2023-04-28
Crac bancari. Ue assolta, resta il crimine
La Corte dell’Unione scagiona la Commissione rispetto al fallimento di Banca Marche: non è colpevole per aver impedito il salvataggio e non è tenuta ai risarcimenti. Ma gli stop di Bruxelles agli aiuti hanno fatto esplodere le difficoltà del credito.Gli appassionati di gialli ricorderanno sicuramente quando l’ispettore Japp sulla scena del crimine fa notare a Hercule Poirot che «nei romanzi polizieschi, i poliziotti sono sempre descritti come se fossero ciechi come talpe». E Poirot gli risponde: «Una volta ho trovato un indizio, ma siccome era lungo un metro invece di pochi centimetri, nessuno ha voluto credermi». Nell’omicidio del risparmio caduto sotto i colpi inferti dalle crisi di Mps, Etruria, Carife, Banca Marche e Popolari venete, il movente è un acronimo di tre lettere: npl. Non performing loans, i crediti deteriorati. Prestiti concessi a chi non li avrebbe mai restituiti. Imprese che con la crisi sono state messe in ginocchio ma soprattutto grandi debitori, amici degli amici, clientele foraggiate per alimentare il consenso politico-elettorale, che sono così diventati complici del delitto. Secondo l’Accusa, quando le casse delle banche si sono svuotate i banchieri hanno cominciato a truccare la partita: il Montepaschi con i contratti derivati Alexandria e Santorini, l’Etruria con la vendita ai piccoli risparmiatori dei velenosi bond subordinati, la Pop Vicenza con il bacio della morte dei fidi accordati ai clienti per indurli a comprare azioni della banca il cui valore era nel frattempo tenuto su artificiosamente. Gli imputati si sono difesi e in qualche caso pure assolti, i ruoli spesso sono stati confusi: testimoni diventati complici, imputati diventati testimoni e neppure il maggiordomo è l’assassino. Insomma, un delitto senza colpevoli. Abbiamo fatto questa lunga, e metaforica, premessa per spiegare perché non ci sorprende l’ultima sentenza arrivata ieri che riguarda Banca Marche. Breve riepilogo del caso: nata nel 1994 ad Ancona, dopo la fusione tra Cassa di Risparmio di Pesaro e Banca Carime. Bankitalia ne sospende gli organi di amministrazione e controllo ad agosto 2013, per le ingenti perdite nei bilanci. Rifondata come good bank - con la risoluzione delle “quattro banche” -in Nuova Banca delle Marche, viene ceduta a Ubi in cui nel 2017 si fonde Banca Adriatica spa. La Procura di Ancona procede per un crac da 920 milioni, con quasi tremila risparmiatori che hanno chiesto di costituirsi parte civile.Ebbene, ieri la Corte di giustizia dell’Unione europea ha confermato che la Commissione europea non può essere ritenuta responsabile di aver impedito il salvataggio di Banca delle Marche. I giudici europei, respingendo l’impugnazione della sentenza del Tribunale dell’Ue del 30 giugno 2021, che aveva rigettato la loro richiesta di risarcimento dei danni cagionati dalla Commissione nell’impedire il salvataggio da parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi, ha ritenuto corretto il percorso argomentativo della prima sentenza. In particolare, secondo il Tribunale, non c’è prova sufficiente a dimostrare che la decisione delle autorità italiane sia stata condizionata in modo determinante dalla Commissione e che, viceversa, esse non abbiano deciso in autonomia, sulla base di proprie valutazioni inerenti tempi, modi e presupposti della risoluzione dell’istituto marchigiano messo in amministrazione straordinaria nel 2013. Visto il tentativo di risolvere la crisi con l’intervento di sostegno da parte del Fondo interbancario, la Commissione aveva inviato quattro lettere alle autorità italiane nelle quali si comunicava che l’intervento avrebbe potuto costituire un aiuto di Stato e che sarebbe stato pertanto opportuno aprire una procedura formale ai fini dell’eventuale approvazione. Considerata l’urgenza di ricapitalizzare la banca e l’impossibilità di dare esecuzione all’intervento offerto dal Fondo senza l’ok della Commissione, la Banca d'Italia guidata da Ignazio Visco aveva avviato una procedura di risoluzione di Banca delle Marche. Pur avendo ostacolato o impedito l’intervento di salvataggio da parte del Fondo interbancario, a detta dei giudici Ue, la Commissione non può essere considerata responsabile della decisione di risoluzione di Banca delle Marche. Che, secondo i giudici europei, sarebbe stata essenzialmente determinata dal suo stato di dissesto. Restano agli atti le parole di Roberto Nicastro, commissario di Carife, Carichieti, Etruria e Banca Marche tra il 2015 e il 2017, che nel marzo del 2019 dichiarò: «La decisione della Commissione Ue su Tercas ha avuto un impatto enorme sulle scelte successive. E l’abitudine della direzione di Margrethe Vestager (a capo dell’Antitrust Ue, ndr) di non mettere niente nero su bianco, influenzare le decisioni e chiedere che le controparti assumano impegni prima di dare il benestare, non funziona. La scelta su Tercas e quella di autorizzare la risoluzione delle quattro banche, con un bail in ante litteram crearono uno stress inutile e pernicioso. Hanno fatto diventare sistemica quella che poteva essere una crisi circoscritta», evidenzia Nicastro. «La svalutazione dei crediti deteriorati delle quattro banche al 17,5% mise pressione sull’intero sistema, accelerando le crisi degli altri istituti: dalla venete a Mps. Non aver potuto usare il Fitd su Tercas e poi sulle quattro banche ha innescato la contaminazione a livello sistemico di una crisi che poteva essere gestita in modo pragmatico e circoscritto». Come l’indizio trovato da Poirot.
Ecco #DimmiLaVerità del 7 ottobre 2025. L'eurodeputata e vicesegretaria della Lega Silvia Sardone sostiene che Ilaria Salis sia stata salvata dal Partito popolare europeo.
Mario Venditti. Nel riquadro, il maresciallo Antonio Scoppetta (Ansa)
La neo premier giapponese Sanae Takaichi (Ansa)
Andrej Babis (Getty Images)