2019-12-15
«Da Valenza per conquistare Hollywood»
Silvia Maria Grassi Damiani, erede, assieme ai due fratelli, della celebre azienda di famiglia fondata dal nonno: «Siamo stati i primi a capire l'importanza di entrare nel mondo del cinema con i nostri gioielli». Le solide radici nel Belpaese: «Produciamo in un distretto d'eccellenza».Altagamma si prepara al nuovo triennio rinnovando il suo consiglio di amministrazione. La fondazione ha annunciato lo scorso venerdì le figure che saranno punto di riferimento per il mondo del lusso dal 2020 al 2022. Lo speciale contiene due articoliIl nome sul passaporto è Silvia Maria Grassi Damiani. Ma per tutti è Silvia Damiani (vicepresidente), volto e anima con i fratelli Guido (presidente) e Giorgio (direttore creativo) del gruppo Damiani, nome famoso nel mondo per l'alta gioielleria amata dalle star. Una creazione Damiani è un'opera unica, realizzata a mano da sapienti maestri orafi. L'attenzione ai dettagli e l'eccellente qualità delle gemme sono le colonne portanti del marchio di Valenza, unica azienda orafa al mondo ad avere vinto ben 18 Diamonds international awards. La storia inizia nel 1924. «Mio nonno Enrico Grassi Damiani», racconta Silvia Damiani, «all'inizio faceva il garzone, imparava il mestiere. Ben presto divenne un bravissimo artigiano, forniva i gioielli alle famiglie aristocratiche dell'epoca. E già nel 1915 disegnò un gioiello a forma di margherita che dedicò alla regina, c'era molto affetto per la casa sabauda. Trovammo i disegni in archivio e ancora oggi, produciamo un anello a forma di margherita, molto attuale». Da laboratorio ad azienda: quando avvenne il grande salto?«L'imprenditore è stato mio padre, Damiano Grassi Damiani. È entrato a 21 anni nell'azienda perché nel 1955 ha perso il papà. Aveva appena finito gli studi. L'inizio è stato difficile e con debiti perché mio nonno aveva appena allargato il laboratorio. Aiutato da mia mamma: si erano sposati presto, a 25 anni, e hanno fatto tutta la strada insieme. È lui che ha iniziato un processo di potenziamento industriale e di espansione commerciale a partire dagli anni Sessanta. Ricerca del design e innovazione tecnica rappresentano una profonda evoluzione aziendale. La sua grande visione fu quella di creare un marchio». Valenza per sempre.«Siamo sempre stati lì. Senza dubbio è il grande distretto dell'oreficeria. Si diceva che già Benvenuto Cellini fosse venuto a Valenza per i suoi straordinari pezzi, di certo si sa che agli inizi del secolo scorso un gruppo di talentuosi incassatori e gioiellieri sono arrivati qui e hanno creato un vero e proprio luogo d'eccellenza del settore. Esiste un indotto legato a una grande professionalità, dal tagliatore al centro gemmologico, fino alle piccole aziende che si specializzano in varie attività come la rodiatura. Ciò consente di esternalizzare servizi senza l'obbligo di acquistare nuovi macchinari. A Valenza abbiamo acquisito l'ex polo fieristico, una struttura dismessa di grande dimensione, 12.000 metri quadri, che non utilizzeremo nella sua interezza ma dove pensiamo di poter creare il museo del gioiello e di ingrandire la nostra scuola interna, la Damiani academy, dove si può imparare il mestiere. Diversi giovani, poi, continuano a lavorare con noi». La sua era un strada segnata. Quando è entrata in azienda?«Ho iniziato a 19 anni, era il settembre 1985. Finito il liceo, mi sono diplomata in gemmologia, poi master in direzione d'impresa senza mai smettere di lavorare. La passione dei miei genitori era contagiosa, volevo conoscere il loro mondo e me ne sono innamorata. Nulla è stata una forzatura né un'imposizione. Mi sono subito occupata di comunicazione e immagine e ho seguito da vicino la parte creativa rimanendo accanto a mio padre. Che fu uno dei primi a credere nella comunicazione: iniziò a fare pubblicità e a occuparsi dell'internazionalizzazione del marchio. Lui, rimasto orfano molto presto, voleva trasmetterci tutto il suo sapere. Era considerato uno degli esperti più importanti al mondo, c'era un rispetto referenziale quando analizzava un diamante. Aveva delle doti naturali, un occhio tale che in un secondo poteva analizzare e dare un responso su una pietra. Ci diceva: “Voi che potete imparare da me imparate, nessuna università ve lo potrà insegnare". Aveva fretta d'insegnarci. E il destino ce lo portò via ancora giovane, un incidente d'auto. Per fortuna abbiamo cominciato presto e siamo riusciti ad averlo come maestro di vita e nel lavoro. Ci teneva che ci fossimo tutti e tre». Il suo lavoro di comunicazione è arrivato fino a Hollywood.«Nel 1995 chiesi a mio padre di fare una campagna indossata, non solo con still life. E volevo avere Isabella Rossellini, donna dalla grande eleganza personale, italiana ma internazionale. La campagna con Isabella iniziò nel 1996 e per quattro stagioni fu lei la protagonista. Poi Brad Pitt, perché abbiamo voluto parlare “del gioiello che ricevi". Ci aveva chiesto di disegnare sia le fedi di matrimonio sia l'anello di fidanzamento. Da lì siamo partiti. Eravamo negli anni 2000 e l'anno prossimo festeggeremo i 20 anni della collezione D.Side, due fedi una dentro l'altra unite dai diamanti. Questo ha aperto la personalizzazione delle fedi. Dopo Brad Pitt, per le campagne sono arrivate Milla Jovovich, Chiara Mastroianni, Nastassja Kinski, Jennifer Aniston, Sharon Stone, Gwyneth Paltrow. E poi Penélope Cruz, Mira Sorvino, Catherine Deneuve e Tilda Swinton, che ha indossato i nostri gioielli anche quando ha ritirato l'Oscar nel 2008. E Sophia Loren, la più iconica celebrità italiana al mondo. Abbiamo lavorato con i più grandi fotografi: Fabrizio Ferri, Peter Lindbergh, Sante D'Orazio e tanti altri». Il successo a livello internazionale è attribuibile anche a così tanti divi?«Penso di sì. Eravamo stati fra i primi a parlare attraverso le celebrità. Un attore e un'attrice sono come un gioiello, rappresentano un sogno. E i nostri gioielli si potevano ammirare in Ocean's Eleven, A Bigger Splash e Io sono l'amore di Luca Guadagnino, in diversi film di Ferzan Özpetek e Paolo Sorrentino, un caro amico insieme a sua moglie. I nostri gioielli erano nel film che ha dato l'Oscar a Sandra Bullock, The Blind Side, in Angeli e Demoni, in Fading Gigolo e in The Blow. Quando il gioiello è vicino al cuore la comunicazione è sentita. E i film sono vicini al cuore di tutti». Un film al quale avreste voluto partecipare ma non ce l'avete fatta?«Servirebbe un bel Colazione da Damiani. Manca un film improntato sul gioiello, ci sono stati sulla moda ma sui gioielli no. A Ferrari, quando gli chiedevano qual era la sua auto preferita, rispondeva: “La prossima". È così anche per noi. Attendiamo la prossima occasione. Arriverà». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/da-valenza-per-conquistare-hollywood-2641596832.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="nuovo-consiglio-di-amministrazione-di-altagamma" data-post-id="2641596832" data-published-at="1757558619" data-use-pagination="False"> Nuovo consiglio di amministrazione di Altagamma Altagamma si prepara al nuovo triennio rinnovando il suo consiglio di amministrazione. La fondazione ha annunciato lo scorso venerdì le figure che saranno punto di riferimento per il mondo del lusso dal 2020 al 2022. Matteo Lunelli - presidente e Ceo per Cantine Ferrari - già vice presidente negli ultimi due mandati triennali è stato nominato presidente di Fondazione Altagamma, succedendo così ad Andrea Illy.Accanto alle conferme di Claudio Luti (Presidente, Kartell) come vice presidente del Design, Lamberto Tacoli (Presidente e Ceo, Perini Navi) come vice presidente per la nautica e Paolo Zegna (Presidente, Ermenegildo Zegna) nominato vice presidente per la moda - si segnalano i nuovi ingressi di: Sabina Belli (Ceo, Pomellato) vice presidente per la gioielleria, Stefano Domenicali (Presidente e Ceo, Lamborghini) vice presidente per l'automotive, Giovanni Geddes da Filicaja (Ceo Gruppo Frescobaldi) vice presidente per l'alimentare e Aldo Melpignano (Managing Director, San Domenico Hotels) vice presidente per l'area ospitalità. Per il prossimo triennio sono state introdotte due nuove vice presidenze trasversali: una per l'internazionalizzazione, affidata a Dario Rinero (Ceo, Gruppo Poltrona Frau) e una per i talenti e il capitale umano, affidata a Laudomia Pucci (Vice presidente e image director, Emilio Pucci). Con loro, il Presidente Fondatore Santo Versace, il Presidente Onorario Leonardo Ferragamo, insieme al Past President Andrea Illy saranno invitati permanenti al Consiglio di Amministrazione. Si aggiungono inoltre una serie di consiglieri, provenienti dai maggiori settori del lusso. Nerio Alessandri (Presidente e Ceo, Technogym), Marco Bizzari (Presidente e Ceo, Gucci), Serge Brunschwig (Presidente e Ceo, Fendi), Edoardo Caovilla (Co-Proprietario e direttore creativo, René Caovilla), Fabio d'Angelantonio (Ceo, Loro Piana), Carlotta de Bevilacqua (Vice presidente e Ceo Artemide e presidente, Danese Milano), Claudio Domenicali (Ceo, Ducati), Giuseppe Fontana (Presidente, Villa d'Este), Roberto Gavazzi (Ceo, Boffi), Bob Kunze-Concewitz (Ceo, Campari Group), Carlo Mazzi (Presidente, Prada S.p.A.), Carmen Moretti (Ceo, L'Albereta e L'Andana), Maria Porro (Head of Marketing and Communication, Porro), Giuseppe Prezioso (Ceo, Imax – Max Mara Fashion Group), Aurelio Regina (Vice Presidente Esecutivo, Manifatture Sigaro Toscano), Riccardo Sciutto (Ceo, Sergio Rossi), Giovanni Tamburi (Presidente e Ceo, Tamburi Investment Partners), Giovanna Vitelli (Vice Presidente, Azimut Benetti Group), Maurizio Zanella (Presidente, Ca' del Bosco).I pilastri su cui si fonderà l'impegno Altagamma per il prossimo triennio saranno internazionalità, sostenibilità e contemporaneità. «Il Made in Italy continua ad avere uno straordinario potere evocativo legato ai nostri territori, al nostro saper fare e al nostro stile di vita. Tuttavia, gli scenari macroeconomici richiederanno alle aziende Altagamma di saper intercettare un nuovo consumatore, che sarà sempre più asiatico, giovane, digitale e attento ai valori di cui la marca è ambasciatrice» ha dichiarato il neo presidente Lunelli. .
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