2022-11-17
Da Michelangelo a Caravaggio, più di 120 opere in mostra alle Gallerie d’Italia di Milano
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Apre domani fino al 26 marzo alle Gallerie d’Italia di Milano, museo di Intesa Sanpaolo, la mostra Dai Medici ai Rothschild. Mecenati, collezionisti, filantropi a cura di Fernando Mazzocca e Sebastian Schütze con il coordinamento generale di Gianfranco Brunelli.L’esposizione, realizzata in partnership con i Musei del Bargello e la Alte Nationalgalerie - Staatliche Museen zu Berlin, con la collaborazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Milano e il patrocinio di Palazzo Marino, presenta oltre 120 opere di diverse epoche provenienti da musei internazionali come la National Gallery di Londra, il Louvre di Parigi, l’Albertina di Vienna, lo Staatliche Museen di Berlino e The Morgan Library & Museum di New York. In mostra fra gli altri autori come Verrocchio, Michelangelo, Bronzino, Caravaggio, Gherardo delle Notti, Valentin de Boulogne, Antoon Van Dyck, Angelika Kauffmann, Francesco Hayez e Giorgio Morandi. Da Cosimo e Lorenzo de’ Medici ai Rothschild, molti dei maggiori mecenati, collezionisti e filantropi di tutti i tempi sono stati dei grandi banchieri che hanno voluto consacrare la loro ascesa sociale gareggiando con l’aristocrazia e i sovrani nel proteggere e incoraggiare gli artisti, anche acquistando le loro opere. Alcune di queste collezioni sono andate disperse, altre invece sono confluite nei musei e altre sono ancora possedute dagli eredi di coloro che le avevano realizzate. Mecenatismo e collezionismo erano strumenti di affermazione sociale o meglio un esempio eloquente della trasformazione di capitale economico in capitale culturale e simbolico. La mostra permette approfondimenti e una riconsiderazione nei secoli di questo fenomeno attraverso l’analisi di personaggi che hanno segnato in modo incisivo la storia del collezionismo e del gusto, come le famiglie Giustiniani e Torlonia, Enrico Mylius, Moritz von Fries, Johann Heinrich Wilhelm Wagener, Nathaniel Mayer Rothschild e John Pierpont Morgan. La mostra presenta una grande varietà di generi artistici: dipinti, sculture, disegni, incisioni, bronzetti, medaglie e preziosi cammei. Tra le opere di maggior rilievo si segnalano il Putto con delfino del Verrocchio, la Crocifissione di Annibale Carracci, la Madonna della scala di Michelangelo, il San Gerolamo Penitente di Caravaggio, il Ritratto del conte Josef Johann von Fries di Angelika Kauffmann, il Ritratto di Everhard Jabach di Antoon van Dyck, La fuga di Bianca Cappello da Venezia di Francesco Hayez e un’inedita Natura morta di Giorgio Morandi. Il percorso espositivo si articola in undici sezioni, ciascuna dedicata alla figura di un banchiere. La sezione finale ricorda Raffaele Mattioli, protagonista della rinascita economica e culturale nell’Italia nel dopoguerra. Grande ammiratore di Giacomo Manzù, Giorgio Morandi e Renato Guttuso, con le sue acquisizioni per la Banca commerciale e il suo impegno nell’editoria ha costituito un esempio, a cui il Progetto Cultura, il programma pluriennale delle iniziative culturali di Ca’ de Sass, ha dato continuità. «Intesa Sanpaolo presenta un’originale e raffinata esposizione che racconta come dal Rinascimento all’età moderna la relazione tra banchieri e artisti abbia trasformato la ricchezza finanziaria in un patrimonio artistico di inestimabile valore», ha detto Giovanni Bazoli, presidente emerito della banca, «La fiducia e l’appoggio accordato a grandi artisti da figure illuminate di banchieri e mecenati hanno prodotto nel corso dei secoli la nascita di tanti capolavori. Alcuni di essi possono essere ammirati in questa mostra grazie ai prestiti concessi da musei nazionali e internazionali. La storia del mecenatismo interessa in modo particolare la nostra banca, costantemente impegnata a promuovere arte e cultura, nel solco dell’esempio lasciato dal banchiere umanista Raffaelle Mattioli».
(Ansa)
«Alla magistratura contabile voglio dire che sono rimasta francamente un po’ incuriosita di fronte ad alcuni rilievi, come quello nel quale ci si chiedeva per quale ragione avessimo condiviso una parte della documentazione via link, perché verrebbe voglia di rispondere “perché c’è internet”. Dopodiché il governo aspetta i rilievi, risponderà ai rilievi, sia chiaro che l’obiettivo è fare il ponte sullo Stretto di Messina, che è un’opera strategica, sarà un’opera ingegneristica unica al mondo». «Noi siamo eredi di una civiltà che con i suoi ponti ha meravigliato il mondo per millenni – ha aggiunto Meloni – e io non mi rassegno all’idea che non si possa più fare oggi perché siamo soffocati dalla burocrazia e dai cavilli».
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(Ansa)
«È bene che la magistratura, come io auspico, esponga tutte le sue ragioni tecniche e razionali che possono meditare contro questa riforma. Ma per l’amor del cielo non si aggreghi – come effettivamente ha già detto, ammesso, e io lo ringrazio, il presidente Parodi – a forze politiche per farne una specie di referendum pro o contro il governo. Questo sarebbe catastrofico per la politica, ma soprattutto per la stessa magistratura». «Mi auguro che il referendum sulla separazione delle carriere venga mantenuto in termini giudiziari, pacati e razionali e che non venga politicizzato nell’interesse della politica ma soprattutto della magistratura. Non si tratta di una legge punitiva nei confronti della magistratura, visto che già prospettata da Giuliano Vassalli quando era nella Resistenza e ha rischiato la vita per liberare Pertini e Saragat».
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