2024-04-18
La porno corruzione scuote le giunte rosse
Perquisite dai finanzieri tre società partecipate che gestiscono lo smaltimento dei rifiuti in Toscana, Lombardia e a Verona.Contattate dalla «Verità» le presunte escort ammettono di conoscere l’imprenditore indagato, ma smentiscono di essersi prostituite: «Erano solo incontri di lavoro». Lo speciale contiene due articoli.Prosperose escort e ufficiali dell’esercito eccitati. A qualcuno sarà subito venuto in mente uno di quei B movie degli anni ’70-’80. Ma in realtà l’inchiesta della Procura di Reggio Emilia per corruzione e favoreggiamento della prostituzione che ha portato all’arresto di Enrico Benedetti (presidente di Ecologia soluzione ambiente Spa, società attiva nel settore dello smaltimento dei rifiuti) e all’iscrizione sul registro degli indagati del generale Giulio Botto e del colonnello Luca Corrieri, ci racconta un sistema con ramificazioni in tutta Italia che riguarda non solo il settore militare, ma soprattutto quello delle cosiddette multiutility, impegnate, tra le altre cose, proprio nella raccolta dei rifiuti. Società, quelle coinvolte, in gran parte in mano ad amministrazioni di centro-sinistra. In entrambi i mondi, quello delle stellette e quello civile, Benedetti sarebbe sbarcato alla guida di una agguerrita scuderia di giovani squillo, usate come arma letale per entrare nelle stanze dei bottoni delle pubbliche amministrazioni. La Guardia di finanza ha contestato, in prima battuta, appalti per circa 630 mila euro circa, per la manutenzione di un forno statico e di un bruciatore in uno stabilimento militare di Noceto che si occupa di munizionamento. Nelle intercettazioni si parla di «spacchettamenti» per tenere gli affidamenti diretti sotto soglia per evitare troppi controlli. Per quanto riguarda le commesse ricevute grazie agli ufficiali indagati, nell’ordinanza si fa riferimento anche a contratti milionari per smaltire missili e munizioni al fosforo bianco e vengono elencati una quarantina di affidamenti diretti sospetti per almeno 1,3 milioni tra manutenzioni ordinarie e straordinarie, tutti nella stessa fabbrica. Però, le indagini si stanno allargando a tutti i contratti della Esa e nelle prossime settimane si capirà quanti siano i presunti affari illeciti contestati all’azienda. Martedì gli investigatori hanno perquisito le sedi di tre aziende del ramo delle multiutility: la Amia Verona Spa, la Sei Toscana Srl e la Garda uno Spa. In ognuna delle tre aziende, importanti manager sono accusati di corruzione e turbativa d’asta insieme con Benedetti. Al momento risultano indagati Massimo Pedercini, direttore tecnico operativo per il settore Igiene urbana della Garda uno; Ennio Cozzolotto, direttore generale facente funzione dell’Amia Verona, Marco Durante, componente esperto di commissioni di gara, nella sua qualità di responsabile officina; Gianluca Paglia e Giuseppe Tabani, rispettivamente direttore generale e direttore tecnico della Sei Toscana. Secondo la Procura, Durante e Cozzolotto, in concorso tra loro, «favorivano illecitamente» la Esa «turbando il procedimento amministrativo diretto ad influire sul normale svolgimento delle offerte e rivelando notizie destinate a non essere divulgate» a Benedetti «in ordine alla “Manifestazione d’interesse finalizzata alla ricerca di operatori economici interessati a produrre offerta per la fornitura di cassonetti usati da 3200 litri tipo Omb” mediante lo svolgimento di una procedura negoziata sotto soglia […], con base d’asta fissata in 180.000 euro oltre Iva,» indetta da Amia Verona l’1 giugno 2023. A Pedercini i pm contestano di aver «instaurato» un «rapporto collusivo» con Benedetti, attraverso il quale sarebbero stati turbati i «procedimenti amministrativi diretti a stabilire il contenuto di diversi bandi di gara, condizionando le modalità di scelta del contraente da parte della Pubblica Amministrazione» . Nello specifico, la Esa Spa «risultava affidataria, con contratto di affidamento diretto», di due procedure risalenti al 2020, delle quali proprio Pedercini risultava essere il Rup (responsabile unico del procedimento, ndr). Più fumosa la situazione dei due manager della Sei Toscana, Paglia e Tabani. Alla luce di quanto emerso dalle intercettazioni, i due, insieme a Benedetti, «turbavano il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto di un atto equipollente a un bando di gara» che, però, «allo stato attuale» risulta «non individuato». Sei Toscana, con sede a Siena, è controllata al 41 per cento da Iren Ambiente Toscana, una partecipata di secondo livello di Iren, uno dei colossi delle multiutility a capitale pubblico/privato, nata dalla fusione delle partecipate che operavano a Torino, Genova e nelle provincie di Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Un altro 20 per cento di Sei Toscana è controllato da Siena Ambiente (il 43 per cento delle quote è dei Comuni della Provincia). Dal 2014 Sei Toscana è il gestore del servizio integrato dei rifiuti urbani nel bacino dell’Ato Toscana Sud, che comprende le province di Arezzo, Grosseto e Siena e sei comuni della Provincia di Livorno e copre quasi metà del territorio regionale e 104 comuni, 70 dei quali aretini e senesi. Garda uno, invece, offre i suoi servizi a 37 enti pubblici, tra cui 34 Comuni, la Provincia di Brescia, la Comunità montana dell’Alto Garda e l’Ags Spa, multiutility di Peschiera del Garda. Grazie a questo socio, Garda uno opera anche sulla sponda veronese del lago. Più ristretto il bacino di Comuni servito da Amia Verona: opera nel capoluogo, a Grezzana e a Villafranca. La Esa Spa, fondata nel 1992, nel 2022 ha portato a casa ricavi per 18,9 milioni di euro (in crescita rispetto ai 17,3 del 2021), garantendosi utili per 232.000 euro (373.000 l’anno prima), e impiegava circa 90 persone. L’azienda vanta clienti non solo in Italia, ma anche in molti Paesi stranieri, come Spagna, Egitto, Portogallo ed Etiopia. In Italia, a utilizzare i servizi di Esa è Ama, la partecipata capitolina, spesso al centro di polemiche per la raccolta dei rifiuti. La ditta reggiana ha messo a disposizione dell’azienda laziale sedici compattatori. Fornitura per cui la avrebbe incassato oltre 1 milione di euro. il Comune di Roma, nel 2023, ha annunciato in pompa magna, un accordo per la sperimentazione dei cosiddetti «cassonetti intelligenti», installati in alcune strade del centro di Roma, con la benedizione del sindaco Roberto Gualtieri. I cassonetti della società di Bibbiano vengono usati, nella versione interrata, a Cervia, Massa, Rimini, Lucca, Parma. Ad Asti e Taranto sono, invece, forniti nella tradizionale versione fuori terra. Una rete che potrebbe portare gli investigatori ad allargare ulteriormente le indagini, anche perché già risulta agli atti che un direttore della municipalizzata di Milano sarebbe stato corrotto a colpi di prestazioni sessuali. Chissà se nell’inchiesta verranno pizzicati, con le braghe calate, altri epigoni di Renzo Montagnani e Alvaro Vitali.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/corruzione-hot-municipalizzate-giunte-rosse-2667806048.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="le-ragazze-dei-festini-negano-tutto" data-post-id="2667806048" data-published-at="1713432466" data-use-pagination="False"> Le ragazze dei festini negano tutto «Un anfitrione particolarmente ospitale». Così le toghe definiscono Enrico Benedetti, il titolare della Ecologia soluzione ambiente Spa con sede a Bibbiano e appalti in tutta Italia. Il procacciamento delle escort, secondo l’accusa, a volte veniva «favorito», a volte, invece, «addirittura organizzato» da Benedetti. A provarlo, secondo gli inquirenti, sarebbero le numerose chiacchierate telefoniche concentrate «sull’intrattenimento a cena e nel post cena» intercettate dagli investigatori. Oltre alle cene, poi, c’erano gli «eventi mondani», anche nella villa di Benedetti, dove l’imprenditore convocava anche più di una escort per volta. Agli incontri, secondo l’accusa, avrebbero partecipato «pubblici ufficiali, funzionari o uomini d’affari» da ammorbidire per ottenere le commesse pubbliche. In alternativa c’erano hotel lussuosi o località turistiche in occasione di fiere e convegni. La finalità degli incontri sessuali? «Propiziare la conclusione di trattative negoziali, la sottoscrizione di contratti o il rinnovo di commesse pubbliche», sentenziano gli inquirenti. Ma anche se negli atti dell’inchiesta si legge che «l’imprenditore» avrebbe «contattato le escort» con una certa assiduità per «incontri con clienti o viaggi d’affari», le protagoniste, che pure sono state intercettate, si smarcano. Contattata dalla Verità, Alexandrina premette subito di essere «estranea alla vicenda». E, pur confermando di conoscere «il signor Enrico», racchiude in «due soli incontri» la conoscenza. E solo per «questioni lavorative». Quali? «Voleva inserirmi nel suo organico commerciale per lo smaltimento del fotovoltaico», afferma Alexandrina, che sostiene di aver anche «rifiutato» un invito di Benedetti a visitare l’azienda «per capire se c’era possibilità di collaborazione». «Ho già il mio lavoro da disegnatore tecnico e progettista di packaging, come potete vedere sul mio profilo Linkedin», taglia corto Alexandrina. Ma Benedetti, secondo gli inquirenti, più che proporle di smaltire pannelli fotovoltaici, avrebbe voluto ingaggiarla per «due giorni in Sardegna». E le chiede: «Come saresti messa?». Lei risponde di riuscire a liberarsi solo nel weekend: «Durante la settimana mi è molto difficile». Maria, che è la ragazza più citata nell’ordinanza di custodia cautelare (un indagato le attribuisce avance molto pesanti), con la Verità è risultata essere la più schiva. Risponde solo via chat e afferma lapidaria: «A parte che non ne sapevo nulla di ’sta storia, non so di cosa si stia parlando». Anche Marcela, che fa l’architetto e ha uno studio nella stessa città di Benedetti, si è ritrovata intercettata. La quarta ragazza di questa storia, Eunice, l’unica che non è stato possibile rintracciare, in una conversazione con un’amica parla proprio di Marcela. Al centro del discorso c’è una serata organizzata a casa di Benedetti la sera prima e, «soprattutto», annotano gli inquirenti, «faceva riferimento al fatto che alla cena, alla presenza di Marcela, lei aveva partecipato non per divertimento, ma per offrire prestazioni quantomeno di accompagnamento». Ecco le parole di Eunice: «Oh, vabbè quando ci sono dei clienti così (il riferimento è a un pubblico ufficiale ospite a cena a casa di Benedetti, ndr), Diana (riferendosi a Marcela, ndr) non è che c’entri capito? Non è una cosa da dire... proprio da dire... divertimento...». Marcela rispedisce l’accusa al mittente: «Mi vogliono far passare per una prostituta? Ma non esiste proprio. Lo smentisco categoricamente. Io sono un architetto e con Benedetti ho soltanto lavorato».