2024-08-19
Coppola in Italia, blitz deciso al volo. Ha provato a bloccare l’estradizione
L’immobiliarista è nella prigione di Viterbo. Il legale: «Sta male, chiederò i domiciliari».L’immobiliarista Danilo Coppola è stato trasferito ieri nel carcere Mammagialla di Viterbo. Il cinquantasettenne romano dovrà scontare una pena residua di 6 anni, 5 mesi e 12 giorni di reclusione, relativa a una condanna definitiva per tre bancarotte (7 anni) e a una per diffamazione (3 mesi). Come anticipato dalla Verità, la decisione è stata presa dopo che la Corte suprema federale (la Cassazione degli Emirati Arabi) ha ribaltato la sentenza che negava l’estradizione da Dubai all’Italia dell’ex «furbetto del quartierino».La notizia dell’arrivo nel nostro Paese di Coppola ha sorpreso il suo avvocato, Francesco Caroleo Grimaldi, il quale non aveva contezza della recente decisione dei giudici: «Neanche il mio assistito aveva questa informazione. Era a conoscenza del ricorso, ma non dell’esito. La notizia l’abbiamo appresa dai vostri cronisti sabato. Ho avuto conferma dell’estradizione domenica mattina alle 7, quando l’ex moglie mi ha comunicato che Coppola aveva chiamato la madre per dirle che era atterrato all’aeroporto di Fiumicino e che stava per essere tradotto nel carcere di Viterbo». Ecco perché sabato il cellulare di Coppola risultava staccato: l’uomo era già stato preso in consegna dalle autorità emiratine. Che lo hanno imbarcato su un volo di linea Ethiad verso le 5 del mattino (le 3 italiane) del 18 agosto. La partenza è avvenuta alle 3.28, orario di Roma, l’atterraggio 2 ore e 48 minuti dopo, verso le 6.15. L’arrivo, per come riferito dall’Interpol alle autorità italiane, era inizialmente previsto per il 21 agosto. Ma venerdì c’è stata un’improvvisa accelerazione dopo che gli avvocati emiratini di Coppola hanno provato a bloccare l’estradizione con iniziative giudiziarie. Per evitare intoppi, un magistrato locale e il rappresentante dell’Interpol negli Emirati hanno contattato l’ambasciata italiana per comunicare che l’estradizione andava anticipata.La faccenda è diventata una corsa contro il tempo. Per questo, con un dispaccio datato 17 agosto, sempre la sezione italiana dell’Interpol ha comunicato alle autorità interessate che, «a parziale rettifica di quanto riferito con la nota» del 13 agosto, l’estradizione era «stata anticipata alle prime ore del 18 agosto prossimo venturo». Ora l’avvocato Grimaldi, che ieri pomeriggio non era ancora riuscito a parlare con il suo assistito, lancia un allarme: «Siamo vivamente preoccupati delle condizioni di salute del nostro assistito che da tempo è seriamente affetto da gravi patologie cardiovascolari. Alla luce di questa situazione avanzeremo al Tribunale di sorveglianza un’istanza di sospensione della esecuzione della pena con la richiesta di detenzione ai domiciliari per le condizioni di salute» ha detto il legale.Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha, invece, espresso soddisfazione, «dopo la decisione presa dalle competenti autorità giudiziarie e governative degli Emirati Arabi Uniti», lasciando intendere che l’estradizione aveva avuto anche un input politico. Cosa che potrebbe preoccupare non poco gli altri estradandi eccellenti ancora residenti a Dubai, dal «cognato» di Gianfranco Fini, Giancarlo Tulliani, al broker molisano Gianluigi Torzi. Secondo il ministero di via Arenula, «la decisione è stata assunta dopo le intense attività giuridico-diplomatiche degli ultimi mesi seguite alla visita del ministro Nordio ad Abu Dhabi del febbraio scorso». Nel comunicato ufficiale si legge anche che «nei colloqui di allora con il ministro della Giustizia emiratino, Mohammed Al Nuaimi, il Guardasigilli aveva sollevato le diverse richieste italiane di estradizione ancora pendenti, fra cui quella relativa al caso giudiziario di Danilo Coppola». Parole che confermano come il rimpatrio di Coppola sia solo uno di quelli perorati da Nordio nel suo viaggio nel Golfo Persico. Una fattiva cooperazione tra Stati che il rientro in Italia dell’immobiliarista romano sembra certificare. «Vorrei esprimere la mia gratitudine al ministro Al Nuaimi», ha dichiarato Nordio, «per la intensa collaborazione che abbiamo sviluppato nell’ambito del trattato bilaterale di estradizione: nei prossimi giorni gli parlerò per ringraziarlo personalmente. Questo sviluppo positivo nella cooperazione giudiziaria con gli Emirati Arabi Uniti dimostra che per noi non può esservi nessuna impunità per chi commette crimini in Italia e cerca rifugio all’estero». Un monito che, in queste ore, farà fischiare le orecchie ai latitanti italiani rifugiati a Dubai.
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