
Il ministro della Difesa: «Pronto a vedere il capo dell’Anm» Solidarietà da Azione, ma pure Ignazio La Russa lo scarica.Il ministro della Difesa si difende: Guido Crosetto, dopo il vespaio di polemiche sollevate dalle sue considerazioni sulla magistratura, smorza i toni, mentre le opposizioni vanno all’attacco e gli chiedono di riferire in aula. L’ennesimo, se volete immancabile, scontro tra un governo di centrodestra e i giudici nasce da un’intervista a Crosetto apparsa l’altro ieri, domenica, sul Corriere della Sera. Alla domanda su quale sia il più grande pericolo per la continuità di questo governo, il ministro della Difesa risponde così: «L’unico grande pericolo è quello di chi si sente fazione antagonista da sempre e che ha sempre affossato i governi di centrodestra: l’opposizione giudiziaria. A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a “fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni”. Siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato», aggiunge Crosetto, «se conosco bene questo paese mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee». Se conosce bene questo Paese, Crosetto doveva aspettarsi la reazione di toghe e sinistra, puntualmente arrivata: «Sono parole che ci hanno amaramente sorpreso», dice a Radio 24 il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, «perché parlare di opposizione giudiziaria è qualcosa di particolarmente grave. La giustizia non fa opposizione al governo non è né contro, né pro il governo. Facciamo un altro mestiere, esercitiamo la giurisdizione, se non ci si intende su questa premessa tutto il resto è ovviamente frutto di un gigantesco equivoco», aggiunge Santalucia, «che disorienta la pubblica opinione che sente dalla parola di un autorevole ministro associare la giustizia all’opposizione politico-partitica e questo è qualcosa di inaccettabile». Salvo poi invitare Crosetto a fugare «sospetti e ombre», affinché «le sue parole» non cadano «nel vago». Dal frullatore delle interpretazioni esce fuori di tutto, e in molti si chiedono se Giorgia Meloni fosse al corrente delle parole di Crosetto: «No, assolutamente no», dice alla Verità una fonte molto vicina a Crosetto, «tanto più che è stata una domanda, quella finale, di un’intervista che parlava totalmente di altro». Approfondendo un pochino la questione, si scopre che tra l’altro il riferimento del ministro della Difesa non era a chi sa quali riunioni carbonare dei magistrati di sinistra (le toghe rosse dei tempi del compianto Silvio Berlusconi, tempi in cui il conflitto tra governo e magistratura era una cosa seria) ma a un paio di iniziative pubbliche. I calendiani accorrono in soccorso del ministro: «Crosetto è stato messo in croce», argomenta il deputato di Azione Enrico Costa, «per aver detto cose che sono sotto gli occhi di tutti. Se mi dite dove si firma, vado a sottoscrivere le sue parole».Il quadro si complica, perché, tanto per fare un esempio, al congresso di Magistratura democratica di due settimane fa a Napoli è intervenuto pure il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ricorda la circostanza: «Crosetto avrà più notizie di me», commenta La Russa, «per quello che so, registro il suo allarme. Se è teorico, e se riguarda il passato e la storia, lo condivido e lo capisco: la magistratura qualche volta è entrata a gamba tesa. Se guardo ai magistrati che volevano fare politica a colpi di sentenze capisco quello che dice ma se guardo al presente non ho elementi per aiutare. Anzi», aggiunge La Russa, «io sono stato da Magistratura democratica ed è stata una cosa molto civile, ho ricevuto più applausi quando ho finito di quando ho cominciato». Una delle teorie che vanno per la maggiore tra gli addetti ai lavori è che il governo attacchi preventivamente la magistratura per il timore di qualche grana giudiziaria. Una sorta di «guerra preventiva» che però difficilmente può essere messa in relazione alle inchieste che riguardano esponenti del governo, come Daniela Santanchè o Andrea Delmastro, già ampiamente sviscerate dai media. Affidata a X la precisazione dello stesso Crosetto: «Una risposta al fondo di un’intervista su tutt’altro», scrive Crosetto, «una risposta nella quale racconto una cosa riferitami. Una preoccupazione, non un attacco. Dico che voglio riferire al parlamento. Vengo attaccato, insultato, minacciato, offeso. Preventivamente. Dovrei avere paura? Non ne ho. Se interessati, incontrerei molto volentieri il presidente dell’associazione magistrati Santalucia ed il suo direttivo», aggiunge Crosetto, «per chiarire loro le mie parole e le motivazioni. Così capiranno che alla base c’è solo un enorme rispetto per le istituzioni. Tutte. Magistratura in primis». Al di là della solita dose di vittimismo che purtroppo ormai caratterizza la comunicazione del governo, Crosetto sgonfia il caso, che però viene cavalcato dalle opposizioni: Pd, M5s, Avs e Iv chiedono che il ministro riferisca in Parlamento sui contenuti dell’intervista al Corriere. Il Pd chiede anche che Crosetto venga audito in Commissione parlamentare antimafia, come lui stesso del resto ha ipotizzato: «Ho visto», aveva affermato l’altro ieri Crosetto, dopo le prime polemiche sollevate dalla sua intervista, «che alcuni parlamentari mi invitano anche a riferire in parlamento. Lo farò con estremo piacere, se sarà possibile farlo in commissione Antimafia o Copasir, per la necessità di riservatezza e di verifica delle notizie che ho ricevuto».
Leone XIV (Ansa)
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Ansa
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