2022-12-09
Dentro la coop dello scandalo. «I migranti dormono a terra tra escrementi e sporcizia»
Le foto dell’appartamento di Roccagorga (Latina) dove vivono gli ospiti della coop Karibu. Sullo sfondo, Aboubakar Soumahoro (Ansa)
Le immagini della casa di Roccagorga (Latina) usata come «ostello» dalla Karibu. L’ex assessore: gli ospiti non hanno materassi. Al posto dell’armadio c’è un trolley.«Ho provato a chiamare le autorità, ma nessuno mi ha risposto. Intanto questi ragazzi vivono tra la sporcizia, l’umidità e in stabili che non hanno neppure l’agibilità», denuncia alla Verità Lubiana Restaini, ex assessore di Roccagorga (Latina) che da tempo ha ingaggiato una battaglia contro il sistema delle coop e i suoi intrecci con la politica locale. In via Cristoforo Colombo di Roccagorga c’è uno dei tuguri che Karibu, la coop di Marie Therese Mukamitsindo, suocera del già sindacalista e ora deputato con gli stivali di gomma Aboubakar Soumahoro, aveva scelto come residenza dei migranti da ospitare a spese del ministero dell’Interno. Restaini ieri mattina si è affacciata in quello stabile abitato per lo più da immigrati ed è rimasta di stucco. I tre uomini che condividono l’appartamento del secondo piano dormono su un pavimento lercio. Senza un materasso. Con una vecchia coperta di lana da dividersi tra loro. E una catasta di cassette di plastica sulla quale è stato appoggiato un trolley che viene usato come guardaroba. In assenza di letti, i migranti si sono arrangiati come potevano, stendendo a terra delle pashmine, per evitare il contatto diretto con il pavimento. Le infiltrazioni d’acqua hanno reso il palazzo umido e le stanze degli appartamenti piene di muffa. E da qualche giorno il servizio, revocato a Karibu (per la quale, insieme al Consorzio Aid, il ministero delle Imprese e del made in Italy ha chiesto, rispettivamente, la liquidazione coatta e lo scioglimento), che durante le ultime ispezioni ha comunicato alla Prefettura di Latina di non essere più in grado di garantire le attività nei centri di accoglienza straordinaria affidati alla coop nella provincia (si parla di almeno 13 appartamenti con stipati molti migranti a cui non era più assicurata alcuna assistenza), è stato affidato a un’altra cooperativa, la Quadrifoglio. Nel periodo di transizione per il passaggio da un coop all’altra, però, i migranti si sono ritrovati a vivere nella casa degli orrori di via Cristoforo Colombo. «Nel 2022», afferma Restaini, «vedere questi poveretti buttati per terra, al freddo, tra gli escrementi di gatti e cani, fa stringere il cuore. Non si possono vedere esseri umani trattati in questo modo». L’ex assessore non è in grado di riferire se la situazione va avanti così da tempo. «Vedo due di questi tre ragazzi uscire di casa la mattina e tornare la sera. Solo uno dei tre rimane nell’appartamento fino a più tardi, rannicchiato sotto la coperta». Proprio come ieri mattina. Di certo il metodo di gestione in stile Karibu è conosciuto almeno dal 2018. Con la Direzione centrale dei servizi civili per l’immigrazione e l’asilo del ministero dell’Interno che, già dopo una visita effettuata il 26 e il 28 novembre 2018, come svelato dalla Verità lo scorso 28 novembre, aveva segnalato una serie di criticità, sottolineando «la gravità della situazione emersa». Con due pesantissime contestazioni, gli ispettori minacciavano la revoca del servizio: «Il mancato rispetto della percentuale di posti destinati al sistema di protezione indicata nella domanda di contributo e la mancata corrispondenza tra i servizi descritti e quelli effettivamente erogati». Il tutto condito dalla «mancata applicazione delle linee guida, anche in termini di standard qualitativi e quantitativi». Insomma, gli ospiti della Karibu a Roccagorga non devono essersela mai passata troppo bene. In quella occasione la Direzione centrale dei servizi civili per l’immigrazione e l’asilo scrisse, oltre che al Servizio centrale, anche al Comune di Roccagorga. Ieri, dopo giorni, se ne sono accorti anche a Repubblica. E in uno strano impeto di scoopismo, riportando gli stessi contenuti già anticipati dalla Verità il 28 novembre, hanno titolato: «Coop della famiglia Soumahoro, il Viminale già sapeva tutto quattro anni fa. Ma nulla è cambiato». Proprio in quegli anni, a cavallo tra il 2017 e il 2019, la Prefettura di Latina ha applicato circa 490.000 euro di sanzioni alla Karibu, che sono state detratte da quanto la coop, che gestiva più di 2.500 migranti, doveva ricevere. Dal 2014 al 2019 la Prefettura ha pagato alle coop gestite dai familiari di Soumahoro, al netto delle penali, circa 26 milioni di euro per i servizi di accoglienza (ma il giro d’affari legato ai vari progetti ha fatto salire il conto del tesoretto fino a oltre quota 60 milioni di euro). A fronte di queste cifre, però, spesso, come denunciato nel corso degli anni dagli stessi migranti, il servizio d’accoglienza non era dei migliori. Le lamentele si concentravano sulla qualità del cibo e sulle condizioni degli alloggi. «Ma, ci tengo a precisare», aggiunge ancora Restaini, «che qui non è mai stata fatta alcuna attività di integrazione. Questi migranti sono stati buttati in quell’appartamento, senza aver fatto neppure un corso di italiano». Poi aggiunge: «Per fortuna sono dei bravi ragazzi, che probabilmente hanno anche un lavoro. La mattina li vedo uscire presto in bicicletta, con uno zaino sulle spalle». Restaini, infine, ricorda che «questa situazione va avanti da tempo. Era così con la giunta di Nancy Piccaro, ma anche con quella Amici (Carla Amici, esponente del Pd, sorella dell’ex potente sottosegretario in tre governi, Letta-Renzi-Gentiloni, Sesa Amici, ndr) della quale Piccaro era assessore alla Cultura». E conclude ricordando di aver «presentato, insieme al collega Maurizio Fusco, una serie di esposti, sia al ministero dell’Interno sia alla Prefettura di Latina, con i quali denunciavamo una situazione davvero disastrosa. Purtroppo non si è mosso mai nulla». A Roccagorga sull’accoglienza sembra consumarsi in questi giorni una sorta di resa dei conti. Anche perché sulle relazioni con le cooperative di Marie Therese qui deve essersi costruita più di qualche carriera politica. E ora che la bomba è deflagrata, producendo un’inchiesta giudiziaria oltre che lo scioglimento delle due coop, a Roccagorga si respira un’aria da redde rationem. Piccaro, che nel dicembre 2020 ha interrotto i rapporti con Karibu, rinunciando ai soldi dello Sprar (ma la sua giunta è stata sciolta dopo la mancata approvazione del rendiconto), si sente sotto il fuoco incrociato delle rivali e replica piccata: «L’ex sindaco dem Amici e l’ex consigliere comunale Restaini rivolgono attacchi sui media alla mia giunta attribuendole attività quanto meno “dubbie”». Ma Piccaro rivendica anche che durante il suo mandato «tutto si è svolto nel pieno rispetto della legalità e della trasparenza». E contemporaneamente, con una mossa che manda di nuovo la palla nel campo avversario, si augura «che questo possa dirsi, non solo per i 15 mesi in cui la Karibu ha avuto rapporti con la nostra amministrazione, ma anche per i precedenti 15 anni in cui la cooperativa ha operato sul nostro territorio». Ed è facile prevedere che l’accoglienza con metodo Karibu continuerà a caratterizzare la polemica politica ancora per diverso tempo da queste parti.
Martha Argerich (Michela Lotti)