2024-10-23
Mercato auto giù, crollo di Stellantis. Le vendite di Tavares calano del 26%
Immatricolazioni di settembre: perdite ridotte per Renault e Mercedes, guadagnano Toyota e Volkswagen. L’ad chiede sussidi e incolpa il green Ue per il flop, ma se le altre case fanno meglio il responsabile è lui.Un tonfo, l’ennesimo. Stellantis mette a segno un altro record negativo. A settembre le vendite sono crollate del 26% (su anno) in un contesto europeo dove continua il segno meno, ma non così marcato come per il gruppo guidato da Carlos Tavares che fa peggio degli altri produttori che o si sono mantenuti in linea rispetto all’anno scorso o, addirittura hanno visto aumentare le immatricolazioni. Uno scenario quindi che smonta il teorema sostenuto da Tavares durante l’audizione in Parlamento, quando il ceo per giustificare la richiesta di sussidi, ha attribuito la cattiva performance dell’azienda ai target restrittivi imposti da Bruxelles sulle emissioni e il passaggio all’elettrico. Regole capestro, è vero, ma che sui produttori europei non hanno effetti così disastrosi come accade a Stellantis. Il sospetto, se non la conferma, pertanto è che c’è un problema di strategia industriale del gruppo di Tavares che non funziona. Peraltro già i vertici sono stati chiamati negli Usa a rendere conto, con i sindacati sul piede di guerra, anche lì dei pessimi risultati. Peraltro con il paradosso che, nonostante la sequenza dei pessimi risultati, Tavares è rimasto l’unico in Europa a difendere ancora le scadenze sul taglio delle emissioni e sull’elettrico, quando, come dimostrano i dati, avrebbe più bisogno degli altri produttori che tutto fosse rimesso in discussione.Veniamo ai numeri sulle immatricolazioni di settembre. Secondo le rilevazioni del Centro studi Promotor, in Europa (Ue più Efta e Uk), c’è stata una contrazione del 4,2% rispetto a settembre 2023, con un milione e 118.083 vetture vendute. La percentuale negativa di Stellantis del 26%, spicca in modo marcato se si considera anche che il mese scorso, il mercato europeo, è migliorato dopo un agosto in flessione del 16,5%. Da inizio anno le immatricolazioni dell’elettrico sono in calo del 2,6% rispetto a gennaio-settembre 2023.Se guardiamo ai singoli marchi Stellantis lo scenario è drammatico con Citroen e Fiat che hanno ridotto i volumi di oltre il 40% mentre Lancia è precipitata da 3.000 a 1.000 immatricolazioni.Il Centro studi Promotor sottolinea che le vendite sono sostenute soprattutto dalla domanda «moderatamente tonica» delle aziende che «nonostante gli aumenti dei prezzi negli ultimi anni, sono in grado di acquistare auto. Mentre è in sofferenza ovunque la richiesta dei privati in quanto i salari non hanno ancora recuperato la forte inflazione degli ultimi anni». Il segno meno di Stellantis come gruppo è poca cosa rispetto alle performance dei singoli marchi, con Citroen e Fiat che hanno ridotto i volumi di oltre il 40% mentre Lancia è precipitata da 3.000 a 1.000 immatricolazioni nell’area. Dall’inizio dell’anno le vendite sono diminuite del 6% e la quota di mercato si è ristretta dal 17 a 15,9%.Guardando ai primi nove mesi dell’anno, per tutto l’automotive, sempre nell’Europa allargata, c’è stata una crescita dell’1% sul 2023, con 9 milioni e 779.605 immatricolazioni e una differenza del 20% rispetto ai volumi pre-Covid. Il mercato tedesco, che è quello più importante e dove gruppi come Volkswagen sono in grandi difficoltà al punto da aver prospettato la chiusura di un paio di stabilimenti, va meno peggio (-7% a settembre) di quello italiano (-10,7%) che fa meglio solo della Francia (-11,1%). In positivo invece il Regno Unito (+1%) e la Spagna (+6,3%) grazie alle vendite incentivate di auto elettriche. Ennesima conferma che per i motori a batteria c’è mercato solo quando ci sono importanti stimoli, quindi in una situazione sostanzialmente drogata.Dalle rilevazioni di Acea (l’associazione delle industrie dell’auto europee) emerge che le vendite di auto elettriche sono diminuite del 5,8%, con un calo della quota di mercato dal 14% al 13,1%. In calo anche le immatricolazioni di ibride plug-in che a settembre sono scese del 22,3% a 54.889 unità, con una quota in calo al 6,8%. In crescita invece le ibride +12,5% che, con uno share market in aumento al 32,8%, hanno superato le auto a benzina e si confermano la soluzione più gradita ai consumatori dovendo cambiare veicolo. I dati più interessanti riguardano l’andamento delle singole case soprattutto se confrontate con Stellantis. Volkswagen e Renault, che hanno manifestato ripetutamente le difficoltà del mercato e chiesto di rivedere le regole europee sul taglio delle emissioni, mantengono i volumi in linea rispetto all’anno scorso (rispettivamente a +1,2 e +1,4%) grazie soprattutto al contributo positivo di Seat e Skoda. Il gruppo Toyota va anche meglio e mette a segno il 4% in più di immatricolazioni nel mese e il +12,3% da inizio anno, con una quota di mercato salita al 7,7%.Pertanto, è vero che la transizione accelerata verso l’elettrico sta creando problemi all’automotive ma mentre i vari produttori si barcamenano, i risultati peggiori li ha Stellantis. Forse è il momento di cambiare piano industriale o la cabina di regia. È con questi risultati che il gruppo italo-francese si presenterà al tavolo convocato dal ministro del Made in Italy, Adolfo Urso per dare una risposta a cosa non sta funzionando e quale strategie intendere mettere a terra per recuperare mercato. Senza sussidi, ulteriori tagli o più cassa integrazione, o addirittura chiusure di stabilimenti, è evidente.
Jose Mourinho (Getty Images)