2021-09-10
Indagine per corruzione al Miur. Arrestato l’editore Castelbianco
Arrestato per corruzione l'editore Federico Bianchi di Castelbianco, altri due ai domiciliari. Tesoretto sequestrato alla funzionaria che avrebbe cucito progetti milionari su misura.Federico Bianchi di Castelbianco, 70enne psicoterapeuta, imprenditore e proprietario dell'agenzia di stampa Dire, ieri mattina, verso le 9,30, ha lasciato il suo appartamento nel quartiere Trieste di Roma accompagnato da quattro finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria ed è salito su una Citroen C3, un'auto civetta della Finanza. Indossava una camicia bianca e aveva in mano l'ordinanza di arresto in carcere di 202 pagine firmata dal gip capitolino Annalisa Marzano. È accusato di aver ottenuto milioni di euro di affidamenti da Miur, tra il gennaio 2018 e il 13 aprile 2021, attraverso tre società e una fondazione a lui riconducibili, grazie ai buoni uffici di Giovanna Boda, all'epoca capo del dipartimento del Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali dello stesso dicastero. Gli atti d'indagine e in particolare le intercettazioni, ambientali e telefoniche, per il giudice, avrebbero svelato, infatti, che la «straordinaria espansione economica delle società» di Bianchi «non era altro che il riflesso sul campo del totale e incondizionato asservimento delle funzioni pubbliche di Giovanna Boda agli interessi privati di Bianchi». Oggi la donna, che ha tentato il suicidio dopo aver subito la perquisizione, non lavora più per il Miur. Bianchi, in cambio degli affidamenti, le avrebbe messo a disposizione un'infinità di utilità, a partire da un autista e una segretaria, tanto che il giudice ha chiesto il sequestro preventivo di 336.117,42 euro in denaro o beni nella disponibilità della donna. La Procura di Roma aveva chiesto un sequestro preventivo più cospicuo, ma il giudice ha deciso di contestare solo l'equivalente delle entrate «per le quali sono stati raccolti gli elementi di prova certa e documentale».Ieri sono finiti agli arresti domiciliari anche l'autista Fabio Condoleo (difeso dall'avvocato Michele Novella) e la segretaria Valentina Franco (assistita da Giuseppe Di Trocchio). Con Bianchi e la Boda sono indagati per corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio con l'aggravante «di aver commesso il fatto per la stipulazione di contratti e affidamenti nei quali è interessato il Ministero dell'Istruzione». Alla Boda e a Bianchi viene contestata anche la rivelazione di notizie d'ufficio riservate. Le aziende dell'uomo (Ido, Come, Edizioni Magi, Fondazione Mite) sono sotto inchiesta per la responsabilità amministrativa conseguente al reato di corruzione. Per il gip «il coacervo di utilità corrisposte alla Boda» avrebbe consentito all'editore di incassare dal Miur non solo 80.000 euro frutto di due progetti, bensì, come rivelato a giugno dalla Verità, importi maggiori: dal gennaio 2018 all'aprile 2021 «affidamenti per complessivi 23.537.377,09 di euro, di cui già corrisposti 17.457.976,18». Soldi in gran parte arrivati attraverso progetti predisposti dagli istituti scolastici, ma risulterebbe anche l'assegnazione diretta di «otto milioni di euro “senza le scuole"». Tutti gli altri denari sarebbero incassati grazie a quello che l'ordinanza chiama un «pactum sceleris» che si basava sulla «stesura di progetti scolastici» da parte del Miur «modellati sulle caratteristiche delle società di Bianchi» e a cui «seguiva la destinazione dei finanziamenti in favore di istituti scolastici con i cui dirigenti l'imprenditore intratteneva rapporti di conoscenza e in alcuni casi coltivava, perfino, rapporti privilegiati, assicurandosi così gli affidamenti delle scuole». Grazie a questo trattamento speciale, per l'accusa, Bianchi aveva «accresciuto la forza persuasiva della sua posizione all'interno del Ministero dell'Istruzione al punto da essere conosciuto dal personale amministrativo (…) che gli garantiva l'accesso negli uffici, senza limiti e senza accortezze». Una fitta rete di rapporti che andava oltre i destinatari dei provvedimenti cautelari e su cui stanno investigando gli inquirenti, i quali, nel frattempo, hanno iscritto nuovi indagati. Il gip cita il caso del «rapporto qualificato» che lo psicoterapeuta intratteneva con un membro del personale del ministero, R.E., la quale, secondo il giudice, conoscendo «l'ascendente particolare» dell'uomo sulla Boda, avrebbe puntato a «una promozione all'interno del dipartimento». In tale contesto l'editore avrebbe avuto voce in capitolo anche nella «stesura dei bandi in modo da agevolare la successiva assegnazione dei fondi». La dirigente avrebbe avvantaggiato il suo presunto corruttore, consentendo «all'imprenditore di partecipare alle riunioni indette» dalla stessa Boda «aventi ad oggetto la destinazione delle ingenti somme di denaro provenienti dai finanziamenti alle scuole demandando anche allo stesso imprenditore la decisione finale su tale suddivisione». Bianchi sarebbe stato aiutato, da qui l'accusa di rivelazione di segreto, anche «mediante l'anticipazione della bozza del bando per il finanziamento per progetti scolastici per il contrasto alla povertà abitativa che gli consentiva di formulare anticipatamente proposte di modifica».E che cosa avrebbe ricevuto in cambio la Boda? Un'infinità di utilità per sé, i genitori Luigi e Concetta (ex sindaco Pd di Casale Monferrato) e la figlia minorenne. La lista è lunghissima e occupa, in gran parte, le prime 100 pagine dell'ordinanza. La gip evidenzia che le movimentazioni sul conto della donna avevano insospettito anche l'Antiriciclaggio. Sul conto, infatti, oltre all'«elevato stipendio» (520.000 euro per il periodo 2016-2021, oltre al contributo mensile di 1.100 euro al mese del marito Francesco Testa, procuratore di Chieti) sono stati segnalati versamenti in contanti per 80.000 euro tra il 2016 e il 2019; nello stesso periodo sono stati registrati anche 71.000 euro di prelievi.La Marzano fa riferimento a «incessanti elargizioni di denaro in favore della Boda che, grazie a tali utilità̀, si concedeva anche “lussi", dagli interventi estetici, alla palestra personale, all'autista (Condoleo), ad una segretaria tutto fare (la Franco)». Tra i «regali» per cui è stato disposto il sequestro ci sono 11.500 euro di spese da carta prepagata intestata a Bianchi e ricaricata con 38.756 euro. In questo caso i magistrati avrebbero trovato la pistola fumante: prima hanno udito nelle intercettazioni le richieste d'acquisto da parte della Boda di questo o quel bene (dal tapis roulant ai vestiti ai giocattoli per la figlia) e dopo hanno visto addebitare sulla carta il relativo prezzo. Ma la lista continua: ci sono 41.000 euro di bonifici; denaro contante riposto all'interno di una busta e consegnato alla mamma della Boda, Concetta Palazzetti (ex sindaco Pd di Casale Monferrato, città di origine della dirigente del Miur); 4.000 euro in busta destinati ai due sarti della donna e per altre spese; 105.000 euro per lo stipendio dell'autista; 47.500 euro per il noleggio di una Mercedes; 27.000 euro di affitti per la vecchia casa della Boda in cui è subentrato come affittuario lo stesso Bianchi e in cui sono stati ospitati a Roma i genitori della donna per otto mesi; 17.500 euro per i servizi prestati dalla domestica della Boda; 9.700 euro di «trattamenti medici»; 4.000 euro di abbonamento nel «circolo sportivo dei vip» a Villa Borghese; 3.000 euro di lezioni di yoga; 2.800 euro di lavori non meglio identificati; 1.500 euro di fornitura di biscotti; 1.500 euro di lezioni per la bambina e 1.000 euro di conto in un centro estetico. A queste cifre occorre aggiungere 21.600 euro per la stanza della collaboratrice domestica, più 39.000 euro a favore di un certo Antonio Pellegrino.Nell'elenco entrano anche le promesse di utilità, sufficienti a far configurare il reato di corruzione. Gli impegni sarebbero di pagare i contributi pensionistici della collaboratrice domestica, versare una garanzia di 100.000 euro per l'acquisto di una baita in montagna, poi comprata dallo stesso Bianchi, «da destinare, però, alla medesima Boda». Ci sono anche le promesse «di assunzione e/o conferimento di incarichi di collaborazione retribuiti per almeno 20 persone indicate dalla Boda», di saldare 3.600 euro di bollette e di una vacanza in un hotel di lusso in Toscana del valore di 8.200 euro per quattro giorni che la donna avrebbe trascorso con il marito sborsando solo 1.800 euro. In questo caso, però, mancano ancora prove certe. C'è poi la questione dell'appartamento da 300 mq e 14 vani in zona via Veneto in cui vive la Boda da fine 2018. La casa è di proprietà di Bianchi, il quale l'ha prima ceduta in comodato d'uso e poi, per il gip «astutamente», in usufrutto al compagno di una stretta collaboratrice. Per la dimora la donna invia bonifico da 3.800 euro all'usufruttuario. «Tuttavia», si legge nell'ordinanza, «[…] emerge una strana circostanza e cioè che subito dopo tali accrediti si registrano sistematici prelevamenti in contante di 3.000 euro».Bianchi si sarebbe occupato anche delle spese di ristrutturazione della casa in montagna dei genitori della Boda, della palestra personale della dirigente, ma anche per il vecchio ufficio sito presso il Ministero (condizionatore e frigorifero). La gip ha disposto per Bianchi la custodia cautelare in carcere «per interrompere drasticamente i suoi contatti […] sia con coloro che operano all'interno del dipartimento della Pubblica istruzione, sia con coloro che collaborano nella gestione della galassia» delle società dell'uomo. La Boda, ieri, attraverso l'avvocato Giulia Bongiorno, ha dichiarato: «Ho chiesto di essere interrogata per chiarire la mia posizione. Ho sempre servito lo Stato con rigore e onestà nella piena consapevolezza delle mie responsabilità e dei miei doveri e lo dimostrerò appena possibile».