
I finanziamenti per le ferie sono saliti del 17% in un anno: importo medio di 4.300 euro. La ricchezza delle famiglie rimane congelata nelle case e la crisi azzera la liquidità.Si tratta di un ritornello che in terra tedesca si sente spesso. Gli italiani hanno tanto debito pubblico e poco debito privato. Il problema è che l'affermazione è vera solo in parte. Secondo gli ultimi dati Istat, circa l'80% degli italiani ha una casa di proprietà, l'unica vera e diffusa ricchezza. A questo si aggiunga che il mattone è una ricchezza «congelata», di quelle che gli italiani difficilmente riescono a capitalizzare. In poche parole, c'è ma è di difficile utilizzo. Senza considerare che si tratta di una ricchezza che sta perdendo valore. Tra il 2011 e il 2016, il valore delle abitazioni si è ridotto di oltre 400 miliardi, riflettendo il calo superiore al 15% delle quotazioni immobiliari.Con queste premesse non stupisce che la tendenza a chiedere un prestito sia in grande aumento. Persino per andare in ferie. Come spiega un'indagine di Speedvacanze.it, tour operator specializzato in vacanze per single, quest'anno 28.000 italiani (+ 17% rispetto all'anno scorso) stanno chiedendo un prestito di circa 4.300 euro a testa per godersi un po' di meritato riposo. Stiamo quindi parlando di 120 milioni di euro di debiti: il 20% in più rispetto all'anno scorso.Inoltre, secondo un'analisi realizzata da Prestiti.it e Facile.it, dal 2016 al 2017 è diminuita di due anni e mezzo l'età media di chi si è rivolto a una finanziaria per pagare le ferie, passando da 40 anni e 1 mese a 37 anni e 6 mesi. Una riduzione su cui ha avuto un ruolo determinante l'aumento della percentuale di richieste presentate da chi ha meno di 30 anni, più che raddoppiate: se nel 2016 solo il 15,4% delle domande di prestito personale per cui si esplicitava la finalità «viaggi e vacanze» facevano capo a un giovane con meno di 30 anni, nel 2017 la percentuale è salita al 32,8%. Le altre fasce che più richiedono questa tipologia di prestito personale sono coloro che hanno un'età compresa tra i 30 e i 39 anni (28,6%) e quelli tra i 40 e 49 anni (22,7%). A presentare domanda di prestito è stato nel 75% dei casi un uomo, mentre lo stipendio medio dichiarato in fase di richiesta è di 1.518 euro.Il punto è che la liquidità non manca solo per le vacanze. Anche se resta il fatto che in gran parte gli italiani sono proprietari di immobili, sono in aumento i casi di chi non ha abbastanza fondi per vivere. Nel corso degli ultimi 12 mesi la richiesta media presentata per un prestito alle finanziarie è aumentata del 2,3% rispetto al 2016, raggiungendo i 10.790 euro (16.832 euro se si includono tutte le forme di finanziamento); chi si è rivolto a una società del credito dichiarando la finalità lo ha fatto soprattutto per sostenere spese legate alla casa o all'auto, ma la categoria che percentualmente è aumentata di più è il consolidamento debiti (+5,5%). Sempre più persone chiedono un prestito per coprirne un altro. Anche a livello generale l'età media di chi ha bisogno di indebitarsi è scesa. Analizzando il profilo dei richiedenti emerge che, rispetto al 2016, è diminuita l'età media di chi ha presentato domanda, passata da 41 anni e 11 mesi a 40 anni e 9 mesi, mentre sono rimasti sostanzialmente stabili la durata dei prestiti (circa 60 rate) e lo stipendio medio del richiedente, pari a 1.670 euro. Gli italiani quindi, soprattutto i giovani, hanno sempre meno liquidità. Tanto che secondo Facile.it e Prestiti.it, il 9,72% di chi chiede un prestito ha dichiarato di aver avuto in passato un problema con altre società del credito.Guardando i dati più da vicino, ottenuti con un campione di 60.000 richieste presentate tra novembre 2017 e gennaio 2018, la prima grande differenza che emerge è legata alla tipologia di finanziamento; se si considerano i soli prestiti personali, la percentuale di richiedenti con alle spalle disguidi finanziari è pari al 9,67%, mentre se si analizzano le cessioni del quinto la percentuale raggiunge il 19,39%.Sarà meglio, dunque, che il nuovo governo corra ai ripari. Tra debito pubblico e scarsa liquidità, l'unica certezza degli italiani è quella di essere sempre più coperti dai debiti. Un fenomeno del tutto nuovo per il nostro Paese, storicamente più popolato da formiche che da cicale.
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