2022-11-03
Covid e rave: i buffoni delle libertà
Giuseppe Conte (Imagoeconomica)
Ci hanno rinchiusi con i dpcm. Hanno vessato milioni di persone con obblighi inutili e represso il dissenso. E ora, mentre invocano punizioni per i medici non vaccinati, si inventano custodi dei diritti contro un principio sacrosanto: la difesa di sicurezza e proprietà.Il diritto alla libertà è sancito dalla Costituzione? Dipende dall’area politica cui si appartiene. Se il soggetto che reclama la libertà gravita a sinistra sì, è un diritto inviolabile che ti consente di fare qualsiasi cosa, compreso occupare la proprietà privata. E se qualcuno te lo impedisce, cioè vìola il «diritto» di prenderti ciò che non è tuo, fosse anche un capannone a rischio di crollo, è chiaramente un fascista. E qualora il governo vari una legge per inasprire le pene nei confronti degli abusivi che si appropriano di un bene altrui, si reclama l’intervento di Amnesty International. Capisco che il lettore abituato a rispettare le norme e a occupare al massimo il salotto di casa propria, senza prendersi alcuna libertà in quella degli altri, a questo punto sia un po’ perplesso e magari corra a sfogliarsi la copia della Costituzione che tiene in bella vista, ma non credo che ripassare gli articoli della Carta su cui si fonda la nostra Repubblica gli servirà a molto. Infatti, nonostante sia «la più bella del mondo» (Roberto Benigni dixit, prima di convertirsi alla riforma voluta da Matteo Renzi), la Costituzione è usata e abusata dalla sinistra a seconda della convenienza. Dunque, l’articolo 42, quello che per l’appunto fissa il principio che la proprietà privata è inviolabile, non conta niente. Per lo meno per i compagni, i quali da un paio di giorni, cioè da quando l’esecutivo ha introdotto nuove norme contro i rave party, ossia quelle feste a base di alcol e droga in casa d’altri, strillano come aquile in nome della libertà. Quale principio sia stato violato introducendo una norma che tutela il cittadino vittima di un’ingiusta occupazione di un proprio edificio non è chiaro, ma a quanto pare Letta, Conte e sinistrati vari, all’articolo 42 oppongono la libertà di sballo, anche se non figura tra quelle garantite dalla nostra Carta. Sì, impedire che migliaia di giovani invadano un’area e devastino un’azienda (come successe tempo fa in provincia di Viterbo) e organizzino uno spaccio di stupefacenti a cielo aperto, secondo i compagni dovrebbe essere tutelato dalla legge. In nome di quale concetto? Del diritto di manifestare la propria opinione e, se del caso, anche di protestare contro un governo che a prescindere, nonostante sia stato votato dagli italiani, si ritiene fascista. Ma quale sarebbe l’opinione della banda che a Modena si è abusivamente appropriata di un capannone industriale? Farsi le canne? Devastare un’area? Spacciare? Spaccarsi i timpani e bruciarsi il cervello? È questa la libertà sollecitata a suon di proteste dalla sinistra? La risposta è sì.Ma qui veniamo alla questione dei diritti assicurati dalla Costituzione, perché non tutti sono uguali e così pure le libertà reclamate. O per lo meno questo è ciò che sostengono nel Pd e dintorni. Lo Stato non deve criminalizzare il dissenso, quindi non può impedire agli sballati di continuare a farsi di droga. Peccato che chi fra i compagni sostenga questa tesi dica, più o meno nelle stesse ore, che lo Stato debba punire chi non si è vaccinato. In questo caso, ovvero nei confronti di chi non ha offerto il braccio alla patria, la criminalizzazione è dovuta. Anzi, auspicata. All’epoca del green pass, Amnesty international era al fianco del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese a sostegno della linea forte contro i no vax. Se bloccare le strade intorno a Modena, secondo i compagni dev’essere consentito, sfilare per le vie cittadine protestando contro un provvedimento che ti toglie il lavoro e ti impedisce di prendere i mezzi pubblici o di mangiare doveva essere vietato. Da Umberto Galimberti a Erri De Luca, tutto il culturame di sinistra, da sempre pronto a schierarsi a favore di qualsiasi contestazione, nel caso di chi rivendicava la libertà di scelta in materia di vaccini stava dall’altra parte, ossia da quella dei manganellatori. Spazzare via i cortei e i sit-in con gli idranti come si fa con la spazzatura, allora era giusto. Addirittura, il filosofo copione (al secolo Umberto Galimberti, beccato anni fa con tanti sorci in bocca, cioè con interi brani di altri autori inseriti nei suoi libri come fossero farina del suo sacco) è arrivato a invocare un dittatore, per siringare i non vaccinati. Anche adesso che il Covid fa meno paura, ma si è capito che non esiste immunizzazione in grado di evitare la circolazione del virus, perché anche chi ha ricevuto il siero può contagiarsi e contagiare, coloro che denunciano lo Stato di polizia introdotto da Giorgia Meloni per fermare i rave party si stracciano le vesti perché lo Stato non persegue i no vax. I partigiani della dittatura del vaccino reclamano a gran voce lockdown, multe e sospensioni dal lavoro per chiunque non abbia chinato il capo. Il loro sogno è un ritorno ai dpcm e a Roberto Speranza ministro della Salute. E, meglio ancora, una rivolta di piazza in difesa della libertà di droga. Fumo libero (e non solo), in libera occupazione. Una sinistra stupefacente, della quale è lecito chiedersi di che cosa si faccia.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
Continua a leggereRiduci