2019-09-11
Dal Gse al mercato libero, sull'energia i giallorossi rischiano il pantano
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Le aziende attendono ancora la lista di chi potrà abbandonare le tariffe tutelate nel luglio del 2020. I grillini vorrebbero prendere ancora tempo, la Lega premeva per una soluzione già a giugno, mentre il Partito democratico aveva a suo tempo velocizzato l'iter per le liberalizzazioni. A sorvegliare in Arera c'è Stefano Pesseghini, in quota Lega, nomina del governo gialloblu.Nel gestore dei servizi energetici è il tutti contro tutti. A vuoto due consigli di amministrazione, con l'intervento a gamba tesa dei neo ministri Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli.Lo speciale contiene due articoliSettore energetico nella palude dopo il cambio di governo. Dal caso Gse (Gestore dei Servizi Energetici) fino alle decisioni da prendere in vista del luglio del 2020 - con la liberalizzazione del mercato luce e gas - il passaggio da un esecutivo gialloblu a giallorosso potrebbe essere una corsa ostacoli. I nodi da sciogliere sono nelle ultime nomine fatte in posizioni chiave, come authority (Arera) e commissioni parlamentari, ma anche nella disparità di punti di vista tra Partito democratico e 5 Stelle. Sono problemi che si riflettono sugli scontri in corso in questi giorni tra il ministero dell'Economia di Roberto Gualtieri (Pd) e il Mise, dove un tempo c'era Luigi Di Maio, ora nelle mani del grillino Stefano Patuanelli. Le tensioni sono tra i capi di gabinetto non ancora confermati, ovvero Luigi Carbone e Vito Cozzoli. Il paradosso è che sul fronte liberalizzazioni le posizioni dei dem sarebbero più vicine a quelle della Lega di Matteo Salvini, perché furono i governi Renzi e Gentiloni a velocizzare le liberalizzazioni . Ma andiamo con ordine. Nell'agosto del 2018, dopo la nomina di Stefano Pesseghini (Lega) alla presidenza di Arera, ci fu la decisione di rinviare di un altro anno il passaggio al mercato libero. Ancora adesso i consumatori italiani scelgono in base alle tariffe stabilità dall'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente. E' un mercato tutelato, dal momento che ogni tre mesi viene fissato una tariffario standard dedicato al comparto elettrico. Dal luglio del prossimo anno, in teoria, a decidere le tariffe saranno invece le società elettriche stesse, proponendo offerte e contratti, come già succede per le compagnie telefoniche. Uno dei passaggi chiave è la pubblicazione dell'elenco delle società abilitate a vendere questi prodotti. Il tema è delicato, perché riguarda anche le nostre aziende partecipate del settore che devono pianificare in tempo i piani industriali dei prossimi anni. La questione ha creato dibattito tra Lega e 5Stelle fino agli ultimi giorni del primo governo di Giuseppe Conte. Tanto che il 23 luglio il senatore Paolo Arrigoni della commissione ambiente insieme ha presentato un'interrogazione parlamentare, chiedendo a Di Maio «le tempistiche di emanazione del decreto ministeriale previsto dalla Legge annuale per il mercato e la concorrenza, che definisca le misure di accompagnamento degli utenti finali tutelati di luce e gas verso il mercato libero, e se condivide la necessità di istituire un elenco dei venditori del comparto Energia con criteri stringenti e requisiti tecnico-finanziari per l'iscrizione, al fine di qualificare gli stessi venditori, e per prevenire e contrastare condotte opportunistiche e scorrette». Il punto su cui insiste la Lega è evitare che ci siano possibili aumenti, cercando di accompagnare gli utenti nel migliore dei modi. All'epoca Davide Crippa, sottosegretario pentastellato, aveva spiegato che tutto sarebbe confluito in un unico decreto che era stato annunciato all'assemblea di Confartigianato proprio da Di Maio. Poi non se ne è saputo più niente. A quanto pare i 5 Stelle vorrebbero prendere ancora tempo, rinviando di nuovo l'introduzione del mercato libero. Ma cosa dirà l'authoriy in mano al lombardo Pesseghini da sempre più vicino alle posizioni della Lega? Il Mef e il Mise interverranno a gamba tesa come su Gse?<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/dal-gse-al-mercato-libero-sullenergia-i-giallorossi-rischiano-il-pantano-2640305884.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="l-intervento-a-gamba-tesa-dei-ministeri-sul-consiglio-di-amministrazione-di-gse" data-post-id="2640305884" data-published-at="1758063339" data-use-pagination="False"> L'intervento a gamba tesa dei ministeri sul consiglio di amministrazione di Gse Governo: al via dibattito in Senato, Conte replicherࠀ Ansa C'è una grana Gse per il governo giallorosso. Il gestore dei servizi energetici, società pubblica che ha in pancia 14 miliardi di incentivi per le fonti rinnovabili è in una totale fase di stallo. Il presidente Francesco Vetrò e l'amministratore delegato Roberto Moneta non si parlano da settimane. Il tema era già finito sulla scrivania dell'ex ministro per lo Sviluppo Economico Luigi Di Maio alla fine di luglio. A complicare ulteriormente la situazione è stata la Corte dei conti che sempre un mese fa ha definito come fuori norma le prime linee dirigenziali, nominate proprio dei 5 Stelle. Tra questi c'è Daniele Novelli, direttore della Divisione incentivi, tra gli incarichi più importanti. Nella mancanza di comunicazione tra Vetrò e Moneta ci sarebbe anche questo. Sta di fatto che nei giorni scorsi, non ancora insediato, il nuovo numero uno del Mise Stefano Patuanelli ha incontrato in separata sede sia il presidente sia l'amministratore delegato. Di mezzo c'è il tema della green economy, su cui l'esecutivo vuole investire e che sta avendo ricadute sulle trivellazioni lungo la Penisola, come scritto dalla Verità. Venerdì scorso ci sarebbe dovuto essere un consiglio di amministrazione con all'ordine del giorno la rimozione del presidente. A convocarlo è stato proprio Vetrò. E' saltato. Oggi, 11 settembre, ce ne sarebbe dovuto essere un altro, ma a sorpresa, in modo del tutto inusuale con dicasteri senza ancora capi di gabinetto e segreterie definite, è saltato. Dieci minuti prima dell'inizio, infatti, è arrivata una lettera congiunta da ministero Economia e Sviluppo Economica, dove si legge: «Si invita il consiglio di amministrazione a riconsiderare l'opportunità di procedere" sul punto relativo al ritiro delle deleghe all'amministratore delegato e "di portare a conoscenza delle amministrazioni scriventi eventuali ulteriori informazioni, atti o risultanze». I ministri Roberto Gualtieri e Patuanelli, in pratica, prendono tempo. Ma c'è chi teme che come accadde anche per Sogin, ci sia l'intenzione di commissariare la società o in alternativa di inserire nuovi vertici. Eppure ci sono ancora da affrontare le rilevazioni fatte dalla Corte dei conti. E' tutto fermo. Ma anche in questo caso le aziende attendono risposte nel più breve tempo possibile.