
L'erede del marchio automobilistico e il patron dell'Orva, Flavio Briatore e la Confapi: si stanno moltiplicando gli attestati di sostegno all'accelerazione di Matteo Salvini. «Il Paese deve ripartire, le elezioni servono subito».Arginare la voglia di elezioni di Matteo Salvini. È questo l'obiettivo del «partito del no» sempre più «lunare» rispetto al parere degli italiani. A cominciare dal mondo dell'imprenditoria che, da Nord a Sud attraverso varie voci, ha un unico pensiero: «No a governicchi, subito al voto». Il presidente di Confapi, Maurizio Casasco è stato chiaro: «La situazione del Paese, le nostre imprese, i nostri imprenditori richiedono un forte senso di responsabilità. Non vogliamo mezze misure, abbiamo bisogno di certezze, di misure coraggiose, di progetti credibili a livello nazionale ed europeo. Se non si trovano soluzioni credibili e capaci di dare stabilità, meglio andare subito alle elezioni. Evitiamo giochi e giochetti che potrebbero farci ancora più male». Ha paura dell'idea di un governo tecnico «di un mezzo intreccio tra Pd-M5s o l'idea di un Monti bis», Paolo Agnelli, numero uno di Confimi Industria: «Siamo stanchi delle manovrine che permettono all'Italia di crescere dello 0,1% o dello 0,2%. Se vogliamo uscire da questa crisi ci vuole una manovra forte che non guarda all'incubo dello spread o alle pressioni del mercato ma che ci liberi. Ci penseranno poi gli imprenditori a risollevare l'Italia». Dice no «al rito inconcludente dei governi tecnici che a volte mettono a posto i conti ma non riescono a dare risposte certe all'economia» Alberto Barsanti, presidente di Nuovo trasporto italiano, uno degli imprenditori pugliesi più ricchi e famosi nell'imprenditoria barese e nella Confindustria. «Meglio andare subito al voto: è necessario agire immediatamente sul piano tributario con il cuneo fiscale e con un piano di aiuti alle imprese, dalla defiscalizzazione alla sburocratizzazione». Ad appoggiare il leader della Lega per un rapido ritorno alle urne c'è anche Tonino Lamborghini, erede emiliano-romagnolo di una dinastia che nel mondo significa super car e lusso, dagli accessori agli alberghi a 5 stelle. «Salvini ha fatto bene a staccare la spina, doveva farlo prima. Adesso spero che le cose accelerino e che il capo dello Stato agevoli il percorso verso il voto». Anche il re della piadina romagnola, Luigi Bravi, patron dell'Orva di Bagnacavallo, si schiera a favore del voto al più presto. «Inutile cincischiare. Occorre dare all'Italia un governo stabile, legittimato dal popolo. Salvini è l'uomo giusto che può traghettare l'Italia, finalmente, nella terza Repubblica. Scommetto su di lui, mi sono convinto che sia il leader ideale di questo Paese». Sandro Riello, presidente di Aermec, colosso dei condizionatori made in Italy, si dice «terrorizzato dall'ipotesi di un Monti bis, che ha lasciato nel nostro Paese e nell'economia una memoria di sangue. Più che fare governi balneari si torni alle urne». «Fa benissimo Salvini a chiedere il ritorno alle urne», dichiara Gabriele Menotti Lippolis, presidente dei giovani industriali di Confindustria Puglia e delle sei regioni del Mezzogiorno. «Perché qualsiasi governo di transizione non sarebbe in grado di effettuare quei provvedimenti strutturali che servono all'economia per ripartire». Anche il presidente degli imprenditori ippici, Enrico Tuci, esprime il suo sostegno per il leader del Carroccio, auspicando un ritorno alle urne entro tempi brevi. Perentorio Silvio Fortuna, proprietario del colosso Arc Linea, uno degli imprenditori più influenti nell'ambito di Federlegno-Confindustria: «La risposta a questa crisi è solo una, andare alle urne il prima possibile. Sento dire che ci vorrebbe un governo di salute pubblica per la finanziaria che si annuncia impegnativa ma io non ho mai creduto agli esecutivi tecnici. Salvini ha parlato di flat tax e Iva: bisogna provvedere perché ci sono le basi per consolidare questi primi segnali positivi che vengono dal tessuto economico del Paese».Angelo Maci, fondatore e presidente del gruppo Cantine Due Palme (40 milioni di fatturato), dichiara che solo con Salvini premier si può far ripartire il Paese: «Mi riconosco in lui e in tutto quello che sta facendo. Ha fatto bene sulla sicurezza e adesso, se sarà messo in condizioni di agire, farà altrettanto bene su fisco e lavoro. Solo Salvini è in grado di egemonizzare il centrodestra che potrebbe uscire vincitore dalle prossime elezioni. Lui deve essere premier».Ad appoggiare il vicepremier leghista c'è anche Gimmi Baldinini, re delle calzature di lusso e titolare dell'omonima azienda nel distretto produttivo calzaturiero Forlì-Cesena: «Non si deve assolutamente indugiare con governicchi che peggiorerebbero la situazione. Non c'è altra persona se non Salvini in grado di risollevare l'Italia». Pronto a scendere in campo con Salvini anche Flavio Briatore con un suo movimento per aiutare un governo leghista sul turismo: «A patto di essere messo in grado di fare le cose».
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Oggi, a partire dalle 10.30, l’hotel Gallia di Milano ospiterà l’evento organizzato da La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Una giornata di confronto che si potrà seguire anche in diretta streaming sul sito e sui canali social del giornale.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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Il conservatore americano era aperto al dialogo con i progressisti, anche se sapeva che «per quelli come noi non ci sono spazi sicuri». La sua condanna a morte: si batteva contro ideologia woke, politicamente corretto, aborto e follie del gender.
Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?