2022-05-01
Così Cingolani toglie all’Ilva di Taranto l’alibi per cig e produzione ridotta
Roberto Cingolani (Imagoeconomica)
Il Mite sconfessa la linea grillina sul rischio legato al limite dei 6 milioni di tonnellate, ma pure quella dell’azienda di Stato.È passato un mese da quando il presidente Draghi in conferenza stampa ha annunciato l’allargamento della garanzia Sace per Acciaierie d’Italia nel decreto Ucraina bis, e «a breve nuovi provvedimenti per l’aumento della produzione dello stabilimento di Taranto per sopperire alle carenze di acciaio nel Paese».Da allora niente è cambiato, a parte il ministro Orlando che senza accordo sindacale (e senza neanche presentarsi al tavolo) ha concesso la cassa integrazione straordinaria a circa tremila dipendenti.Ma alle parole di Draghi sull’aumento della produzione dell’acciaieria di Stato, necessaria in questo momento proprio perché l’unica a ciclo integrale e autonoma da forniture estere di materia prima, quindi in grado di mantenere l’approvvigionamento di ghisa e semilavorati delle acciaierie del Nord, è subito partita la litania. C’è una fake news che riguarda Ilva che viene riportata come un dogma senza che nessuno, neppure l’azienda, tanto meno le autorità scientifiche e istituzionali, si sia mai occupato di smentirla. È quella ripetuta da diversi politici e associazioni, alcuni giornali, e persino nell’ultimo libro su Ilva di Valentina Petrini (proprio lei vorrebbe combattere le fake news!) secondo cui lo stabilimento di Taranto non può produrre 6 milioni di tonnellate di acciaio perché a quel livello corrisponde danno sanitario inaccettabile.Siamo venuti in possesso di un documento del ministero della Transizione, datato 22 aprile, che la smentisce. Riguarda la cosiddetta Viias, la Valutazione integrata che ci dice, preventivamente, quale sarebbe il rischio sanitario se uno stabilimento producesse a un determinato livello, e se è più o meno accettabile. Il senatore Mario Turco, vice Conte nei 5 stelle, tarantino, continua a richiedere l’introduzione di questa Viias come soluzione a tutti i problemi. Forse gli sfugge che per Ilva viene già fatta, proprio nei termini da lui richiesti, è una delle poche in Italia, e, nonostante la legge non la preveda, il ministero dell’Ambiente dal 2019 l’ha resa condizione necessaria per stabilire, sulla base di questa, la revisione dell’Autorizzazione integrata ambientale.A redigere la Viias sono, su richiesta del Mite, gli enti scientifici regionali (arpa, Aress e asl Taranto). Dal rapporto complessivo Vds+Viias 2021 redatto adottando l’approccio epidemiologico (linee guida Viias di Ispra del 2016, proprio come vuole Turco) è emersa una possibile criticità sanitaria con riferimento allo scenario ante operam in relazione alle immissioni di polveri fini (pm2,5 e pm10) nel quartiere Tamburi (contiguo allo stabilimento). Come si legge, la valutazione fin qui fatta è «ante operam» cioè corrisponde alla produzione del 2016 (quasi 6 milioni), ma prima che venissero realizzate tutte le prescrizioni del piano ambientale nel frattempo completate. Pertanto tenuto conto di tale possibile criticità e considerato altresì che risultano realizzati quasi tutti gli interventi di riduzione delle emissioni convogliate e diffuse di polveri fini (in particolare provenienti dall’area a caldo) e che, conseguentemente, i livelli di rischio valutati con riferimento allo scenario ante operam non possono considerarsi rappresentativi della situazione attuale, nella riunione del Mite del 28 maggio 2021 si è ritenuto opportuno, al fine di perseguire l’obiettivo comune di tutela della salute dei cittadini di Taranto, approfondire, anche con riferimento allo scenario emissivo post operam quanto emerso per l’ante operam, per verificare se oggi, ad esito della realizzazione di quasi tutti gli interventi del Piano ambientale (completato per l’88%), persistono rischi per la salute.Da allora però il tavolo interistituzionale regionale (composto dai presidenti delle agenzie nominati da Michele Emiliano) si è rifiutato di partecipare alle riunioni, boicottandole, e rifiutandosi di procedere con l’elaborazione della Viias intermedia.Per questo motivo il 22 aprile il Mite ha deciso di superare gli organismi regionali, e dare mandato all’Ispra di proseguire le attività volte alla definizione dello scenario emissivo post operam connesso ad una produzione di 6 milioni di tonnellate annue di acciaio tenendo conto dell’attuale situazione e dei lavori realizzati, considerando quindi conclusi i seguenti interventi di adeguamento ambientale volti alla riduzione delle emissioni convogliate e diffuse: copertura dei parchi primari e secondari, chiusura di tutti i nastri trasportatori, adeguamento delle batterie 7, 8, 9 e 12 e relative docce di spegnimento, adeguamento degli altoforni 1, 2 e 4, adeguamento delle acciaierie 1 e 2, installazione dei filtri a maniche sulle linee e e d dell’impianto di agglomerazione.A questo punto Acciaierie d’Italia non avrà più alibi per tenere bassa la produzione, dipendenti in cassa integrazione, e sospendere gli ordini ai clienti.Nel 2021 la produzione è stata di 4 milioni, nel 2022 secondo i piani dovrebbe arrivare a 5.3. Fino ad oggi in molti dicevano che questo non era possibile, perché corrispondeva a rischio sanitario. Oggi il Mite ci dice che non è vero, che quella valutazione non teneva conto delle prescrizioni fin qui attuate, e che va ricalcolato tenendone conto. Magari questa volta la legge anche Mario Turco. Nel frattempo l’Aia resta valida, Acciaierie d’Italia può tranquillamente produrre fino a 6 milioni di tonnellate con l’attuale assetto impiantistico senza rischio sanitario, e per acciaierie green, forno elettrico, e idrogeno, se ne parla sopra i 6 milioni se nel frattempo il governo avrà deciso di completare l’investimento.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)