturali) che, come denuncia la Uiltucs, la coop non paga da due anni. «Sono state poste in essere le azioni necessarie per procedere alla riscossione dei crediti che la cooperativa vanta nei confronti della pubblica committenza, anche per attività già rendicontata, ciò nel tentativo di soddisfare le posizioni debitorie nei confronti dei lavoratori», replica ora Marie Therese. E Soumahoro continua ad annunciare azioni legali: «A chi sta usando i miei affetti per colpirmi dico solo: ci vedremo in tribunale. Non ci fermeranno». A difesa del neoeletto deputato si è schierato anche l’ex reuccio di Riace Mimmo Lucano, condannato in primo grado a 13 anni e 2 mesi di carcere: «È una delegittimazione mediatica che si ripete sempre uguale quando qualcuno si batte per la tutela dei diritti delle persone più deboli». Ma Gianfranco Cartisano, segretario generale di Uiltucs Latina, spiega: «Sono ben 400.000 euro di stipendi arretrati. Il sindacato ha cercato di aprire un confronto anche con il prefetto e la prefettura di Latina si è sostituita alla procedura di pagamento per quattro lavoratori. Ne rimangono 22 in capo ad altri enti, come Regione Lazio e ministero dell’Interno». E ora all’interrogazione parlamentare presentata l’altro giorno da Fratelli d’Italia si aggiungono quelle della Lega e del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. L’imbarazzo nell’ultrasinistra è ormai comprensibile. Anche perché presto la moglie e la suocera di Soumahoro potrebbero essere convocate dai magistrati.
Nicolas Sarkozy e Carla Bruni (Getty Images)