2023-12-01
Rischio decadenza al Csm tributario. Il membro laico: «Ma non ho evaso»
Nel riquadro, Giorgio Fiorenza (Imagoeconomica)
Giorgio Fiorenza, appena nominato in quota Lega, potrebbe perdere il posto perché deve al Fisco 830.000 euro. Lui si difende: «Ho 60 giorni per spiegare. Ho sempre dichiarato tutto ma non riuscivo più a pagare».«Una cosa ci tengo a evidenziarla, anche rispetto alle notizie che sono state riportate in questi giorni, io non sono un evasore. Nel senso che non ho cercato di frodare il Fisco, ho sempre presentato regolarmente le mie dichiarazioni dei redditi, ma a un certo punto non sono riuscito a pagare le tasse. Negli anni il capitale si è moltiplicato, insieme con sanzioni e interessi, per cui la cifra è lievitata. Adesso mi prendo qualche giorno per fare tutte le verifiche del caso. Ma prometto che pagherò tutto quello che devo all’Erario». A parlare con La Verità è Giorgio Fiorenza, membro laico in quota Lega del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, che secondo la richiesta di pignoramento arrivata allo stesso Consiglio dovrebbe al Fisco più di 830.000 euro. Inquadriamo il tema. Il Consiglio di presidenza è una sorta di Csm, l’organo di autogoverno dei giudici tributari. E la giustizia tributaria, pur rappresentando la quinta magistratura del Paese, non è certo di interesse minore. Dirime i contenziosi per il pagamento delle imposte che contrappongono imprese e cittadini alle varie articolazioni dello Stato, un tesoretto di 36 miliardi di euro sul quale la politica non ha mai nascosto i suoi appetiti. E infatti i partiti si sono mossi per tempo, mesi fa, portando nel Consiglio di 15 membri i quattro membri laici espressi dalle due ali del Parlamento: l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, l’ex deputata del Carroccio Carolina Lussana, e poi Giorgio Fiorenza e Alessio Lanzi, ex componente laico del Csm. Alla fine il ruolo più ambito, quello di presidente, è andato alla Lussana che un po’ a sorpresa ha vinto la sfida con Fiorenza, il favorito della vigilia, che dal Consiglio ha ricevuto anche un’altra brutta sorpresa, l’avviso di pignoramento presso terzi dell’Agenzia delle entrate. Semplificando: l’ente per la riscossione si è rivolto al Csm tributario per «bloccare» i guadagni ai quali avrebbe avrebbe avuto diritto Fiorenza a parziale compensazione di quanto non pagato negli anni precedenti. Le prime cartelle sarebbe infatti arrivate nel 2010. E adesso? Cosa succede? Fiorenza chiarisce di avere avuto notizia della richiesta di pignoramento non direttamente, ma solo dagli atti arrivati al Consiglio e in riferimento al procedimento di decadenza avviato dallo stesso Csm della giustizia tributaria evidenzia: «Ho 60 giorni di tempo per presentare le memorie, ma conto di chiarire molto prima, ho tutto l’interesse a chiudere nel più breve tempo possibile questa partita perché voglio tutelare innanzitutto il mio nome e poi quello della mia famiglia che sta soffrendo per tutto quello che sta venendo fuori. Non posso certo dire tutto adesso e spiegare le mie ragioni sui giornali, quello che chiedo è di avere un po’ di tempo per dimostrare la fondatezza della mia posizione». Una volta ricevuti tutti gli atti (entro 60 giorni) sarà la presidenza del Consiglio dei ministri a decidere se Fiorenza può o meno proseguire nel suo incarico. Poi certo c’è una questione di opportunità. La domanda viene spontanea: avendo la consapevolezza di dovere centinaia di migliaia di euro al Fisco, ha trovato corretto accettare un incarico così importante (Fiorenza è stato fino alla fine il candidato più accreditato alla presidenza) nell’organo di autogoverno della magistratura del Fisco? «Ripeto quanto detto prima», si giustifica Fiorenza, «Non ho omesso di dichiarare dei redditi, non ho cercato di non pagare il dovuto e non ho presentato dei ricorsi contro l’Agenzia delle entrate. Semplicemente a un certo punto non sono riuscito a regolare quanto dovevo. Ma in questi anni non solo ho continuato a pagare le tasse, ma parzialmente sono riuscito a ripagare anche le precedenti pendenze». Si è parlato anche di un contenzioso in corso con lo stesso Consiglio. «Su questo mi scusi, ma preferisco non parlare e mi riprometto di spiegare tutto nelle sedi opportune», spiega Fiorenza che in attesa della definizione della vertenza non parteciperà all’attività delle varie commissioni (quindi resta consigliere semplice) .La palla, adesso, è a Palazzo Chigi. Sarà la presidenza del Consiglio che valuterà le carte e la memoria difensiva presentata dal consigliere e deciderà cosa fare. Ma se dovesse passare la sua tesi, lei resterebbe al suo posto? «Guardi, adesso tutti i miei sforzi sono tesi a chiarire questa situazione, poi sicuramente farò dei ragionamenti anche su quello che nelle ultime settimane mi è piovuto addosso».
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)