2021-05-12
Critiche a Mattarella. Indagati e perquisiti docenti e influencer
Marco Gervasoni e Sergio Mattarella (Getty Images)
Undici sotto inchiesta per offese al presidente della Repubblica e istigazione a delinquere. Tra loro il prof Marco Gervasoni e Francesca Totolo.Il pm della controversa espulsione dall'Italia della cittadina kazaka Alma Shalabayeva, Eugenio Albamonte, segretario di Area, la corrente delle toghe di sinistra a cui appartengono anche Magistratura democratica e Movimento per la giustizia, che sul suo profilo Facebook, come aveva scoperto la scrittrice Francesca Totolo, collaboratrice del Primato nazionale, che si è ritrovata tra i perquisiti, pubblicava bandiere partigiane, ha messo nel mirino i sovranisti.Dopo essersi concentrato su Casa Pound per l'occupazione dello stabile di via Napoleone III a Roma (inchiesta partita proprio dopo una denuncia dell'Anpi), ha fatto perquisire undici persone, tra Roma, Latina, Padova, Bologna, Trento, Perugia, Torino e Verbania, per i reati di offesa all'onore e al prestigio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e per istigazione a delinquere. Il decreto, oltre che dal pm che gli uomini del Giglio magico avevano in mente di agganciare (come emerge da un foglio su carta intestata dello studio di Alberto Bianchi, già presidente della Fondazione Open, sequestrato dagli inquirenti: «Digli a M (Renzi, ndr) di cercare contatto con nuovo presidente dell'Anm, Eugenio Albamonte. Non è un talebano. È contro i processi mediatici. Genere Pignatone»), è firmato anche dalla collega Gianfederica Dito. I carabinieri del Ros, il Raggruppamento operativo speciale, si sono quindi presentati a casa di Marco Gervasoni, storico e saggista, professore dell'Università del Molise, già direttore scientifico della Fondazione Craxi, che sarebbe risultato in collegamento con gruppi militanti di ispirazione suprematista tramite la piattaforma social russa VKontakte. Tra gli indagati, oltre al prof e alla Totolo (che, sentita da La Verità, disconosce le accuse al presidente o ad altre cariche dello Stato: «I miei tweet sono pubblici, non c'è una sola offesa a Mattarella». Per la durata del sequestro, però, il profilo le è stato silenziato) ci sono un pensionato, un ottico, due giornalisti di testate online (tra cui una freelance), un imprenditore di Arco (Trento), un impiegato amministrativo di un ospedale di Roma e uno studente. Tre di loro graviterebbero attorno a movimenti di estrema destra. Secondo la ricostruzione dei magistrati, però, i messaggi contenenti le offese al presidente della Repubblica non sarebbero provenienti dalla piattaforma russa, bensì sarebbero stati pubblicati su Twitter. Una regia comune è esclusa, ma è sull'ideologia che punta l'inchiesta, ritenendo che ci sia una precisa area di influenza, legata all'estrema destra e ai gruppi suprematisti. La colpa del prof Gervasoni? La sua rete dei contatti sul social russo e i commenti ai suoi post, provenienti, secondo l'accusa, da profili dell'area dell'estrema destra capitolina, alcuni dei quali tra il 2019 e il 2020 avrebbero preso parte ad alcune manifestazioni di Casa Pound. Sul professore, molto attivo sui social e con più di 20.000 follower su Twitter, già in passato si era sollevato un polverone per quello che lui stesso aveva definito «un esperimento sociale». Riferendosi a Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia Romagna ed ex europarlamentare la cui foto era stata pubblicata sulla copertina de L'Espresso, aveva commentato: «Ma che è, n'omo?». Poi spiegò: «Si possono fare commenti sul fisico della Meloni, di Salvini, Trump e Berlusconi. Mentre non è consentito farlo su esponenti della sinistra. Lo abbiamo visto molte volte. Ho pensato quindi di fare questo piccolo esperimento dopo aver visto l'interessante copertina de L'Espresso, che giocava sull'immagine mascolina di Schlein, la quale è stata più volte definita gender fluid».Ma a far parte della trama nera, sempre secondo l'accusa, ci sarebbero esponenti della formazione suprematista Nsab-Mlns, la Nationalistische und sozialistische arbeiter bewegung-Movimento nazionalista e socialista dei lavoratori. Tra aprile 2020 e febbraio 2021, stando all'accusa, gli indagati sarebbero andati oltre la semplice critica sulle scelte fatte dall'Italia per contrastare la diffusione del coronavirus. Ed è scattata l'inchiesta, tutta digitale, fino a ieri, della Procura di Roma. Gli uomini del Reparto indagini telematiche Ros sono stati delegati a ricostruire la rete relazionale e le abitudini social degli indagati. Non solo. Gli inquirenti avrebbero monitorato anche quanto riportato da una testata locale della provincia di Bologna. Stando alle notizie diffuse dalle agenzie di stampa, sarebbero state rilevate «plurime condotte offensive nei confronti del Capo dello Stato» che «appaiono frutto di una elaborata strategia di aggressione alle più alte Istituzioni del Paese». Le perquisizioni di ieri rientrano nella stessa indagine che lo scorso agosto portò alla perquisizione di un uomo residente nella provincia di Lecce, autore, secondo l'accusa, di post offensivi pubblicati su Twitter nel periodo del lockdown. Da quei messaggi è partito tutto. E contatto dopo contatto la Procura di Roma ritiene di essere riuscita a ricostruire una rete di hater. Spesso, sostengono gli investigatori, alcuni degli indagati hanno risposto a post lanciati da profili fake (sui quali ora sono concentrate le indagini), associandosi a un hashtag, con offese e minacce di morte. E c'è chi ha avuto addirittura l'ardire, avrebbero ricostruito gli investigatori, di taggare il profilo ufficiale del Quirinale e di altre istituzioni dello Stato. Da qui l'accusa di «plurime condotte offensive nei confronti del capo dello Stato».
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