2020-02-28
Dai politici isterici agli scienziati Vip. Il morbo più letale è la schizofrenia
La conta dei malati lascia spazio a quella dei guariti, il coprifuoco diventa un'opinione: in Italia nemmeno l'apocalisse è certa. Anche grazie alle giravolte di Giuseppi e alle contraddizioni del «competente» Roberto Burioni.Ci avete fatto caso? In tv e sui siti online ieri, d'improvviso, è scomparso il tabellone con il conteggio degli ammalati. È comparso quello con il conteggio dei guariti. Contrordine compagni, il virus è diventato buono. Contagia, ma non uccide. Ti fende, ma non ti offende. Si estende, ma non ti stende. Tra un po' lo consiglieranno a piccole dosi, prima e dopo i pasti. Coronavirus, contro il logorio della vita moderna. Del resto, tutto cambia rapidamente. Il coprifuoco? Ieri c'era, oggi non più. Il blocco delle attività sportive? Ieri c'era, oggi non più. L'apocalisse? Ieri c'era, oggi non più. È sparita anche l'apocalisse. Così. Di colpo. La Rai stava anche pensando di dedicarle un'apposita puntata di Chi l'ha visto?, ma poi è stata bloccata anche quella come molti degli speciali dedicati al coronavirus. Fino a ieri erano d'obbligo, oggi non più. Anche il panico, per dire: fino a ieri lo si esibiva in società come l'ultimo foulard di Gucci. Oggi è già andato fuori moda. Consiglio per la conversazione: ripetere come un mantra «è stata una esagerazione» con lo stesso tono con cui fino a ieri ripetevate «moriremo tutti». Così sarete davvero chic. Da sabato a oggi siamo stati colpiti da un virus pericoloso: quello della schizofrenia. Non che il Paese finora avesse dato prova nei momenti difficili di coerenza e stabilità. Una certa tendenza alle giravolte ce l'abbiamo da sempre, e la capacità di cambiare idea e casacca da un giorno all'altro fa parte del menù del Paese al pari della pastasciutta al sugo, come dimostra l'esistenza stessa della maggioranza che ci governa. Però nelle ultime ore mi pare che si sia un po' esagerato: «troppo allarmismo», ha detto il premier Giuseppe Conte, ovviamente appena finito di spargere allarmi a reti unificate. E poi ha anche aggiunto che «non è il tempo delle polemiche», ovviamente appena finito di far polemica contro i medici. Dal canto suo il ministro Luigi Di Maio ieri se l'è presa con le persone che spargono notizie che possono spaventare gli stranieri: per esempio come chi, due giorni fa, spaventava gli stranieri lasciando intendere in un'intervista la possibilità di sospendere treni e voli in tutto il Paese. Di chi stiamo parlando? Ovviamente del medesimo Di Maio. Anche il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, è rimasto vittima. Del Covid-19? Macché: dalla schizofrenia. «Il coronavirus non ci deve spaventare, è poco più di un'influenza», ha ripetuto negli ultimi due giorni cercando di tranquillizzare tutti. Poi, per tranquillizzare ancor di più, si è filmato mentre si barricava nello studio, mettendosi in quarantena con tanto di mascherina protettiva a favor di telecamera. L'immagine, ovviamente, ha fatto il giro del mondo, rappresentando la Lombardia come un lazzaretto. Adesso sì che siamo tranquilli. Del resto ce lo chiede anche l'Organizzazione mondiale della sanità: «Basta panico», dice. E probabilmente trova sconveniente definire il coronavirus un pericolo «peggiore del terrorismo» e urlare «il mondo si deve svegliare», come faceva qualcuno soltanto lo scorso 11 febbraio. Chi? La medesima Oms, ovviamente. Per fortuna ci possiamo consolare: il nostro governo «è unito». Lo assicura il premier Conte, mentre un suo alleato di governo, cioè Matteo Renzi, in nome dell'unione, va in giro per l'Italia a prenderlo per i fondelli. Poi dicono che non è vero che l'unione che fa la forca. E gli scienziati? Gli esperti? I luminari della virologia? Anche loro tutti afflitti dal virus della schizofrenia. Un giorno ci dicono che il Covid-19 è meno pericoloso dell'influenza, il giorno dopo ci dicono che è un flagello di Dio, una pandemia devastante. I bambini? «Non vengono colpiti», hanno garantito fino a ieri. E infatti l'altro giorno ne sono stati colpiti otto tutti insieme. Gli asintomatici? «Non trasmettono il virus», hanno garantito fino a ieri. E infatti si è scoperto che lo trasmettono. O forse no. Non si sa. A tratti. Un po' sì un po' no, a targhe alterne, ambarabbaciccicocò tre civette sul comò che facevano l'amore con la figlia del dottore. E il dottore si ammalò, in effetti. Persino il professor Roberto Burioni, nonostante lo schermo protettivo alla fragranza di arrogance, è caduto vittima del male del momento: il giravoltismo schizofrenico. Il 19 febbraio, infatti, assicurava in diretta radio che «è più facile essere colpiti da un meteorite che dal coronavirus». Il 27 febbraio ha già stampato un libro sull'allarme coronavirus in Italia per spiegarci che il problema dev'essere preso tremendamente sul serio. È un caso particolarmente grave il suo. Con un problema in più: ora chi glielo dice che per questa malattia non esiste il vaccino? Comunque il contagio è devastante. La schizofrenia colpisce in modo indiscriminato. Ho un amico che da domenica vive barricato in casa ripetendo «moriremo tutti», mentre io continuo a fare la mia vita normale. Ieri mi ha mandato un sms per lamentarsi dei giornalisti che drammatizzano: «Voli -60%, vendite auto -70%, alberghi disdette fino al 90%. Colpa dell'informazione». Ma vi pare? È una follia generale. I tamponi? Fino a ieri eravamo bravi perché li facevamo a tutti. Ora siamo bravi perché li facciamo solo a chi ha i sintomi. I contagi? Ieri si faceva a gara per dare nuovi casi, così da farli crescere a dismisura. Ora si forniscono solo quelli certificati, così si fanno crescere al rallentatore. I bar di Milano? Uno spettacolo. Prima li hanno chiusi, ma solo dopo le 18. Ora li hanno riaperti, anche dopo le 18, ma solo per chi si fa servire al tavolo. Evidentemente devono capire se il virus: a) è nottambulo; b) non è nottambulo; c) non è nottambulo ma prende il caffè solo al bancone. In ogni caso una cosa è certa: il virus schifa i ristoranti che infatti, a differenza dei bar, non sono stati chiusi nemmeno un minuto. Ma di che vi lamentate? Rallegratevi ed esultate: ieri eravamo quasi nella bara, ora siamo resuscitati. Come novelli Lazzaro respiriamo la vita che torna: da lunedì riapriranno le scuole in Veneto. Forse anche in Lombardia. E forse pure i musei. Ma come? Fino a ieri tenerli aperti era un pericolo mortale, oggi è già finito tutto? Possibile che pure l'apocalisse in Italia diventi provvisoria? Niente da fare: siamo fatti così. In questo Paese non c'è mai niente di definitivo. Anche la fine del mondo riesce a essere precaria. Instabile. Ballerina. Al massimo dura qualche giorno. Poi ci stanchiamo e la abbattiamo con la stessa facilità con cui l'avevamo proclamata. A proposito: mi hanno appena avvertito che hanno riaperto il mio circolo di tennis a Usmate Velate. Solo per gli adulti, non per i bambini. Siamo in attesa di decisione sui mancini e su quelli con i capelli grigi. In ogni caso, scusatemi: corro a farmi una partita, prima che cambino idea.